Appalti

Autostrade/1. L'obbligo dell'80% è nero su bianco nel testo Ue comunicato all'Italia

di Alessandro Arona

La decisione della Commissione europea del 27 aprile, inviata ieri al governo italiano, dà via libera alla richiesta di Roma di prorogare di quattro anni le concessioni di Autostrade per l'Italia (Aspi) e Satap A4 (Gavio) in cambio di investimenti per 8,4 miliardi di euro (in gran parte di Aspi, 7,9 mld, tra cui la Gronda di Genova da 4,3 miliardi, oltre al completamento della Asti-Cuneo, 350 milioni, per il gruppo Gavio).

L'obiettivo dell'operazione, a cui il ministero delle Infrastrutture, in accordo con le società interessate, sta lavorando da due anni, è quello di dare più tempo per ammortizzare gli investimenti, e dunque spalmare gli incrementi tariffari negli anni.

Oltre al tetto agli aumenti (al massimo, ogni anno, il tasso di inflazione maggiorato dello 0,5%), la Commissione ha fissato una serie di severi paletti, quali tetti alla remunerazione dei soci, controlli sugli investimenti, misure per ridurre eventuali "sovracompensazioni", oltre a impregni del governo italiano sulle concessioni da mettere in gara.

Tra le condizioni poste da Bruxelles è spuntato (un po' a sorpresa) anche l'impegno dell'Italia ad assicurare che le concessionarie mettano a gara l'80% degli investimenti previsti (con la sola eccesione dei 350 milioni della Asti-Cuneo, visto che la stessa concessione era stata assegnata con gara). L'80% è più del 60% previsto dalla legge italiana (art. 177 del Codice appalti), un limite minimo però abbassato solo di recente, con la legge di Bilancio 2018.

Soddisfatta l'Ance (associazione nazionale costruttori edili): «Il richiamo della Commissione Ue - ci spiega il presidente Gabriele Buia - ad evitare distorsioni della concorrenza, bandendo le gare a valle per le concessionarie che non abbiamo fatto gare a monte, va nella direzione più volte indicata dall'Ance per tutelare la concorrenza e il mercato ed evitare monopoli. Ma dirlo non basta! Va fatto rispettare con controlli e norme prescrittive, cosa che non è mai stato fatto in passato».

Di tenore opposto le reazioni del sindacato degli edili, che in autunno si era battuto per ottenere l'abbassamento al 60%: «Con l'80% - sostiene Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil - sarebbero stati a rischio 3.500 posti di lavoro su 7.000 nelle società di costruzione controllate dalle concessionarie. Ora la decisione della Commissione rischia di creare ulteriore incertezza, ma non credo proprio che il governo italiano sia automaticamente obbligato a recepire l'obbligo del'80% negli atti aggiuntivi. Ora si rischia incertezza comunque: già eravamo alle prese, in incontri al Mit, per definire su quali opere, come e da quando applicare il 60%, ora rischiamo di riaprire tutta la discussione sul 60 o 80%».

Il testo di Bruxelles sembra far pensare il contrario, ma comunque è vero che l'ok alle proroghe sarà operativo solo dopo gli atti aggiuntivi da preparare e firmare tra le società e il ministero delle Infrastrutture.

Diametralmente opposta la posizione dell'Ance: non solo la decisione europea - sostengono - è vincolante, ma va intesa anche di carattere generale, di fatto la Ue ci chiede di imporre l'80% su tutte le gare delle concessionarie.

Tornando ai contenuti, nel caso di Autostrade per l'Italia la Commissione autorizza l'Italia a prorogare la concessione dal 2038 al 2042, con l'obiettivo di ridurre l'impatto degli investimenti sulle tariffe. La Gronda di Ponente, in particolare (si veda qui a destra), 4,3 miliardi di euro, era già prevista dalla convenzione Aspi 2004, ma «ci sono voluti 15 anni per approvare il progetto definitivo» (scrive alla Commissione) e più si avvicina la scadenza della concessione più gli aumenti tariffari annuali rischiano di salire anche oltre l'1,8% annuo inizialmente previsto per remunere l'investimento. La decisione Ue fissa invece per Aspi il tetto dello 0,5% più l'inflazione reale Istat («actual inflation», cioè l'inflazione effettiva misurata anno dopo anno dall'Istat, oggi circa lo 0,5%). Nel pacchetto Aspi altri 600 milioni di interventi diffusi già previsti dalle convenzioni vigenti e una sertie di terze e quarte corsie aggiuntive (investimenti "addizionali") per tre miliardi di euro (si veda a fianco).

Quattro anni di proroga anche per la Satap A4 (Torino-Milano), gruppo Sias (Gavio), dal 2026 al 2030, con l'impegno che le entrate generate dalla proroga vadano a finanziare il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo A33 (circa 350 milioni di euro per il lotto mancante tra Alba e Cherasco), anch'essa gestita da Sias (operazione di cosiddetto cross-financing).

La decisione della Commissione prevede una serie di paletti per le proroghe: i tetti alle tariffe e l'80% dei lavori in gara, come detto, ma anche un massimale per il valore di subentro da pagare al concessionario uscente a fine concessione (al massimo l'1,5% dell'Ebitda), valori massimi prefissati per la remunerazione del capitale dei soci (wacc massimi), controlli sull'attuazione in modo che in caso di rendimento superiore al previsto, o investimenti in ritardo o non realizzati, scatti automaticamente una riduzione del valore di subentro finale e/o una riduzione della proroga.

Fa parte della decisione Ue anche l'impegno dell'Italia a mettere a gara entro il 2019, con bando unico, due concessioni oggi gestite da Sias (le autostrade A21 Torino-Piacenza e la Ativa, Ivrea-val d'Aosta), già scadute da uno o due anni. La nuova concessione avrà scadenza 2030, in modo che - scrive sempre la Commissione - l'Italia si impegna a mettere a gara nel 2030 un intero blocco di concessioni geograficamente connesse: Torino-Milano, A21, ex Ativa, Asti-Cuneo, oggi tutte del Gruppo Gavio.


LE SCHEDE


GRONDA DI GENOVA (4.320 MILIONI)
Previsti nuovi tracciati autostradali per 72 km (81% in galleria): nuova tratta da 50 km tra Genova e A26 (oltre Voltri), nuova carreggiata nord della A7 tra Genova O. e Bolzaneto e potenziamento A12 fino a Genova E. L'obiettivo è alleggerire la tratta urbana, come per il Passante di Mestre.

TERZE CORSIE ASPI (3.030 MILIONI) E ALTRO ASPI (588 MLN)
Oltre ad ammodernamenti diffusi, Aspi si impegna a realizzare terze corsie aggiuntive per: A11 Firenze-Pistoia; A1 Incisa-Valdarno; A13 Ferrara-Bologna; A13 Padova-Monselice; A12 Santa Marinella-Torrimpietra. E quarte corsie su: A14 Dir. Ravenna-Bologna S.L.; A1 Milano Sud-Lodi.

GRUPPO GAVIO (503 MILIONI)
La proroga dal 2026 al 2030 per Satap A4 (Gavio), prevede l'impegno ad ammodernamenti diffusi sulla Torino-Milano per 153 milioni (di cui 44 addizionali) e a finanziare il completamento della Asti-Cuneo (società sempre del Gruppo Gavio), 350 milioni, per il lotto mancante Alba-Cherasco

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