Progettazione

Gare progettazione a livelli record, gli architetti al Governo: nuovo codice non freni il rilancio

Osservatorio Cnappc-Cresme: servizi di ingegneria e architettura passati dai 300 milioni del 2016 ai 3 miliardi del 2022. Boom dei concorsi: dai 108 del 2021 ai 511 nel 2022. L'allarme: l'eccesso di semplificazione rischia di abbassare la qualità delle opere pubbliche

di Mauro Salerno

Gare di progettazione a livelli record. Numeri così nel mercato dei servizi di ingegneria e architettura attivato dagli investimenti nel settore delle opere pubbliche non si sono mai visti. Certo c'entra il Pnrr, ma anche l'arrivo a compimento di programmi avviati in precedenza. E, non da ultimo, l'attenzione che il codice attualmente in vigore (sebbene ampiamente derogato) riserva al ruolo della progettazione nel processo di realizzazione delle opere.

I numeri di questo boom, di cui si erano già colti ampi segnali, vengono evidenziati in una ricerca ad hoc realizzata dall' Osservatorio servizi di architettura e ingegneria Cnapcc-Cresme che sarà illustrata domani, 10 marzo, a Roma nel corso della conferenza nazionale degli ordini degli architetti.

I dati raccontano di un mercato esploso dopo l'approvazione del codice appalti del 2016, quando il valore di mercato si aggirava introno ai 300 milioni di euro, balzando fino alla quota di tre miliardi raggiunti nel 2022. Nel frattempo è raddoppiato anche il numero dei bandi di gara, passato da 2.900 a quasi 6mila. Straordinario anche il successo dei concorsi, che invece hanno sempre sofferto una storia di marginalità nella progettazione delle opere pubbliche italiane. Al contrario di quanto accade in Francia, dove invece i concorsi - e dunque la competizione sul progetto e non sul fatturato del progettista - sono da sempre lo strumento principale per selezionare il progetto delle nuove opere. Secondo i dati della ricerca Onsai Cnappc-Cresme ancora nel 2020 in Italia si contavano soltanto 121 concorsi di progettazione, nel 2021 sono stati 108. Poi il crescendo del 2022 chiuso con ben 511 concorsi e le attese per l'anno in corso dove soltanto nei primi due mesi si sono già contate ben 300 competizioni di idee o di progettazione.

La ricerca sottolinea che dopo una fase di incertezza legata all'entrata in vigore del codice del 2016 il mercato dei lavori pubblici cui è legata a doppio filo la progettazione sia esploso, a partire dalle semplificazioni introdotte con i decreti Sblocca-cantieri (Dl 32/2019) e Semplificazioni (Dl 76/2020), per poi accelerare ancora sull'onda del Pnrr, arrivando fino a un livello di 83 miliardi di opere pubbliche mandate in gara nel 2022. «Siamo entrati in una nuova fase delle opere pubbliche e il ruolo della progettazione è importante - si spiega nella ricerca - e non si tratta solo di gare: negli ultimi due anni sono state aggiudicate gare per un ammontare di oltre 100 miliardi».

Tutto bene dunque? Il punto sta proprio qui, per gli architetti che dedicheranno la sessione di domani proprio a questo tema. Il rischio, sottolineano, è che l'arrivo del nuovo codice appalti - che il ministro Matteo Salvini ha annunciato in Consiglio dei ministri già la prossima settimana - finisca per bloccare del tutto questo slancio.

«È forte il rischio che l'eccessiva semplificazione alla quale tende il testo del nuovo codice dei contratti non valorizzando il concorso di progettazione, anzi, sottovalutandolo, abbassi fortemente la qualità delle opere pubbliche, frenando così l'avvio di una stagione virtuosa», denuncia il Consiglio nazionale degli architetti. «Il concorso di progettazione non è solo la procedura fondamentale per garantire l'ottenimento di progetti di alta qualità armonicamente inseriti nell'ambiente e nei territori, ma rappresenta un importante investimento di denaro pubblico capace di mettere in atto processi incisivi e duraturi. Ai giovani professionisti, poi, dà la possibilità di partecipare ad una selezione meritocratica sui progetti che prevede l'affidamento dell'incarico al vincitore», viene ancora sottolineato.

Preoccupa ovviamente anche la liberalizzazione dell'appalto integrato (cioè l'affidamento congiunto di progetto e lavori alle imprese), che il codice del 2016 aveva fortemente limitato, con una posizione in realtà poi sconfessata da una raffica di deroghe. Nel 2016 l'importo degli appalti che affidavano in un colpo solo progettazione e lavori non superava i 2,5 miliardi, nel 2022 si è arrivati a oltre 35 miliardi, pari al 42% del mercato delle opere pubbliche.

Le altre criticità relative al codice in via di approvazione finale e che emergono dalla ricerca riguardano il calcolo del corrispettivo da porre a base di gara, il mancato ricorso al concorso per la progettazione di lavori di particolare rilevanza, la mancata conferma della prestazione riservata agli architetti quando sono in ballo immobili storici(art. 52 del Regio decreto 2537/1925 ). Infine, secondo la ricerca, i primi risultati del 2023 fanno emergere una minore incidenza dei casi di affidamento al vincitore del concorso dei livelli successivi di progettazione a motivo del sempre più frequente ricorso all'appalto integrato.

Dai dati della ricerca emerge poi che degli 83 miliardi di lavori in gara nel 2022: 53,6 miliardi riguardano le infrastrutture (reti di trasporto, idriche, rifiuti, energia e telecomunicazioni) e interventi di difesa del suolo, verde pubblico e arredo urbano; ma 30 miliardi di lavori riguardano l'edilizia pubblica sia di nuova costruzione che di riqualificazione. Dei 3,1 miliardi riguardanti le gare di progettazione nel 2022 il 69% è affidato mediante accordi quadro (circa 2,1 miliardi) uno strumento sempre più utilizzato dalle amministrazioni, ma che non dà assoluta certezza che l'importo si tramuti completamente in spesa effettiva. Di questi il 45% (1,4 miliardi) sono bandi Invitalia per la progettazione, la direzione lavori e il collaudo di lavori pubblici Pnrr-Pnc inseriti nel Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare (Pinqua), nei Piani urbani integrati (Pui) per la ristrutturazione, la manutenzione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di strutture edilizie pubbliche esistenti, nel Piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale (edifici e aree naturali), tra gli investimenti della Missione 6 «Salute» per la realizzazione di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale (Case della Comunità e ospedali di Comunità). I principali committenti per la progettazione sono Comuni e enti centrali; sanità, scuole, vita sociale e abitare i principali ambiti tematici.

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