Urbanistica

Edilizia, Cresme: rimbalzo al 13% ma rischio prezzi

Rapporto congiunturale: ripresa 2021 trainata da opere pubbliche (+18,2%) e Superbonus (+18,1%)

di Giorgio Santilli

Impennata che avvia una crescita duratura o fiammata momentanea e drogata? Il Cresme presenta oggi il suo rapporto congiunturale semestrale sul settore delle costruzioni e guarda alla qualità del clamoroso rimbalzo 2021, che quantifica al 12,7%, dopo una caduta 2020 contenuta al 4,9% (l'istituto di ricerca riporta anche il dato della riduzione dell'imponibile Iva in edilizia fermo a -2,9%). La crisi del Covid, stando a questi numeri, è già largamente superata nel settore dell'edilizia, con la spinta «straordinaria» che arriva dalle opere pubbliche pre-Recovery (+18,2% la previsione per il 2021) e dalla riqualificazione residenziale spinta dal Superbonus (+18,1%). È la «nuova iniezione di soldi pubblici» - nota il Cresme - a impennare il settore, prima ancora che arrivi l'ondata del Pnrr. Ma a sollevare i dubbi sulla qualità del rimbalzo - fino a parlare di «rischio bolla» - non è solo la spinta dei superincentivi destinati a finire al più tardi nel 2023 o dei fondi europei in arrivo, anch'essi a termine, bensì il divario enorme fra domanda e offerta (con il rischio che saltino «i dovuti accorgimenti per conservare una qualità produttiva elevata») e la crescita abnorme dei prezzi dei materiali.

C'è la variabile esogena del rincaro dei materiali che pure il Cresme ricorda o documenta. «Fra novembre 2020 e maggio 2021 tondo in acciaio per calcestruzzo armato: +150%; fra novembre e aprile, polietilene: da +113% a +128%; rame: +30%; petrolio: +45%; bitume: +22%». E ancora «la Banca Mondiale prevede per il 2021 alluminio a +29%, rame a +38%, ferro a +24%». Il legno da costruzione +60-70% nei primi mesi del 2021.Ma c'è anche una «variabile interna» nella dinamica dei prezzi. Ed ecco il focus sul Superbonus. «I lavori che beneficiano del Superbonus - afferma la ricerca - rivelano un costo per unità di prodotto in sensibile crescita da un mese all'altro: se le asseverazioni protocollate al 30 marzo dichiaravano un importo di 231 euro al metro quadro per gli interventi trainanti sull'involucro, fra il 30 marzo e il 17 maggio, l'importo cresceva a 264 euro per metro quadro (+14% in 47 giorni). Nello stesso lasso di tempo, gli interventi trainati sulle singole unità immobiliari (pareti verticali, pavimenti, infissi, coperture) aumentavano da 857 euro al metro quadrato a 1.238 euro al metro quadrato (+45% in 47 giorni). L'importo medio dei lavori per condominio - calcola il Cresme - era pari a 464.110 euro nelle asseverazioni protocollate da Enea al 30 marzo.

Lo stesso importo medio è lievitato a 567.117 nelle asseverazioni giunte fra il 30 marzo e il 17 maggio: +22%. Il prezzo dei ponteggi «è cresciuto da 11 euro a 27».L'inflazione da materie prime non è stata l'unica componente, quindi. «Il nostro panel di interlocutori, produttori e distributori - afferma l'istituto di ricerca - testimonia di un aumento dei listini, su base annua, a giugno '21 che va dal +3% al +10% , con una media del +6,2%. La media ponderata degli incrementi per unità di prodotto (metro quadro o Kw) nelle asseverazioni del Superbonus è stata del +13% fra il 30 marzo ed il 17 maggio». «La ripresa - anticipa al Sole 24 Ore il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - non sarà uguale per tutti, né a livello settoriale, né territoriale. È come un enorme puzzle che è stato scomposto ed è crollato; ora vanno rimessi a posto i tasselli uno a uno e non è detto che ci si riesca. Ma devono essere tasselli nuovi. Qualcuno guadagnerà molto dalla crisi, anche speculando sulla crescita dei prezzi. Qualcuno sopravviverà grazie alla domanda drogata. Ma a muovere una crescita strutturale devono essere una maggiore efficienza del settore, digitalizzazione e sostenibilità. Questo processo virtuoso non sembra essersi innescato. Dalle asseverazioni protocollate Enea con due miliardi di spesa avremo un risparmio energetico pari a poco meno di 336mila MWh/anno, cioè 0,029 MTep/anno. Per raggiungere l'obiettivo di risparmio energetico di 0,33 MTep/anno,indicato nel Pniec, con questi importi servirebbero 22,8 miliardi di euro l'anno».Per quanto riguarda le previsioni dei comparti che saranno presentate oggi, oltre al 12,7% della crescita di investimenti 2021 (al netto della manutenzione ordinaria), va registrata un'ulteriore crescita del 5,7% nel 2022 e del 4,1% nel 2023. Le opere pubbliche continueranno una crescita a due cifre anche nel 2022 (10,3%) e nel 2023 (13,4%) spinte stavolta anche dal Pnrr. E la stessa cosa varrà per il rinnovo residenziale (6% nel 2022 e 2,5% nel 2023).

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