Urbanistica

Città, sbloccati 3,2 miliardi per la riqualificazione: ecco i 271 progetti (e i fondi) del piano «Qualità dell'abitare»

Messina in testa per il punteggio, a Bari il finanziamento più alto (cento milioni). In campo anche i big dell'architettura

di Mauro Salerno

Ci sono anche progetti firmati da alcuni dei più noti architetti italiani, come Carlo Ratti, Alfonso Femìa, i romani Abdr e Andreas Kipar tra i progetti di rigenerazione urbana ammessi al finanziamento del programma per la «qualità dell'abitare» promosso dal ministero delle Infrastrutture. Porta Pia ha fatto sapere ieri che sono ben 271 i progetti selezionati per un controvalore di 3,2 miliardi di euro. Interventi destinati a rifare il volto a pezzi importanti delle nostre città, anche in periferia, con iniziative che non di rado nascondono, anzi, evidenziano un risvolto sociale dietro la superficie del re-design architettonico e urbano. Non a caso, tra gli obiettivi del programma (promosso quando al vertice di Porta Pia sedeva ancora l'ex ministra Paola De Micheli) oltre alla riqualificazione c'erano anche la riduzione del disagio abitativo e l'inclusione sociale.

L'Alta Commissione istituita presso il Mims per esaminare le oltre 290 proposte pervenute da Regioni, Comuni e Città metropolitane ha concluso in tre mesi la fase della selezione stilando una graduatoria di progetti ammissibili al finanziamento, per un totale di 3,2 miliardi.Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni) si aggiungono i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Pnrr.

La classifica
In testa alla graduatoria si è piazzato un progetto promosso dalla città di Messina che con 57,8 punti (il punteggio più alto) porta a casa un finanziamento di 99,6 milioni. Seguono Brescia (44,2 milioni), Milano (99,9 milioni) e Bari che con cento milioni tondi, incassa anche il finanziamento dall'importo più alto. In coda alla classifica dei punteggi, al 271esimo posto si trova la proposta avanzata dal Reggio Calabria "premiata" con 12,52 punti e risorse per 8,1 milioni. La palma per il finanziamento più basso va però al comune di Palermo, che ottiene a malapena cinquentomila euro sui 3,2 miliardi distribuiti.

I criteri di selezione
Gli indicatori utilizzati per definire la graduatoria dei progetti hanno tenuto conto sia della superficie residenziale recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale generata, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione di soggetti del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l'apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate da un apposito programma informatico creato ad hoc.

Piani-città: evitare i fallimenti del passato
«Si tratta di un programma del tutto innovativo per il nostro Paese, la cui attuazione andrà ad incidere positivamente sulla qualità della vita di migliaia di persone e di tante comunità attraverso la riqualificazione di aree urbane senza nuovo consumo di suolo», ha sottilineato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. «Vista la qualità del programma e dei progetti ricevuti - ha aggiunto il ministro - abbiamo scelto di destinare 2,8 miliardi del Fondo complementare al Pnrr per finanziare molte più proposte di quelle finanziabili con i fondi ordinari«. Ora tutto si gioca sulla capacità di avviare e portare a termine i progetti, evitando i rischi di fallimento che invece hanno caratterizzato iniziative simili come il «piano-città» e il «piano 6mila campanili».

I progetti: in campo anche i big dell'architettura
Tra i progetti ammessi in graduatoria – molti firmati da grandi studi di architettura italiani - figurano quelli per la riqualificazione del centro storico di Sassari (ripopolamento del Centro Storico attraverso il recupero di immobili abbandonati o degradati da destinare a residenza) e del Comune di Messina (risanamento delle aree baraccate ancora esistenti a seguito del terremoto del 1908, attraverso la demolizione e ricostruzione di abitazioni e servizi), progettazioni innovative che riguardano Teramo (rigenerazione urbana con recupero, demolizione e ricostruzione di residenze pubbliche e valorizzazione degli spazi pubblici) e proposte di social housing a Bari e Piacenza. Pone l'accento su aspetti di inclusione sociale la proposta di rigenerazione del porto Fluviale di Roma, che prevede la riqualificazione di un immobile vincolato e riallocazione di 53 nuclei famigliari provenienti da 21 Paesi diversi. Il Comune di Vercelli propone interventi di rigenerazione urbana nel centro storico, sul lungofiume e il territorio agricolo, quello del Comune di Cuneo prevede l'aumento dell'accessibilità e la rigenerazione del tessuto urbano anche attraverso la realizzazione di residenze per giovani, anziani e famiglie fragili. I progetti dei Comuni di Corigliano Rossano, della Città Metropolitana di Bologna e del Comune di Foggia prevedono la riqualificazione di quartieri, a sostituzione degli edifici abusivi e fatiscenti con nuovi fabbricati. La proposta del Comune di Milano punta sul potenziamento e ottimizzazione della rete dei servizi di prossimità anche attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di gestione sociale dei servizi abitativi, quelle del Comune di Pesaro delinea un modello abitativo integrato in una visione complessiva del territorio per il miglioramento delle qualità ambientali a consumo di suolo zero con potenziamento della rete ecologica e accessibilità ai servizi di prossimità e quella del Comune di Bari, che prospetta la riqualificazione e valorizzazione di alcune aree degradate non più funzionali all'esercizio ferroviario.

Possibilità di recupero per gli esclusi
I progetti al momento esclusi dal finanziamento, per un ammontare di circa un miliardo di euro, potrebbero essere ricuperati in futuro utilizzando altre fonti di finanziamento.Inoltre, la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali ha dato ieri il via libera anche allo schema di decreto Infrastrutture che prevede l'erogazione di 90 milioni destinati al Fondo progettazione enti locali per favorire interventi di messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche, con priorità alle scuole. Il decreto destina 30 milioni l'anno per il periodo 2021-2023 a Comuni, Province e Città Metropolitane per realizzare studi di fattibilità, progetti definitivi ed esecutivi, spesso frenati dalla carenza di risorse nei bilanci degli enti.

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