Il CommentoPersonale

Strategia «obbligatoria» con il nuovo piano integrato

di Maria Barilà e Francesco Verbaro

Le misure urgenti del Dl 80/2021 sono finalizzate a garantire il rafforzamento della capacità amministrativa e funzionale delle pubbliche amministrazioni per renderle rispondenti alle necessità di attuazione del Pnrr. Tra le misure considerate urgenti c’è quella dell’articolo 6 che prescrive l’adozione del Piano integrato di attività e organizzazione. Il Piano ha l’ambizione di far confluire in un documento unico piano della performance, piano dei fabbisogni di personale, piano organizzativo del lavoro agile, piano di formazione del personale, piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza, piano di azioni positive.

Non si tratta di redigere un unico piano diviso in sezioni. Si tratta, piuttosto, valorizzando la denominazione, di predisporre un Piano “integrato” che consenta di elaborare i contenuti, le azioni e le misure, individuati in ciascun ambito, in maniera coordinata, razionale e sinergica. Il Piano si arricchisce di ulteriori elementi quali: la strategia di gestione del capitale umano; l’elenco delle procedure da semplificare e reingegnerizzare ogni anno, le modalità e le azioni finalizzate a realizzare l'accessibilità alle amministrazioni, fisica e digitale, da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità. Il Piano dovrà definire modalità di monitoraggio degli esiti, anche attraverso rilevazioni della soddisfazione dell’utenza. Nel monitoraggio occorre contemplare i procedimenti attivati per la tutela di interessi giuridicamente rilevanti e omogenei per una pluralità di utenti e consumatori (class action).

Restano invariate le attribuzioni nei settori in cui insistono gli ambiti del Piano. Per meglio orientare le Pa nelle loro scelte strategiche la norma individua le finalità che ispirano la misura: assicurare qualità e trasparenza dell’attività amministrativa, migliorare i servizi a cittadini e imprese, procedere alla semplificazione e reingegnerizzazione dei processi anche in materia di diritto di accesso. Escludendo le scuole e le istituzioni educative, la prescrizione si applica alle amministrazioni con più di 50 dipendenti, che vengono chiamate a uno sforzo di coordinamento e di visione integrata.

Il primo Piano integrato deve essere adottato entro il 31 dicembre. Successivamente la cadenza temporale è triennale con aggiornamento annuale e obbligo di pubblicazione sul proprio sito istituzionale entro il 31 dicembre di ogni anno, con invio al dipartimento della Funzione pubblica che lo pubblicherà sul relativo portale.

Entro metà agosto sarà adottato il regolamento che, previa intesa in sede di Conferenza unificata, individuerà e abrogherà gli adempimenti relativi ai piani assorbiti. Un concreto supporto, data la complessità del Piano, sarà fornito, sempre entro metà agosto, dalla Funzione pubblica che, previa intesa in sede di Conferenza unificata, adotterà il Piano tipo. In quel contesto saranno individuate modalità semplificate affinché anche le Pa con meno di 50 dipendenti possano allinearsi e adottare il nuovo documento. C’è da augurarsi che il Piano possa costituire l’occasione per chiarire meglio i ruoli e responsabilizzare i diversi organi di indirizzo e gestione.

La portata cogente dell’articolo 6 del Dl 80 è confermata dalla previsione di sanzioni in caso di mancata adozione (divieto di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti, divieto di assunzioni di personale o conferimento incarichi di consulenza o di collaborazione, sanzioni amministrative).

Si comprende bene come tutto dovrà ruotare attorno al Piano integrato. Un atto che mira alla semplificazione, ma che non deve rivelarsi un mero documento a carattere compilativo e che dovrebbe rappresentare la mappa strategica per ogni amministrazione.