Urbanistica

Dalle capitali della cultura la spinta per la rigenerazione urbana

Se ne parlerà il 12 ottobre al convegno organizzato da Inu e Urbit nella cornice di Urbanpromo, in programma a Torino dall'11 al 14 ottobre

di El&E

I progetti grazie ai quali alcune città del nostro Paese si sono aggiudicati il titolo di capitale della cultura sono anche potenti vettori per la rigenerazione urbana. Se ne discuterà in un convegno il 12 ottobre prossimo a Urbanpromo, la manifestazione organizzata dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit che si svolgerà a Torino, a Cascina Fossata, dall'11 al 14 ottobre. Nel corso dell'incontro saranno presentati i progetti di Città Capitali della Cultura: Parma 2020-2021; Procida 2022, Bergamo-Brescia 2023; Pesaro 2024. I progetti saranno poi esaminati da quattro discussant: Lucio Argano (professore Unicatt, Roma Città Creativa UCCN), Oliviero Ponte di Pino (saggista e docente), Andrea Bortolamasi (assessore alla Cultura del Comune di Modena) e Zachary M. Jones (docente al Politecnico di Milano).

«Il convegno – spiega Vittorio Salmoni di Urbit, uno dei curatori –, in continuità con le edizioni passate, indaga i protagonisti della rigenerazione urbana a driver culturale tra i quali spiccano ‘le Reti di Città' perché le Capitali Italiane della Cultura sono ormai una rete e al loro interno generano progetti di rete. Sono state invitate le quattro città che per ultime hanno avuto il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura dal 2020 al 2024 che si distinguono per una comune metodologia di presentazione della candidatura: le Città hanno compreso che per rendere competitiva la propria proposta è fondamentale rendere sistemica la propria azione, coordinare assieme i progetti di sviluppo, esaltare le proprie peculiarità geografiche, culturali, ambientali, coinvolgere la comunità cittadina. Si forma una sorta di attitudine spontanea a migliorarsi per poter sfidare gli altri. La città, poi, vince quando, supportata da progetti di grande qualità, è in grado di comunicare e coinvolgere. La rigenerazione urbana è uno degli strumenti principali di questo processo, è per sua natura complessa e strategica, non si basa solo sulla realizzazione di opere pubbliche ma soprattutto su fattori economici, culturali sociali e ambientali e gli eventi ne sono il traino comunicativo"».

L'altra curatrice, Marichela Sepe (INU – ISMED/CNR) sottolinea che il convegno punterà a «comprendere come il concorso per la capitale della cultura inneschi percorsi che portano alla valorizzazione delle città. Il concorso diventa un'importante opportunità per la rigenerazione urbana anche perché oltre a prevedere un finanziamento pubblico si configura come un traino per gli investimenti privati, in maniera del tutto analoga dei bandi per l'organizzazione dei grandi eventi. La grande peculiarità, in questo caso, è l'attenzione che viene riversata sugli elementi identitari».

Nel caso di Procida, spiega il sindaco Raimondo Ambrosino, la rigenerazione è stata centrale, con l'ambizione di riqualificare Palazzo d'Avalos, che prima di diventare un carcere borbonico è stato per lungo tempo una struttura nobiliare: «È il più importante della nostra isola, stiamo lavorando per dargli una destinazione puntando molto sugli aspetti culturali, attraverso mostre ed eventi. Quelli connessi alla capitale della cultura avranno in questo senso un ruolo importante perché organizzandoli all'interno dei suoi spazi abbiamo l'opportunità di attirare l'attenzione, costruire un trampolino di lancio. Vogliamo privilegiare gli eventi che riguardano la nostra storia valorizzando anche la posizione della struttura, che si trova nel percorso privilegiato dagli itinerari turistici».

