Corte conti, alert sulla riforma: «Danneggia chi lavora bene»
All’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente Carlino critica i limiti ai risarcimenti e le esimenti sulle responsabilità: «Allentano i comportamenti virtuosi»
La riforma della Corte dei conti in discussione alla Camera poggia sull’«intuizione condivisibile» di «intervenire contestualmente sulla funzione giurisdizionale e sulla funzione di controllo». Ma l’idea di un «limite generalizzato al risarcimento del danno» e delle esimenti che puntano a «rendere il controllo della Corte prevalentemente funzionale all’esclusione della responsabilità per colpa grave» rischiano di «tradursi in un progressivo allentamento dei comportamenti virtuosi» in chi lavora con la Pa e di produrre «effetti negativi sulla gestione delle risorse collettive e sul diritto dei cittadini a una buona amministrazione».
Come da tradizione, la forma utilizzata dal presidente della Corte dei conti Guido Carlino all’inaugurazione dell’anno giudiziario è controllata nell’indicare i temi ancora al centro del confronto fra Governo e maggioranza da un lato e magistratura dall’altro sulla riforma della Corte. Ma la sostanza è netta. E densificata dalla solennità dell’occasione, nella cerimonia celebrata alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Perché nemmeno l’ultima tornata di emendamenti che i relatori hanno concordato con Palazzo Chigi (Nt+ Enti locali & Edilizia del 30 gennaio) nel tentativo di far decollare l’esame di una riforma fin qui impantanato nei contrasti interni alla politica e con la Corte sembrano sufficienti a spianare la strada.
I punti critici sono molti, ma i due principali remano nella direzione di ridurre al minimo il rischio di dover ripagare il danno erariale. A questo obiettivo risponde il tetto alle condanne, che negli ultimi testi è diventato doppio perché impedirebbe ai risarcimenti di superare il 30% del «pregiudizio accertato» dalla sentenza di condanna e il doppio della retribuzione lorda; in un meccanismo che quindi taglierebbe automaticamente del 70% l’indennizzo alla Pa danneggiata, anche quando l’importo è minimo. Il secondo sono i salvacondotti che si moltiplicherebbero insieme agli atti sottoposti al controllo preventivo, scattando anche nei casi in cui la Corte non riuscisse a esaminarli nei tempi previsti: un inedito silenzio-assenso che non si applicherebbe ad autorizzazioni, ma all’azione della magistratura. Ad agitare la Corte c’è poi l’ipotesi di ripensare e ridurre le sezioni regionali, prima prevista da un emendamento che le condensava in sei articolazioni e ora rimessa a una legge delega da costruire.
Quello pronunciato dalla Corte non è un «no» secco a qualsiasi intervento, come ribadito ieri dal Procuratore generale Pio Silvestri richiamando «la necessità di adeguare anche gli istituti della responsabilità amministrativa a un contesto mutato che abbisogna di maggiori certezze e garanzie» sulla scorta anche delle riflessioni della Corte costituzionale. Ma proprio il richiamo alla Consulta permette a Silvestri di rimarcare che «la responsabilità amministrativa funziona da deterrente rispetto al dispregio della cosa pubblica, per cui sarebbe un errore restringere gli spazi della responsabilità erariale» con la conseguenza di «disincentivare l’attività di quegli amministratori e funzionari pubblici che lavorano costantemente per il bene comune».
A sostegno delle proprie tesi ieri i magistrati hanno messo sul piatto i numeri dell’attività. Che mostrano prima di tutto un’impennata nell’esecuzione delle sentenze, aumentata nel 2024 del 122,8% (133 milioni contro 59,7 del 2023) pur rimanendo più leggera di quel che servirebbe dal momento che sono le stesse Pa danneggiate a essere responsabili della raccolta effettiva delle risorse. Molte anche le denunce piovute sui tavoli dei magistrati nonostante lo scudo erariale: l’anno scorso sono state 47.739, ma 18.097 (il 37,9%) sono sfociate in archiviazioni immediate. Segno, secondo la Corte, che il processo contabile non è uno spauracchio privo di filtri.
Relazione orale del Presidente della Corte dei conti
Relazione sull’attività svolta dall’Istituto
Intervento orale del Procuratore generale della Corte dei conti
Relazione della Procura generale
Il nodo dei controlli sulla dimora abituale del contribuente dopo la sentenza 209/2022 della Consulta
di Matteo Vagli (*) - Rubrica a cura di Anutel