Personale

Decreto Pa, per i tecnici Pnrr corsia preferenziale al posto fisso

Al via il decreto con 24mila ingressi a tempo (22mila nella Giustizia, 500 alla Ragioneria)

di Gianni Trovati

I ministeri e le altre Pa titolari di interventi del Pnrr potranno mettere a carico del Piano «esclusivamente le spese per assunzioni di personale specificatamente destinato» ai progetti, dopo aver definito il fabbisogno di nuove forze e aver ricevuto l’autorizzazione del «servizio centrale per il Pnrr» in costruzione alla Rgs. La macchina invece parte subito per le 24mila «assunzioni già espressamente previste nel Pnrr», con contratti a tempo per un massimo di 5 anni: si tratta in realtà di contratti a tempo (massimo 5 anni) o di incarichi di collaborazione, destinati a 16.500 laureati in materie giuridiche ed economiche per l’«ufficio del processo», altri 5.410 (diplomati e laureati) sempre alla Giustizia per il supporto tecnico informatico ai tribunali, mille «esperti multidisciplinari» per gli enti territoriali (costo 165 milioni, servirà un Dpcm), 500 (invece dei 350 previsti inizialmente) per la rendicontazione assicurata dalla Rgs alla commissione europea più eventuali altri 300 in caso di «motivate esigenze», 268 per la Transizione digitale a Palazzo Chigi e 67 per l’Agid. Per il ministero della Transizione digitale arriverà invece un decreto su misura la prossima settimana.

Si basa su questo impianto il compromesso raggiunto giovedì sera alla cabina di regia che ha spianato la strada per l’approvazione del decreto sul «reclutamento» nella Pa ieri in consiglio dei ministri. La spinta degli altri ministeri per gonfiare i propri organici grazie al vento del Recovery si tradurrà quindi in battaglie bilaterali con la Ragioneria (e Palazzo Chigi). Ma intanto il decreto parte. E, come rivendicato dal ministro per la Pa Renato Brunetta, continua a guardare oltre la contingenza del Pnrr per introdurre una serie di novità strutturali come la creazione dell’area per il personale «ad alta specializzazione» e un percorso di carriera che può portare i funzionari nei ruoli dirigenziali.

In questo modo, il decreto rispetta i criteri imposti dalle regole comunitarie, che impediscono di caricare la spesa strutturale sui fondi di Next Generation Eu. Il personale elencato nel testo avrà contratti a tempo determinato, che potranno superare la classica durata triennale ma senza sforare il calendario dei progetti a cui sono collegati. Per essere valido, il contratto dovrà infatti indicare il progetto per il quale viene attivato; e potrà essere interrotto per giusta causa ex articolo 2119 del Codice civile se non saranno raggiunti gli obiettivi intermedi o finali previsti dal progetto. Per gli altri ministeri serviranno «altre migliaia di persone», spiega Brunetta, assicurando però che «non ci sarà nessun assalto alla diligenza».

Per rendere più attrattivo il reclutamento, e per non disperdere le competenze che saranno maturate con il Pnrr, le regole approvate ieri aprono a chi avrà un contratto a tempo determinato per il Pnrr una corsia preferenziale verso il posto fisso, con una riserva di posti fino al 40% dedicata a chi avrà lavorato almeno per 36 mesi.

Per accelerare i tempi della selezione si applicheranno i meccanismi appena definiti dalla riforma dei concorsi, con una sola prova scritta. E la Funzione pubblica attiverà il portale unico del reclutamento con due elenchi: i professionisti e gli esperti per gli incarichi di collaborazione (serve l’iscrizione all’albo o all’ordine da 5 anni) e il personale con «alta specializzazione» per i contratti a tempo. Per l’iscrizione al secondo elenco servirà un’idoneità, da ottenere con un esame scritto. Per pescare da questo «LinkedIn», secondo la definizione di Brunetta, le Pa dovranno invitare almeno tre candidati da selezionare. Il tutto «nel rispetto della parità di genere».

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