Urbanistica

Da superbonus 110% e sconti edilizi ipoteca da 22 miliardi sulla prossima manovra

L’82% dei 116 miliardi totali pesa sui bilanci pubblici del governo Meloni

di Gianni Trovati

Il superbonus e gli altri incentivi all'edilizia concentrano 96,2 miliardi di costo su 116,1, cioè l'83% del totale, negli anni che vanno dal 2023 al 2027, cioè in pratica nella legislatura appena iniziata. L'ipoteca in termini di fabbisogno, e quindi di debito pubblico quando è finanziato dall'emissione di titoli di Stato, vale 21,97 miliardi sul prossimo anno, dopo i 18,62 del 2023, sale a 23,6 miliardi nel 2025 per toccare il picco di 24,56 nel 2026, prima di ammorbidirsi a 7,24 e e a 4,92 miliardi nei due anni successivi.

Le cifre sono dettagliate nella memoria depositata ieri dal ministero dell'Economia in commissione Bilancio alla Camera dopo l'audizione tenuta martedì dal dg del Tesoro Riccardo Barbieri, dal dg delle Finanze Giovanni Spalletta e dal Ragioniere Generale dello Stato Biagio Mazzotta. Proprio Mazzotta aveva anticipato che la quota più importante dei costi prodotti dagli incentivi all'edilizia si sarebbe concentrata sul 2023-2026 (Sole 24 Ore di mercoledì). Ora le tabelle del Mef offrono però un quadro molto più dettagliato. E spiegano bene l'avversione per la materia maturata dal premier Meloni e dal ministro dell'Economia Giorgetti e la decisione di febbraio di bloccare tutto improvvisamente nonostante le evidenti ricadute in termini di consenso. Perché Superbonus e affini, all'atto pratico, ipotecano tutta la politica economica del governo.

Sull’anno prossimo l’assegno già staccato nelle stime aggiornate vale appunto 21,97 miliardi. Si tratta di margini di bilancio che mancheranno a una manovra d’autunno già chiamata (si veda l'articolo a fianco) a trovare i fondi per la replica del cuneo fiscale, per il sostegno ai redditi dei dipendenti pubblici e per finanziare sanità e welfare, e nello stesso tempo a stringere ulteriormente i bulloni della correzione fiscale necessaria a mantenere il debito nel percorso di discesa chiesto dal Patto di stabilità Ue in via di ristrutturazione. Messo così sembra un miracolo, che potrà essere mitigato solo da una crescita decisamente superiore alle attese (come per ora si sta registrando nei dati dell’Istat) e da un Pnrr che riemerge dalle sabbie mobili di oggi.

Il conto dei 116,1 miliardi, e dei 45,2 miliardi di sforamento rispetto alle previsioni, abbraccia tutti gli sconti fiscali all’edilizia. Ma non serve una calcolatrice particolarmente raffinata per individuare nel Superbonus l’indiziato principale. Al 110% competono 17 dei 22 miliardi di ipoteca sull’anno prossimo, e 67 dei 116 miliardi totali fino al 2035 (altri 19 sono targati bonus facciate). Perché nemmeno nei conti pubblici esistono pasti offerti gratuitamente.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©