Ance: sugli appalti serve un regolamento. Legge organica per le città
Meloni: governo alleato delle imprese. Salvini annuncia lo sblocco dei ristori per il caro-materiali. Allarme concorrenza: con il nuovo codice 96% dei contratti a imprese di fiducia
C'è l'orizzonte brevissimo del nuovo codice appalti, che entra in vigore il 1° luglio e «ha bisogno di un regolamento attuativo specifico per i lavori, un manuale d'istruzioni per essere applicato correttamente» ed evitare così il flop del codice del 2006. E l'orizzonte più ampio, ma non meno urgente, di un nuovo piano casa («che manca da 40 anni») e di una legge sulla rigenerazione urbana, traguardo mancato sul filo di lana nella scorsa legislatura, che «questa volta va portata a termine in maniera perfetta». Nel mezzo la necessità di sbloccare i 30 miliardi di crediti incagliati del Superbonus e di rimborsare velocemente le imprese che ancora attendono la liquidazione degli extra-costi del caro-materiali. A mettere in fila le questioni che tengono banco tra chi opera nei cantieri è la presidente dell'Ance Federica Brancaccio, nella sua prima, emozionata e applaudita relazione di fronte all'assemblea dell'associazione nazionale costruttori, svoltasi quest'anno in una sala dell'Auditorium di Roma presidiata da imprenditori, tecnici, professionisti under 30 del settore. Un modo per celebrare il lavoro e il futuro di un comparto che finalmente rialza la testa dopo gli anni bui della crisi.
Fiducia è la parola più citata dai rappresentanti del governo che hanno preso parte all'iniziativa. Come a voler sigillare i termini di un nuovo patto tra Esecutivo e imprese. Si parte dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in un videomessaggio, ha sottolineato come la più importante innovazione del codice appalti «è immateriale: la fiducia». «Questo Governo si fida di chi fa impresa e di chi vuole lavorare - ha aggiunto Meloni - . Poi è chiaro, se questa fiducia viene tradita la risposta dello Stato deve essere dura, perché i primi danneggiati da pratiche scorrette sono proprio quelle aziende che hanno rispettato le regole e i cittadini che si trovano opere e servizi scadenti». Una visione che la premier rivendica anche per la delega fiscale che intende «creare un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non nemico e quasi vessatore». Un leitmotiv riproposto anche dal ministro della Giustizia Carlo Nordio - che ha rivendicato l'abolizione dell'abuso d'ufficio come una scelta che avrà importanti ricadute «anche economiche» e sulla velocità dei processi - e soprattutto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, da cui sono arrivati un annuncio sul Ponte di Messina («i primi treni e auto lo attraverseranno nel 2032») e qualche risposta ai temi posti da Brancaccio.
La più concreta riguarda la liquidazione dei rimborsi alle imprese colpite dal caro-materiali. Brancaccio ha denunciato che c'è ancora un miliardo di fondi bloccato dalla burocrazia. Salvini replica annunciando l'ok all'autocertificazione dei ristori nel decreto assunzioni. Una scelta maturata dopo aver visto i dati secondo cui sul caro-materiali sono state inviate 15.775 istanze di cui 8.299, cioè più della metà, sono ancora da istruire (647 delle quali risalenti addirittura al 2021). Sul piano casa il ministro annuncia che si comincerà a lavorare in autunno a un programma «ambizioso e rivoluzionario» insieme a «a un nuovo testo unico per l'edilizia che riassuma le norme arlecchino» ora in vigore.
Da parte sua Brancaccio rivendica il ruolo dei cantieri nella crescita «di quasi l'11% nel biennio 2021-2022» e «trainata per più della metà del settore costruzioni» e smentisce la «vulgata» che vuole le infrastrutture come il settore più in ritardo sul Pnrr. «La spesa nelle costruzioni, anche al netto dei bonus, è infatti al 9%, mentre è al 3% per le altre misure», dice la presidente Ance. Tra i temi sensibili anche la necessità di un piano per le manutenzioni reso plasticamente urgente dall'alluvione in Emilia Romagna (uno studio Ance-Cresme che verrà presentato a breve certifica che nell'ultimo decennio i costi per i danni del maltempo sono aumentati del 30,4%) e il Superbonus, con la richiesta di sblocco immediato dei 30 miliardi di crediti incagliati, abbinata a una proroga per portare a termine i lavori rimasti fermi. Infine la nuova presa di posizione sul codice appalti, l'urgenza a brevissima scadenza. Per farlo funzionare ed evitare il flop del 2006, i costruttori chiedono un «manuale d'istruzione», cioè un regolamento ad hoc per i lavori. E riemerge l'allarme concorrenza. «Con il nuovo codice, il 96% degli appalti potrebbe essere affidato solo a imprese invitate dalle stazioni appaltanti, le altre non possono neanche candidarsi e farsi conoscere», ha denunciato Brancaccio.