Urbanistica

Innovazione in edilizia, a Torino apre un acceleratore per città intelligenti

Insediate le prime 12 imprese ad alto potenziale di crescita, di cui tre italiane

di G.Rus.

La priorità è quella di invertire la rotta, perché gli edifici consumano energia a un livello non più sostenibile e migliorare la loro efficienza, ripensando le modalità attraverso le quali operano, non è più procrastinabile, anche alla luce dell'evidente accelerazione registrato dal processo di digitalizzazione. Lo Smart Building Report 2021 elaborato dall'Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, parla chiaramente: gli investimenti nelle principali tecnologie connesse all'edilizia intelligente nei settori residenziale e terziario sono calati nel 2020 dell'11% rispetto all'anno precedente, sfiorando i 7,7 miliardi di euro. Se il Superbonus si è rivelato un provvedimento di successo e gli stanziamenti previsti dal Pnrr sono certamente un buon viatico, la strada per arrivare a costruzioni a zero emissioni - questo l'obiettivo Ue al 2050 - è ancora lunga e accidentata. Ridurre i consumi e gestire correttamente i carichi termici ed elettrici grazie ad infrastrutture digitali, sensoristica e intelligenza artificiale è una delle sfide cruciali da vincere nel "new normal".

Dare fiato all'innovazione delle startup in chiave smart city è una delle strade da percorrere nonché il fine per cui è nato, presso Ogr Torino, il primo acceleratore italiano dedicato alle città intelligenti e sostenibili. La cittadella promossa da Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con l'americana Techstars affiancherà le realtà che sviluppano soluzioni innovative in ambiti strategici quali trasporto, housing, energy, infrastrutture e servizi base come istruzione e assistenza sanitaria. L'attività di "Torino cities of the future accelerator" ha preso il via nei giorni scorsi con una dozzina di imprese ad alto potenziale di crescita, di cui tre italiane (fra queste Strategic Bim, che sviluppa soluzioni digitali per la gestione di grandi edifici da remoto). Dai vendor tecnologici, invece, è lecito aspettarsi le best practice per dare vita a progetti concreti di smart district. Il progetto che Siemens ha firmato a Milano, nel nuovo quartiere UpTown di Cascina Merlata, dove ha messo a disposizione la microrete intelligente che costituisce (con una capacità complessiva di oltre 1 megawatt) la spina dorsale del proprio quartier generale milanese, va per l'appunto in questa direzione.

Pilotata da una piattaforma software basata su cloud (Distributed Energy Optimization) e dedicata al monitoraggio e all'ottimizzazione da remoto delle prestazioni energetiche, la soluzione interconnette diversi edifici dell'area in questione, raccoglie e analizza in tempo reale i dati raccolti dai vari apparati (i sistemi di climatizzazione e di riscaldamento, l'impianto geotermico centralizzato e gli impianti elettrici e fotovoltaici) e grazie a un app mobile liberamente scaricabile permette agli abitanti del quartiere di tenere sotto controllo i propri consumi energetici, invitandoli a partecipare in modo attivo al miglioramento della sostenibilità complessiva. Non è la smart city di Dubai, certo, ma pur sempre un piccolo passo in avanti (replicabile su scala) verso il traguardo delle zero emissioni e dell'autosufficienza energetica.

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