Amministratori

Arriva la legge salva-montagna, spinta ai servizi essenziali dalla scuola alla salute

Dal Fondo Fosmit 100 milioni quest’anno e 200 dal 2023 - Gelmini: «Un provvedimento atteso che favorirà lo sviluppo dei Comuni, valorizzerà le terre alte e contrasterà lo spopolamento»

di Marco Mobili

Il governo spedisce in soffitta la cosiddetta “Legge Fanfani” del ’52, rivista e corretta solo nel ’94, per riscrivere le regole e i principi direttivi di una nuova legge quadro sulla Montagna. Il nuovo disegno di legge collegato alla manovra di bilancio approvato ieri dal Consiglio dei ministri, arriva dopo 30 anni e, come ha sottolineato la ministra per gli Affari Regionali e Autonomie, Mariastella Gelmini, «si tratta di un provvedimento organico particolarmente atteso, necessario per favorire lo sviluppo di comuni svantaggiati, per valorizzare le specialità delle “terre alte” e soprattutto per contrastare lo spopolamento».

Il disegno di legge, in prima battuta, colma un vuoto che si trascinava da tempo e che sta proprio nella “definizione” della montagna, del suo territorio e dei comuni montani i quali saranno individuati con un apposito Dpcm che dovrà essere emanato in 45 giorni successivi all’entrata in vigore della nuova legge quadro. Non solo. Per la prima volta la montagna in Italia e le sue esigenze in termini di servizi e territorio sarà gestita in modo strutturale e con il coordinamento di tutti i soggetti interessati. Con la nuova legge quadro, infatti, arriva una Strategia Nazionale per le Montagne Italiane definita Snami, che avrà durata triennale e sarà definita dal ministro per gli affari regionali e le autonomie d'intesa con la Conferenza Unificata. Con il contributo di un apposito tavolo tecnico permanente saranno dunque definite le linee strategiche per la crescita e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani. Alla Snami sarà affidato il delicato compito di rispondere e risolvere ai principali problemi di questi territori come lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione e la costante e complessiva perdita di servizi e competitività, che come ricorda la Gelmini «si uniscono ai più recenti e non meno seri effetti negativi del cambiamento climatico e della pandemia».

La strategia nazionale potrà contare sulle risorse finanziarie garantite dal nuovo Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit) nato con una dote stanziata dalla legge di bilancio e pari a 100 milioni per l’anno in corso e a 200 milioni a decorrere dal 2023. Risorse aggiuntive rispetto ad altri trasferimenti ordinari o speciali dello Stato agli enti locali o per le politiche della montagna. Fondi che, per il governo, consentono di offrire una risposta concreta alle esigenze del Paese per ridurre le disuguaglianze sociali e i divari territoriali collocando gli interventi a sostegno della promozione e valorizzazione dei territori della montagna al centro di un disegno politico strategico.

Tra gli obiettivi quello di assicurare anche nei territori montani la fruibilità di tutti i servizi essenziali, dalla sanità alla scuola. «Chi sceglie di fare il medico o il professore in comuni montani avrà delle agevolazioni, ha detto la Gelmini». In questo senso il Ddl prevede incentivi per lo sviluppo dei servizi di telefonia mobile e per l’accesso a internet. Per le microimprese e piccole imprese con un esercente under 35 viene previsto un credito d’imposta calcolato sulla differenza tra l’imposta calcolata applicando le aliquote ordinarie al reddito d’impresa determinato nei modi ordinari e fino a concorrenza dell’importo di 80.000 euro, e l’imposta calcolata sul medesimo reddito applicando l’aliquota del 15 per cento.

Per contrastare lo spopolamento viene prevista una norma su misura definita «Io resto in Montagna». In alternativa alla detrazione per interessi passivi prevista ai fini Irpef in caso di mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale nei comuni montani con popolazione residente non superiore a 2.000 abitanti, sarà riconosciuta una detrazione Irpef del 100% degli interessi passivi entro un ammontare di 500 euro e pari all’80% sulla parte degli interessi passivi che eccede il limite di 500 euro fino a 1.125 euro. Avranno diritto all’agevolazione i contribuenti che non hanno compiuto 41 anni di età nell’anno in cui l’atto di acquisto della prima casa e quello di accensione del mutuo sono rogitati. Sono esclusi, invece, i mutui per l’acquisto di ville, castelli e immobili di lusso (A/1, A/8 e A/9).

Come ha ricordato, infine, Marco Bussone, presidente dell’Uncem per sostenere i servizi essenziali particolare attenzione viene dedicata alla scuola di montagna. In particolare sono incentivati i docenti a tempo determinato in servizio nelle scuole di montagna di ogni ordine e grado, sia in termini di punteggio di servizio sia in termini economici con un bonus scuola per chi presta servizio negli istituti di montagna di ogni grado e prendono in affitto un immobile ad uso abitativo per fini di servizio. A questi soggetti verrà riconosciuto un credito d’imposta annuale pari al minor importo tra il 60% del canone annuo di locazione dell'immobile e 2.500 euro. «La parola – ha ricordato Bussone – ora passa al Parlamento dove sarà necessaria un’azione forte e coesa per definire come utilizzare le risorse stanziate per lo sviluppo e il rilancio del territorio e delle comunità montane».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©