Urbanistica

Buia: bonus edilizi decisivi per la crescita del Pil, avanti così fino al 2023

Il presidente Ance: il governo non danneggi imprese e famiglie. Il 110% ha ridotto la CO2 di 6mila condomini

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di Giorgio Santilli

«L'assenza di chiarezza sulle intenzioni del governo di prorogare o meno i bonus edilizi danneggia gravemente le imprese che non possono programmare e sono costrette a rinunciare a lavori o a concentrarli in spazi di tempo ristrettissimi, in una fase in cui è già difficile trovare materie prime come per esempio l'acciaio per i ponteggi. L'incertezza rallenta i lavori programmati dai cittadini e finirà per produrre un freno anche alla crescita del Pil, cui in questa fase sta dando un forte contributo attivo anche l'edilizia. Servono risposte urgenti, non sappiamo se fra due mesi e mezzo si potrà ancora beneficiare delle agevolazioni attuali, e vediamo invece una confusione che cresce, con posizioni e rapporti che arrivano da ambienti di governo e mettono addirittura in discussione l'apporto positivo che il Superbonus sta dando agli obiettivi ambientali e all'abbattimento delle emissioni».

Il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, invoca da mesi una risposta del governo, chiara e netta, sul Superbonus, sul bonus facciate e sugli altri crediti di imposta in favore dei cittadini che eseguono i lavori in casa o nei condomini. In discussione non c'è solo il Superbonus, che comunque per il 2022 è già sostanzialmente prorogato. Il «bonus facciate», per esempio, pari a un credito di imposta del 90% sui lavori di riverniciatura eseguiti, costituisce uno strumento potente e un'alternativa al Superbonus soprattutto nei centri storici, dove i vincoli sono maggiori e il 110% spesso risulta inapplicabile: il 31 dicembre scade e famiglie e imprese non sanno se avviare nuovi lavori o continuare quelli in corso perché dal 1° gennaio potrebbero trovarsi senza copertura.

«La nostra posizione - dice Buia - è che, per non rallentare la ripresa del settore, bisognerebbe confermare subito tutte le agevolazioni fino al 2023 così come sono e discutere per tempo cosa lasciare e cosa togliere dal 2024. In questo modo aiuteremmo le imprese, le famiglie, i condomini a programmare. Non siamo contrari a una selezione delle misure o anche a un décalage dell'intensità degli aiuti per il futuro post 2023, ma chiediamo incentivi che restino stabili nel tempo e che si tenga sempre conto di due priorità che anche il Pnrr rilancia: l'efficienza energetica dei condomini e gli incentivi alla demolizione e ricostruzione per favorire la rigenerazione urbana, il rilancio delle nostre città».

Buia vuole prendere posizione anche sulla discussione in corso, nel governo, al Mef, al Mite, all'Enea, sul valore del Superbonus nella lotta alle emissioni di Co2. Ieri l'Enea ha smentito di aver elaborato un «rapporto riservato», come avevano riportato alcuni giornali, ma ha confermato di aver inviato alcune elaborazioni statistiche aggiuntive a Mef e Mite. Ministeri che già nei mesi scorsi avevano fatto trapelare una certa diffidenza verso il Superbonus. Due aspetti, in particolare, Buia vuole evidenziare su questa vicenda: l'efficacia dello strumento ai fini dell'obiettivo prioritario di abbattere le emissioni; l'assenza di speculazione da parte delle imprese che in questo momento sono semmai danneggiate dal rincaro dei materiali (spesso senza la possibilità di riassorbirlo nei contratti già stipulati).

Sul primo aspetto - dice Buia - «è paradossale che qualcuno rimpianga il vecchio incentivo al risparmio energetico che in sei anni ha attivato lavori in mille condomini contro i seimila attivati in un anno dal Superbonus. Banalmente, il costo per euro dell'abbattimento delle emissioni prodotto dal Superbonus è più alto perché l'aiuto pubblico è più alto. Ma questo non toglie che l'efficacia del Superbonus in termini di efficientamento energetico e di riduzione delle emissioni sia di gran lunga maggiore dei vecchi incentivi. Vogliamo tornare a finanziare qualche caldaietta vecchio modello e gli infissi e pensiamo di fare la lotta alle emissioni con questi strumenti? È ridicolo. È come rinunciare alle auto elettriche perché costano più del diesel. Se vogliamo davvero abbattere le emissioni del 50% entro il 2030 dovremo comunque puntare sull'intensità dell'aiuto e sulla velocità con cui gli incentivi dispiegano i loro effetti.

Il Superbonus è di gran lunga più efficace dei vecchi incentivi e non possiamo far altro che continuare».Quanto alle «bolle speculative» che qualcuno evoca per il rialzo dei prezzi, «vorrei ricordare che il rialzo dei prezzi è un fenomeno internazionale, non italiano, che penalizza le nostre imprese, in molti casi rende difficile programmare l'attività e ordinare in tempi accettabili i materiali che servono per fare lavori già concordati: i ponteggi, per esempio, oggi si riescono ad avere a 6-8 mesi dall'ordine ed è diventata una specie di lotteria». Quindi «nessuna bolla speculativa, anche perché il Superbonus ha introdotto la verifica con i prezzari Dei che non esisteva in precedenza e deve comunque rispettare un massimale per lo svolgimento dei lavori».«Diverso è l'argomento - conclude Buia - che oggi sul mercato si stanno proponendo imprese appena nate, senza alcuna qualificazione. Sono anni che noi chiediamo di superare una situazione per cui l'impresa edile si iscrive alla Camera di commercio e lavora senza bisogno di nessuna competenza e qualificazione. Una situazione che non ha eguali in nessun altro settore produttivo. Ben vengano, allora, norme che frenino questo fenomeno».

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