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Edilizia, intesa costruttori-sindacati-governo per l'inserimento di 3mila rifugiati

Il testo del protocollo. Formazione assicurata attraverso il Formedil, con tirocini in azienda. Nell'edilizia il 17% degli addetti è straniero

di M.Fr.

Il protocollo sottoscritto oggi con i ministri Orlando e Lamorgese, per l'inserimento socio lavorativo dei migranti titolari di protezione internazionale o in situazione di vulnerabilità rappresenta «uno dei più importanti protocolli per la formazione e l'inserimento di lavoratori, mai fatto congiuntamente dalle istituzioni e dalle parti sociali del settore delle costruzioni ed in piena sintonia con gli obiettivi europei del Pnrr, per una società più giusta ed inclusiva». Lo affermano in una nota congiunta l'Ance e i sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. «Il protocollo - sottolineano il presidente dell'Ance Gabriele Buia e i tre segretari generali Vito Panzarella, Enzo Pelle, Alessandro Genovesi (rispettivamente di Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil) - prevede concrete azioni per la promozione di percorsi formativi e opportunità di lavoro nel settore dell'edilizia, attraverso il sistema delle scuole edili presenti in tutto il Paese. Tali percorsi si svilupperanno a cura del sistema Formedil, con una formazione mirata per ogni singolo beneficiario e si concluderanno con tirocini presso diverse imprese del sistema».

Il testo del protocollo fornisce alcuni numeri interessanti. Per esempio ricorda che il settore dell'edilizia «la manodopera straniera rappresenta oltre il 17% degli occupati, incidenza ben superiore alla media del 10% di stranieri che si registra sul totale degli occupati in Italia». Non solo. «Nelle costruzioni - prosegue il testo - si concentrano anche il 21% di imprenditori migranti, nella maggior parte dei casi transitati prima per rapporti di lavoro dipendente». nel protocollo si leggono inoltre anche alcuni dati del ministero dell'Interno sulla dimensione del fenomeno migratorio scatenato da guerre e scontri civili. «Dall'agosto del 2021, a seguito del cambio di regime in Afghanistan - si legge nel rapporto - sono stati evacuati e portati in Italia circa 5mila cittadini afghani» e «altre persone in fuga arriveranno in Italia con ulteriori operazioni di evacuazione», prevede il ministero dell'Interno, sia attraverso operazioni controllate che attraverso flussi non programmati. Quanto all'Ucraina, il rapporto segnala che a fine aprile 2022 gli ingressi in Italia hanno superato le 100mila unità. Un conteggio più esatto lo fornisce il sito del ministero dell'Interno, che alla data del 16 maggio, conta 116.499 ingressi.

In questo modo sarà possibile «promuovere l'occupazione dei migranti e favorire l'inclusione piena ed attiva di tante e tanti migranti che possono rappresentare una risorsa per il Paese, grazie soprattutto alla formazione e al lavoro». Allo stesso tempo, sottolineano i firmatari, con il coinvolgimento diretto di un minimo di 3mila destinatari, «si risponde al forte fabbisogno di manodopera da parte delle imprese, contrastando fenomeni di irregolarità, lavoro nero e sfruttamento che ha per vittime, spesso, proprio i lavoratori migranti». L'individuazione dei destinatari avverrà grazie agli Enti Formativi territoriali e al circuito dell'accoglienza pubblica (Sai e Cas), in stretta collaborazione con Ministero degli Interni, Ministero del Lavoro e parti sociali, sia nazionali che locali.

L'accordo rappresenta «una grande opportunità per i lavoratori e per il Paese - ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando - poiché formazione e lavoro sono sempre leve straordinarie per favorire l'integrazione, consentendo ai migranti di costruirsi una nuova vita in Italia e di contribuire alla crescita del nostro Paese. Le parti sociali hanno saputo leggere bene questa situazione, guardando ai più vulnerabili, con lo scopo di rispondere a un forte fabbisogno di manodopera». «Di fronte ai movimenti migratori - ha dichiarato la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese - che hanno una natura strutturale, occorre che la nostra società rafforzi velocemente la sua capacità di resilienza, dimostrandosi capace non solo di accogliere le persone bisognose, ma anche di trarre forza dalla loro piena integrazione nel tessuto sociale ed economico».

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