Francesca Velani, coordinatrice del progetto Parma Capitale della Cultura, ricorda che "il nostro progetto dal punto di vista della rigenerazione urbana trova le sue radici nell'Agenda Urbana 2030 - La città delle idee, il documento guida che Parma ha assunto come bussola del proprio cammino, sintesi tra gli indirizzi politico-amministrativi e le sollecitazioni emerse dal lungo percorso di partecipazione e confronto sviluppato con i cittadini, il sistema imprenditoriale ed il terzo settore. Qui la rigenerazione urbana è obiettivo e mezzo per un profondo rinnovamento messo in atto attraverso sette grandi presidi: i Distretti socio-culturali. Posizionati in luoghi significativi della città, rappresentano l'infrastruttura che, puntando su identità e cultura, ricerca e innovazione, lavoro e opportunità, può determinare l'abbassamento dei conflitti sociali ed aumentare la competitività del territorio, portando a quella ‘inclusione dei tempi' che rappresenta anche la matrice di questa candidatura. I Distretti sono stati riferimento ed hardware del grande progetto di "rigenerazione del tempo" promosso da Parma 2020+21, La cultura batte il tempo. Un percorso che ha inteso la cultura nel suo senso più ampio, vivo e produttivo, come fattore decisivo nel processo di negoziazione che le diverse dimensioni temporali e sociali reclamano. Una riflessione collettiva sul tempo che viviamo e sulla sua qualità, su come condiziona la nostra vita, il nostro stato di benessere, il modo in cui facciamo parte della società; sull'essere, sulle relazioni tra individui e tra individui e territorio».

Daniele Vimini, vicesindaco del Comune di Pesaro, ricorda la città «ha scelto di dedicare il progetto di candidatura alle relazioni contemporanee fra natura, arte e tecnologia, perché questo snodo definisce le principali sfide che gravano sugli uomini di oggi e racchiude le risposte elaborate dalla città per affrontarle. L'attenzione alla contemporaneità traduce la consapevolezza che la prima di queste sfide è quella di prendere atto di una condizione umana radicalmente nuova, per la quale non abbiamo ancora strumenti e concetti adeguati. Ad esempio, uno dei progetti che sarà realizzato con i fondi del Pinqua, sarà legato a tre vie del centro storico, attualmente sottoutilizzate. Lungo questi assi viari verrà concentrata una serie di interventi, tra loro integrati, per supportare la residenzialità nel centro. Qui verrà messa a punto una strategia per l'efficientamento energetico e la transizione ecologica, che sappia coniugare la tutela dei valori storico-paesaggistici della città vincolata con le istanze di contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, l'attenzione allo sviluppo dell'arte permetterà di individuare un percorso all'interno del Parco Urbano di Scultura immaginando nuove possibili connessioni e relazioni fra le opere presenti nel tessuto urbano della città».

Francesco Valesini, assessore alla riqualificazione urbana del Comune di Bergamo, ricorda che il riconoscimento ottenuto assieme a Brescia «non implica la mera somma algebrica delle risorse delle due città sul piano delle produzioni strettamente culturali. Vogliamo invece lanciare un'immagine di spazio urbano cresciuto nel raggio gravitazionale di Milano, ma non assorbito dal medesimo, e, al tempo stesso, ricco di specificità identitarie, risorse, capacità e opportunità di sviluppo. Nella chiave di rigenerazione degli spazi urbani, merita una menzione il progetto di rigenerazione del Carcere di Sant'Agata, edificio, del XIV secolo che nel XIX secolo venne adibito a carcere, oggi oggetto di un piano di recupero che mira a rifunzionalizzare i suoi spazi tramite la realizzazione di alloggi per servizi abitativi sociali e l'inserimento di attività produttive, sociali, culturali e creative. Uno dei progetti più ambiziosi del Comune di Bergamo è dedicato al Centro Piacentiniano, il cuore del centro novecentesco della Città Bassa di Bergamo: al termine del progetto, l'area sarà fornita di una nuova pavimentazione, diverse aree verdi (con 4000 mq in più di suolo permeabile) e un nuovo sistema di illuminazione e la Torre dei Caduti sarà interamente restaurata e ripulita. Una grande mostra sulla ‘città del futuro' farà il punto sulle trasformazioni urbane in atto a Bergamo, consentendo di delineare la città di domani che emerge dalle politiche di riqualificazione e rigenerazione attuate dal Comune di Bergamo».

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