Personale

Pensioni pubbliche, nel 2022 anticipato il 50,5% delle uscite

Con la fine di Quota 100 rallentano i pensionamenti dei dipendenti pubblici, ma i costi complessivi salgono del 5,2%

di Marco Rogari

Con lo scemare dell’effetto-Quota 100 rallenta nel 2022 la corsa alla pensione dei dipendenti pubblici. Ma non si ferma. E soprattutto continuano a salire i costi. Dall'ultimo monitoraggio dell’Inps emerge che al 1° gennaio 2023 risultano versati 3.107.983 trattamenti, contro i 3.082.954 del 2021, per un importo complessivo annuo di 83,318 miliardi di euro, con una crescita del 5,2% rispetto all'anno precedente (79,2 miliardi). Nel solo 2022, però, le nuove pensioni liquidate sono diminuite del 9,4% nel confronto con il 2021, scendendo da 172.228 a 155.945; contemporaneamente il valore medio mensile dell’assegno è lievitato del 2,3% (da 2.016,79 a 2.063,97 euro). Ma la propensione all’uscita prima della soglia di vecchiaia rimane elevata: lo scorso anno il 50,5% dei nuovi trattamenti versati agli “statali” aveva la fisionomia degli assegni anticipati o d’anzianità. Che in totale assorbono ancora il 58,9% delle pensioni erogate ai dipendenti pubblici.

I dati Inps arrivano nello stesso giorno della conferenza stampa d’addio del presidente uscente, Pasquale Tridico, che rivendica gli obiettivi raggiunti durante il suo mandato, a cominciare dal risultato d’esercizio positivo per 7,1 miliardi dell’ultimo bilancio con un miglioramento di 10,8 miliardi sul 2021. Dopo aver ricordato come l’ente abbia «fatto di tutto per essere al servizio del Paese» soprattutto nell’erogazione di trattamenti e sussidi durante la lunga e complessa fase emergenziale della pandemia, Tridico si è soffermato sul rendiconto generale del 2022 che evidenzia prestazioni istituzionali erogate per 380,718 miliardi, con un aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente. Le entrate contributive sono state pari a 256,138 miliardi (+8,1% e una crescita maggiore per il lavoro dipendente privato del 9,2%), mentre la spesa per pensioni ha raggiunto i 283,254 miliardi, facendo registrare un aumento del 3,8%.

A poche ore dalla nomina del nuovo commissario straordinario dell’Inps, che, con in “pole” Maurizio Castro (v. Il Sole 24 del 20 maggio), è attesa oggi, insieme a quella del commissario Inail, dopo un passaggio in Consiglio dei ministri, Tridico ha sottolineato che «sono un errore i tagli» ai sussidi di povertà, come il Reddito di cittadinanza. Il presidente uscente dell’Inps ha anche detto che occorre puntare a una sorta di terzo pilastro per i nuovi settantenni. Anche perché secondo una ricerca di Kearney ed Swg, il 2050 sarà «l’Italia degli over 75», visto che «il fenomeno dell’invecchiamento demografico, che oggi vede il rapporto tra anziani e giovani di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34% arrivando a un rapporto di 7 a 10».

Tornando al monitoraggio Inps sull’andamento della gestione dei dipendenti pubblici (Gdp), i trattamenti più pesanti in termini di spesa sono quelli erogati a chi ha lavorato nelle amministrazioni centrali (ministeriali, insegnanti, forze armate e via dicendo) con 50.230,6 milioni (1.811.512 assegni). L’importo medio più alto è quello versato dalla cassa dei sanitari (personale medico) con una pensione mensile di 4.844,49 euro (sono 89.392 i trattamenti vigenti). Dai dati Inps, poi, emerge che il 59,6% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato a donne contro il 40,9% liquidato a uomini. A livello territoriale gli assegni pensionistici agli “statali” (il 40,9%) sono concentrati in prevalenza nelle regioni settentrionali (1.272.510). E sempre il Nord assorbe il 39,8% della spesa, ma le regioni del Sud e le Isole seguono a ruota (36,4%), mentre il restante 23,6% è destinato all'Italia centrale. Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio rispettivamente con l'11,9% e l'11,3% del totale, seguite da Campania (9,4%) e Sicilia (8,4%). Gli enti territoriali con la percentuale più bassa di pensionati pubblici sono invece la Valle d'Aosta (0,3%), il Molise (0,7%) e la Basilicata (1,1%).

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