Appalti

Ciclovie nazionali, il ministero delle Infrastrutture lancia l'allarme sui progetti

immagine non disponibile

di Massimo Frontera

Schermaglie ministero-regioni sui progetti per le ciclovie nazionali. Ieri il sottosegretario alle Infrastrutture, Michele Dell'Orco ha preso l'iniziativa puntando il dito contro le regioni Emilia Romagna e Puglia e dicendosi "stupito" di dover constatare che «l'Emilia-Romagna e la Puglia, rispettivamente soggetti capofila per la progettazione e la realizzazione della ciclovia del Sole e della ciclovia dell'Acquedotto pugliese, pur avendo ricevuto i primi finanziamenti da parte del ministero per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica, latitano nella trasmissione dei progetti, nonostante numerosi solleciti inviatigli dalla competente Direzione generale del Mit, dimostrando scarsa collaborazione e profondo disinteresse per opere utili allo sviluppo della mobilità sostenibile. Opere che, per altro, porteranno certamente posti di lavoro e opportunità economiche per i territori attraversati dalle ciclovie». Il sottosegretario ha tenuto a ricordare di aver confermato lo stanziamento complessivo di 361,78 milioni di euro destinati alla realizzazioni delle 10 tratte nazionali, che compongono un maxi-anello nazionale, cui si aggiunge un anello nella regione Sardegna e anche il mini-anello nella Capitale, costituito dal Grab.

Lo scorso 22 gennaio è stato finalmente pubblicato il decreto Mit (Beni Culturali e Politiche agricole) che contiene la lista dettagliata dei tracciati, con relative caratteristiche tecniche, l'indicazione del piano economico che assegna e ripartisce la prima tranche di quasi 162 milioni di euro e - soprattutto - indica il percorso attuativo, con le relative scadenze da rispettare per la presentazione dei progetti e per la spesa delle risorse. Scadenze, peraltro, che le Regioni hanno chiesto e ottenuto di diluire in modo significativo rispetto alle prime impostazioni del testo (lasciato in eredità dal precedente governo).

Una prima scadenza "preliminare" è quella che riguarda la sottoscrizione dello schema di accordo di programma che ciascuna regione capofila del progetto (e il comune di Roma per il Grab) dovrà sottoscrivere con il Mit, eventualmente aggiornando il protocollo già firmato in precedenza. L'accordo di programma va firmato (o aggiornato) entro 90 giorni dall'entrata in vigore del Dm, cioè agli inizi di maggio.
La prima scadenza importante è invece fissata al 31 dicembre 2020. Entro questa data, le regioni capofila dovranno completare il progetto di fattibilità tecnico-economica della rete, applicando i requisiti di pianificazione e standard tecnici indicati in un apposito allegato allo stesso schema di decreto. L'attuazione del programma non ha finora fatto segnare un livello di attività particolarmente significativo. I singoli tavoli tecnici non sono stati più convocati da mesi. E nelle scorse settimane le associazioni civiche e di volontariato hanno fatto partire un tam tam per segnalare - in assenza di segnali di volontà istituzionale - il concreto rischio di perdere i fondi "appostati" sulle ciclovie.

Anche il comunicato diffuso ieri dal sottosegretario Dell'Orco evoca il rischio di un definanziamento, sia pure limitato a due singoli progetti - la ciclovia Sole e la ciclovia Aquedotto Pugliese - e attribuendone la responsabilità alle rispettive regioni capofila, Emilia Romagna e Puglia. «I ritardi, imputabili unicamente alle Regioni menzionate, potrebbero determinare importanti rilievi della Corte dei Conti, costringendo il Ministero a chiedere indietro i fondi già erogati, con il rischio di un importante danno economico per i territori interessati dalle ciclovie», ha detto Dell'Orco.

Alla mossa del Mit ha replicato, per la sua parte, l'assessore ai trasporti dell'Emilia Romagna, Raffaele Donini. «Nessun ritardo della Regione - ha replicato Donini -, i tempi sul progetto in linea con quelli indicati dal Ministero delle Infrastrutture. Prima di attaccare l'Emilia-Romagna, il sottosegretario Dell'Orco si informi presso i suoi uffici». «Tutte le date - ha aggiunto - sono state autorizzate da Roma, proroghe per le quali i progetti possono essere presentati entro la fine all'estate, cosa che noi faremo entro aprile, quindi del tutto nei tempi. Stucchevole questa prassi di relazionarsi alle Istituzioni a mezzo comunicato». «Proprio questa settimana - ha aggiunto l'assessore dell'Emilia Romagna - è previsto un evento, da tempo in agenda, nel quale io stesso e il sindaco metropolitano Virginio Merola daremo comunicazioni importanti rispetto al progetto, che nel giro di pochissimi anni inserirà la nostra Regione al centro di una delle più importanti rotte europee del cicloturismo».

Nessuna replica finora dalla Regione Puglia, dove oggi il presidente Michele Emiliano interviene alla sottoscrizione di un accordo di collaborazione istituzionale finalizzato a progettare un tratto della ciclovia nazionale Adriatica.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©