Caro-materiali, costruttori contro le rilevazioni in arrivo dal Mims: sottostimata l'impennata dei prezzi
No delle imprese alla metodologia usata dalla Commissione: dati molto più bassi del mercato. Allarme anche per le istanze da presentare entro 15 giorni dal decreto: servono linee guida
Acque agitate nella commissione incaricata di rilevare lo scostamento dei prezzi dei materiali edili, da cui dovranno discendere le compensazioni per le imprese colpite dall'impennata dei costi che sta avendo ripercussioni pesanti anche sui cantieri del Superbonus. L'atteso decreto con la rilevazione dei rincari oltre l'8% che il ministero delle Infrastrutture avrebbe dovuto varare entro il 31 ottobre è praticamente pronto e dovrebbe affacciarsi a brevissimo sulle pagine della Gazzetta Ufficiale.
Il rischio è però che, nonostante le attese, il provvedimento chiamato a individuare i materiali che hanno subito variazioni percentuali superiori all'8% nel primo semestre 2021, finisca per lasciare irrisolte gran parte delle richieste delle imprese.
Il punto chiave è la metodologia scelta per rilevare i prezzi che secondo i costruttori porta a dati completamente scollegati dalla realtà di mercato. Una sottostima dell'aumento dei prezzi che rischia di avere pesanti ripercussioni sulle casse delle aziende che puntano sull'intervento a compensazione.
Non si tratta di differenze marginali. I dati su alcuni prezzi dei materiali, comunicati dai costruttori dell'Ance che hanno formalizzato le obiezioni durante i lavori della commissione, chiariscono bene la situazione. Alcuni esempi: il Mims valuta in un +50,22% il rincaro evidenziato dalle lamiere in acciaio «corten». Per l'Ance si è andati ben oltre: +90,30 per cento. Per le tubazioni in acciaio elettrosaldate longitudinalmente il Mims si ferma al +29,98%, contro il +73,00% rilevato dall'Ance. Simile il gap che separa le valutazioni sulle tubazioni in acciaio nero senza saldatura: +23,09% Mims contro il +73,00% rilevato dall'Ance. Il divario si allarga parecchio andando a valutare l'impennata di costo del legname per infissi, con un aumento limitato al +21,84% secondo il Mims contro il +106,20% rilevato dall'Ance.
Alla base del problema, secondo i costruttori, ci sono «forti criticità sia nelle modalità di rilevazione attraverso cui hanno sino ad oggi operato i tre enti consultati dal Ministero (i.e., Provveditorati, Unioncamere ed Istat) sia nella metodologia utilizzata dalla Commissione che, operando una media tra dati profondamente disomogenei riportati dai tre enti, altera profondamente i risultati finali conducendo ad una "fotografia" del mercato delle costruzioni disancorata dal reale andamento dei prezzi corrisposti dalle imprese».
Va anche considerato che il paniere di riferimento conta solo 56 tipi di materiali, escludendo ad esempio le rilevazioni sull'andamento dei prezzi di carburanti e energia, che invece producono effetti a cascata su tutti gli altri costi di cantiere. Dunque c'è il pericolo concreto che una sottovalutazione dei rincari finisca per lasciare del tutto a bocca asciutta le imprese.
Anche perché - e questo è un secondo punto dolente che rischia di avere effetti ancora maggiori sulle attese di ristoro - presentare le richieste di compensazione alle stazioni appaltanti non sarà una passeggiata. La procedura prevede che le imprese interessate debbano avanzare l'istanza di compensazione entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto con la rilevazione dei prezzi. Null'altro viene specificato, meno che mai esiste un modello di presentazione della domanda o è stato chiarito quale sia il prezzo base cui fare riferimento per verificare lo scostamento dei prezzi rilevato con il decreto ministeriale. Si tratta del prezzo contenuto nell'offerta? Oppure quello effettivamente pagato dall'impresa al momento del ritiro del materiale? E quali sono i documenti per dimostrare i pagamenti? A chi tocca calcolare gli scostamenti?
Tutte questioni aperte che rischiano di inceppare in partenza l'intero meccanismo delle compensazioni. O quantomeno di ritardare ancora a lungo l'arrivo dei ristori e di esporre le imprese al vento delle contestazioni da parte delle stazioni appaltanti. Per questo i costruttori hanno chiesto al ministero di emanare linee guida o una circolare con indicazioni «univoche, che, nel rispetto della normativa, consentano alle amministrazioni il riconoscimento delle compensazioni in tempi rapidi e scongiurino, al contempo, il rischio di contenzioso connesso a prassi applicative non uniformi».