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Sgomberi, ai Comuni fondi ad hoc per il riuso degli immobili

La premessa sarà «una ricognizione dei beni immobili privati e delle pubbliche amministrazioni inutilizzati, compresi quelli sequestrati e confiscati». Poi arriverà un piano per il loro riuso a fini abitativi, «che dovrà tener conto anche delle necessarie risorse finanziarie», considerando le opportunità offerte nelle regioni obiettivo dal Pon Legalità 2014-2020. In mezzo sprint agli sgomberi, per garantirne tempestività, evitare nuovi casi come quello di via Curtatone a Roma e dare priorità ai «soggetti portatori di oggettive e conclamate fragilità».

La direttiva del Viminale
È arrivata ai prefetti la direttiva del Viminale sugli sgomberi. E, rispetto alle anticipazioni, promette una mappatura pure degli edifici privati non usati. Un risultato che fa esultare la sindaca della Capitale, Virginia Raggi: venerdì scorso, nell’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti, la prima cittadina pentastellata aveva sollevato il tema dei 200mila immobili sfitti o vuoti soltanto a Roma, chiedendo l’intervento del governo perché incentivasse i proprietari a metterli sul mercato.
Ma subito, ieri, sono arrivate le obiezioni di Confedilizia. «Il governo - spiega il presidente dell'associazione, Giorgio Spaziani Testa - dovrebbe avere come proprio obiettivo quello di far sì che siano sotto controllo gli immobili pubblici. Di quelli privati dovrebbe interessarsi per favorirne la liberazione dagli occupanti abusivi e non per lanciare messaggi inquietanti». Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Capezzone, deputato di Direzione Italia: : «Le proprietà dei privati non appartengono allo Stato. Mi auguro che nessuno abbia idee strane di usare gli immobili dei privati come se fossero pubblici». «Giù le mani dalla proprietà privata», concorda Fabio Rampelli (Fdi).

La posizione dell’Anci
Dall’Anci, che ha seguito passo dopo passo la scrittura della direttiva, rassicura la segretaria generale Veronica Nicotra: «L’obiettivo è il contrario; aiutare il mercato nelle situazioni in cui è totalmente statico. L’idea è quella di coinvolgere soggetti come fondazioni bancarie per mettere sul mercato immobili tramite locazioni o acquisizioni dietro compenso. L’eventuale messa a disposizione avverrà secondo le norme vigenti».
Con la direttiva i comuni hanno incassato la necessità di stimare il fabbisogno finanziario degli immobili pubblici, come quelli demaniali, che richiedono interventi di ristrutturazione per l’utilizzo. Con la speranza che nella legge di bilancio sia istituito un fondo ad hoc. Sarà questa la richiesta che il presidente Anci, Antonio Decaro, avanzerà a Minniti nel vertice che si terrà in settimana. Oggi, invece, Minniti riceverà la sindaca M5S di Torino, Chiara Appendino, alle prese con la grana delle palazzine dell’ex villaggio olimpico in cui vivono circa 750 stranieri. Proprio la vicenda torinese potrebbe essere il banco di prova della nuova governance degli sgomberi disegnata dalla direttiva, con il doppio livello della cabina di regìa nazionale incaricata della mappatura degli immobili e dei comitati metropolitani, aperti a organizzazioni sociali come Caritas e Croce Rossa ed eventualmente anche ad altri soggetti, come appunto le fondazioni bancarie chiamati a individuare le situazioni critiche e a sviluppare sinergie nel campo dell’housing pubblico.

Le alleanze in Nordafrica
Non si ferma, intanto, il lavoro di Minniti per continuare a tessere le «alleanze strategiche» in Nordafrica ritenute indispensabili per abbassare la pressione migratoria: ieri il ministro è volato ad Algeri per incontrare il premier Ahmed Ouyahia e i titolari algerini dell’Interno e degli Esteri. Sul tavolo anche la questione dei flussi verso la Sardegna, ma soprattutto il potenziamento dell’asse contro i trafficanti. Che dovrebbe coronarsi con un nuovo accordo, entro ottobre, che aggiorni quello del 2009 in materia di cooperazione contro il traffico di essere umani e per la Libia. Al largo della Sicilia, accanto al crollo degli sbarchi (-18% rispetto allo scorso anno), non si ferma la fuga delle navi umanitarie: ieri anche Moas, tra le cinque organizzazioni che avevano firmato il codice di condotta con il Viminale, ha annunciato la cessazione delle attività tra la Libia e la Sicilia. «Non è chiaro - ha attaccato - cosa succeda in Libia ai danni delle persone più vulnerabili». Alle Ong domenica si era rivolto Minniti, invitandole a estendere le loro attività anche a terra, in Africa. E ribadendo che «non c’è nessuna intenzione di criminalizzarle».

La direttiva del Viminale

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