Ici/Imu, legittima la notifica tramite raccomandata con avviso di ricevimento
In tema di tributi locali, il Comune, quale ente impositore, può notificare al contribuente gli avvisi di accertamento mediante raccomandata, con avviso di ricevimento, per il tramite del servizio di posta universale (fino alla effettiva liberalizzazione dello stesso).
È questo il principio di diritto espresso dalla prima sezione civile della Suprema Corte di cassazione con la ordinanza n.16165/2018.
Il fatto
Un operatore economico ha impugnato dinanzi al giudice tributario di merito gli avvisi di accertamento emessi dall’ente impositore in tema di Ici, eccependo, tra l’altro, che i provvedimenti impositivi gli erano stati notificati mediante raccomandata con avviso di ricevimento e non mediante l’ausilio dell’ufficiale giudiziario, cosa che avrebbe determinato la nullità per l’assenza della relazione di notificazione.
La Commissione tributaria, sia provinciale che regionale, ha respinto il ricorso del contribuente.
La suprema Corte, con l’ordinanza in rassegna, conferma, in sede di legittimità, la pretesa tributaria.
La decisione
La pronuncia della Suprema Corte è degna di pregio giuridico e, pertanto, condivisibile per chi scrive, poiché essa, in continuità con la giurisprudenza consolidata, afferma che la modalità di notifica, per raccomandata con avviso di ricevimento, degli atti impositivi, emanati dagli enti locali è una modalità espressamente prevista dall'articolo 1, comma 161 della Legge n. 296/2006, cosa che la Corte ha più volte avuto modo di osservare.
Anche laddove sia prevista detta forma di notificazione, trovano applicazione le norme del regolamento postale concernenti la consegna dei plichi raccomandati, di modo che non va redatta alcuna relata di notifica o annotazione specifica sull'avviso di ricevimento in ordine alla persona cui è stata consegnata il plico e l'atto pervenuto all'indirizzo del destinatario deve ritenersi ritualmente consegnato a quest'ultimo, stante la presunzione di conoscenza di cui all'articolo 1335 Cc, superabile solo se esso dia prova di essersi trovato senza sua colpa nell'impossibilità di prenderne cognizione.
Conclusioni
La sentenza legittima una procedura prevista da una espressa disposizione legislativa e rileva che, nel caso di specie, il contribuente, ricevuta la consegna dell'atto impositivo, lo ha impugnato nei termini facendo valere in dettaglio le proprie difese che postulano la puntuale conoscenza dell'atto medesimo.
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di Marco Castellani (*) - Rubrica a cura di Ancrel