Pnrr, oggi il Dm stadi: a giorni le nomine della nuova governance
L’informativa di Fitto alle Camere: pronti i documenti per l’ok alla terza rata, incognita asili nido e idrogeno sui target di giugno
Arriverà oggi il decreto interministeriale di Economia e Viminale per riscrivere l’architettura dei Piani urbani integrati cancellando i finanziamenti comunitari per gli stadi di Firenze e Venezia.
Nelle stesse ore il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto sarà prima al Senato e poi alla Camera per rendere l’informativa chiesta a più riprese dalle opposizioni. Al centro delle comunicazioni ci sarà la ricostruzione dei passaggi che stanno conducendo alla chiusura del confronto sui 19 miliardi della terza rata, ma anche un tratteggio delle incognite che circondano gli obiettivi di giugno: in cima alle preoccupazioni del ministro c’è il dossier sugli asili nido, accompagnato dal filone sull’idrogeno che però offre a Palazzo Chigi indicazioni più rassicuranti. Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto, Fitto respingerà al mittente le obiezioni che hanno spinto la minoranza a chiedere la convocazione del ministro in Parlamento.
Già nelle scorse settimane il titolare della delega sul Pnrr si era mosso su un crinale stretto fra la volontà esplicita di non scaricare le colpe su altri e quella però di non ritrovarsi fra le mani il cerino acceso delle responsabilità. L’occasione verrà oggi dall’approfondimento sui tre temi che hanno complicato il negoziato con Bruxelles sulla terza rata: dagli stadi ai porti fino al teleriscaldamento, Fitto ricorderà che gli obiettivi erano stati inseriti nella lista dei 25 già raggiunti dal governo Draghi nell’ultima relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano presentata a inizio ottobre.
Il completamento dell’opera burocratica chiamata a liberare i 19 miliardi della rata ci sarà oggi con il provvedimento che esclude dal Piano il Bosco dello Sport di Venezia e l’Artemio Franchi di Firenze.
Per entrambi si aprirà poi una partita tutta domestica sul piano B, che prevede un intervento sostitutivo da parte dei fondi del Piano nazionale complementare contestato però da più di un esponente della maggioranza, a partire dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Il decreto sarà nell’incartamento da inviare alla commissione Ue insieme alle nuove linee guida sulla riforma delle concessioni portuali (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) e alla revisione della lista dei progetti sui sistemi di teleriscaldamento con lo stralcio dei 10 interventi contestati dalla Ue perché prevedono ancora l’utilizzo, seppur residuale, di fonti fossili (gas naturale) che non rispettano il principio del «danno ambientale significativo» (Dnsh).
Per il governo questo invio, che avverrà materialmente entro fine mese, completa definitivamente le azioni sulla terza rata. Ma il calendario del Piano non ammette soste.
Nei prossimi giorni sono attese le nomine con Dpcm della nuova Struttura di missione a Palazzo Chigi che oggi Fitto tornerà a difendere dalle accuse di accentramento e di rallentamento per l’effetto spoils system. «Non manderemo via nessuno - spiegherà il ministro - ma stabilizzeremo e rafforzeremo la struttura di governance del Piano».
Il primo impegno dei nuovi vertici sarà la gestione dei 27 obiettivi di giugno. Che nell’ottica di Palazzo Chigi si presentano gravati dal forte rischio di non riuscire a centrare il target che impone l’affidamento del 100% dei lavori per gli asili nido. Le graduatorie prevedono 2.190 interventi in circa 2mila Comuni.
Una scadenza nazionale chiede di chiudere il tutto entro il 31 maggio: un piccolo slittamento di questa data è possibile, ma il termine europeo di giugno è invece considerato intoccabile. Nelle riunioni tecniche di questi giorni si sta studiando l’ipotesi di chiedere alla Ue di considerare raggiunto il target con una soglia alta ma inferiore al 100%, anche se sul tema si registra qualche divisione nel governo.
Fitto accennerà anche alla revisione più complessiva del Piano, in un quadro che al ministro appare «del tutto aperto con tutti i ministeri».
Senza dimenticare però che sulle sorti del Pnrr sono concentrati anche gli occhi dei mercati internazionali. Come ha ricordato ieri Moody’s sottolineando che l’Italia è l’unico fra i grandi Paesi con un debito a rischio di declassamento fra i Junk Bond (oggi il rating è Baa3 con outlook negativo, e sarà aggiornato il 19 maggio), e che gli investimenti del Piano sono cruciali per la tenuta dei conti pubblici.
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di Marco Castellani (*) - Rubrica a cura di Ancrel