Urbanistica

Nuovo studio del Cndcec: dal superbonus 110% impatto positivo sul Pil

Secondo il Consiglio e la Fondazione nazionale dei commercialisti, nel biennio 2021-2022, l'agevolazione ha messo a segno un saldo nettametne positivo tra costi e contributo al Pil

di Giuseppe Latour e Giovanni Parente

Saldo nettamente positivo tra costi e impatto sul Pil. Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti tornano sul dibattito sull'impatto che il superbonus ha avuto sull'economia italiana tra il 2021 e il 2022. Lo fanno con un aggiornamento di uno studio, curato dai ricercatori della Fondazione Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese ed Enrico Zanetti e dal Tesoriere nazionale con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto, che si inserisce nella linea delle stime presentate dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco solo pochi giorni. Le conclusioni alle quali arrivano, però, sono molto diverse.Secondo lo studio il costo lordo per lo Stato, rappresentato dalle detrazioni fiscali maturate in aggiunta a quelle ordinarie, è stato per il superbonus pari a poco più di 97 miliardi di euro. Queste risorse, in un orizzonte temporale di circa cinque anni, porteranno secondo le previsioni un incremento di Pil di quasi 91 miliardi di euro. A questo incremento corrisponde un gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro.

La sostanza, allora, è che il costo netto per lo Stato del superbonus 110% è stimabile in circa 60 miliardi di euro (il costo lordo meno il gettito recuperato). Una cifra nettamente inferiore all'incremento del Pil.«Il nostro documento – spiega il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – rappresenta un contributo tecnico che può orientare il decisore politico a riconsiderare il meccanismo della cessione del credito anche nell'ambito della proposta avanzata dal Consiglio Nazionale di inserire, per gli anni 2024 e 2025, un superbonus "sostenibile", mirato cioè agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici meno performanti sotto tale profilo e realizzati su grandi condomini, immobili destinati a edilizia residenziale pubblica e a beneficio dei soli nuclei familiari meno abbienti». Il presidente, insomma, ribadisce la proposta, già lanciata nei giorni scorsi, di un superbonus "sostenibile" da finanziare con i fondi Pnrr.

«Attraverso il modello teorico del Consiglio e della Fondazione nazionali – aggiunge Salvatore Regalbuto - stimiamo un impatto molto positivo dei bonus edilizi, in particolare del superbonus 110%, sugli investimenti in edilizia e, quindi, sul Pil, oltre che sull'occupazione. Sebbene non si possa dire che le agevolazioni in edilizia si ripaghino totalmente, si può certamente asserire che tali agevolazioni hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali e occupazionali e anche sui fondamentali di finanza pubblica». Addirittura, secondo quanto spiegano i commercialisti, i dati resi noti dal Mef nell'audizione del 23 maggio scorso vanno anche oltre. E portano il valore complessivo di incremento del Pil, per i cinque anni presi in considerazione, addirittura a quota 121 miliardi di euro. Oltre la loro stima di 91 miliardi.

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