Personale

Decreto Semplificazioni, dipendenti statali distaccati, alt ai rientri per tutto il Pnrr

Salta invece la riapertura ai pensionati degli incarichi dirigenziali retribuiti

di Gianni Trovati

Per assicurare la «continuità dell’azione amministrativa» la legge di conversione del decreto Recovery bloccherà fino al 31 dicembre 2026 le norme che prevedono il rientro nell’amministrazione statale di appartenenza del personale che a qualunque titolo (per esempio distacco, comando eccetera) lavora oggi presso una Pa titolare di uno dei progetti del Pnrr. L’unico meccanismo a non essere congelato sull’altare del Recovery, ovviamente, è il pensionamento per limiti di età.

È questa la novità più importante in fatto di publico impiego nel ricco elenco degli emendamenti al Dl 77/2021 approvati nel convulso esame del provvedimento alle commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera. Il correttivo conferma l’allarme che risuona ai piani alti della Pubblica amministrazione sulla capacità amministrativa degli enti pubblici e sulla presenza delle «alte professionalità» necessarie a garantire l’attuazione del programma di investimenti finanziato dagli aiuti comunitari. Per rimediare, la Funzione pubblica ha avviato una nuova stagione di concorsi che però nelle sue prime prove, con bandi ereditati dai tempi del Conte-2, ha mostrato con chiarezza tutte le difficoltà che le nostre amministrazioni incontrano quando provano ad attrarre professionalità già formate, soprattutto fra i tecnici lontani dal classico ambito giuridico-economico. Nel frattempo si è aperto il cantiere del Portale del Reclutamento, con il Dl 80 che sta per entrare nel vivo dell’esame del Senato e che potrebbe vedere qualche modifica come una rivisitazione dei requisiti per l’accesso per esempio dei professionisti (il testo originario chiede 5 anni di iscrizione all’albo). E la contrattazione dovrebbe creare nei comparti quell’area delle «alte professionalità» (se ne parlerà oggi in un incontro all’Aran con i sindacati sulla revisione dell’ordinamento professionale nelle Funzioni centrali) che dovrebbe rappresentare il funzionariato tecnico oggi latitante negli organigrammi degli enti pubblici.

Per realizzare tutte queste mosse però ci vuole tempo, e il calendario serrato del Recovery non ne offre troppo per cui la prima urgenza è di evitare il rischio di perdere le professionalità che ci sono.

Un rafforzamento su misura è previsto poi per il ministero dell’Economia. Qui l’obiettivo dichiarato dell’emendamento approvato in commissione è quello di «avviare tempestivamente le procedure di monitoraggio degli interventi del Pnrr». Per raggiungerlo, come anticipato sul Sole 24 Ore di sabato scorso, si prevedono 50 assunzioni per «personale non dirigenziale di alta professionalità» da inquadrare al Tesoro e alle Finanze. Le 50 posizioni, che potranno essere ricoperte pescando dalle graduatorie in vigore e senza prima effettuare le procedure di mobilità interna altrimenti obbligatorie, saranno però a tempo indeterminato, e supereranno quindi l’orizzonte temporale del Recovery. Altre due modifiche per Via XX Settembre prevedono una nuova posizione di livello generale alla Ragioneria, e limitano la consulenza giuridica dell’ufficio del coordinamento legislativo al ministro, escludendo i sottosegretari.

Salta invece in extremis l’emendamento che riapriva le porte degli incarichi dirigenziali retribuiti ai pensionati. L’unico emendamento approvato all’articolo 10 evita agli enti locali gli obblighi di accantonamento per le perdite delle partecipate nel 2020. Per evitare intoppi nella gestione dei fondi a livello locale, poi, si prevede la possibilità di contabilizzarli con variazione in esercizio provvisorio e la possibilità di utilizzarli anche in caso di disavanzo. Le somme potranno essere accertate in base al documento di riparto, senza aspettare l’impegno di spesa da parte dell’amministrazione che le eroga.

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