Appalti

Imprese in crisi/1. I creditori di Cmc: «Non pagati per 50 milioni, vogliamo subentrare»

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di Alessandro Arona

Il colosso cooperativo delle costruzioni Cmc Ravenna - in concordato preventivo in bianco dal 7 dicembre scorso - «non paga fatture a fornitori e subappaltatori da 18 mesi», e solo per i creditori siciliani deve pagare arretrati per 50 milioni di euro. Ad annunciarlo in un comunicato è il «Comitato delle imprese creditrici del Gruppo Cmc di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia», costituito presso il notaio Alfredo Grasso di Caltanissetta da oltre 70 fra aziende edili e fornitori specialistici.

Il Comitato - scrivono - «vanta crediti per 50 milioni di euro nei confronti di Cmc», e chiede al governo «l'adozione di una procedura straordinaria (simile a quella scelta dal ministero dello Sviluppo economico per la ripresa dei lavori della Siracusa-Gela) per far subentrare le imprese affidatarie e subaffidatarie nell'esecuzione degli appalti in Sicilia assegnati dall'Anas a Cmc, al fine di garantire la prosecuzione dei cantieri e di evitare che opere di collegamento strategiche per lo sviluppo dell'Isola, come la Agrigento-Caltanissetta, la Palermo-Agrigento e la metropolitana di Catania, diventino le ennesime incompiute». Il Comitato farà inoltre causa all'Anas per il recupero dei crediti, in quanto ritiene la società strade responsabile di mancati controlli nei confronti di Cmc.

Il Comitato - in particolare - ha dato mandato all'avvocato Patrizia Stallone di Palermo di agire legalmente nei confronti di Anas per il recupero indiretto di tali crediti «in quanto riteniamo l'Anas - scrivono le imprese nel comunicato - responsabile di non avere esercitato i dovuti controlli nei riguardi di Cmc, pur avendo piena contezza, attraverso gli strumenti forniti dai numerosi e stringenti protocolli di legalità sottoscritti per l'esecuzione di questi appalti, delle somme erogate a Cmc e delle fatture che questa non pagava ai subappaltatori e fornitori. Era evidente, anche a seguito delle nostre continue segnalazioni, che qualcosa non funzionava, ma Anas non è intervenuta, contribuendo così a provocare il danno nei nostri confronti».

«La priorità - spiega a Edilizia e Territorio Salvo Ferlito, presidente del Comitato creditori - è che ci paghino le fatture non quietanzate. Da inizio 2018 la situazione è andata via via peggiorando, e da luglio i cantieri si sono del tutto fermati. L’opera è soggetta al sistema di monitoraggio finanziario della legge obiettivo (denominato C.a.p.a.ci.), che traccia ogni pagamento e per tutta la filiera dei fornitori. Dunque l’Anas e il governo avevano tutti gli strumenti per sapere esattamente che Cmc non pagava. Non sempre le piccole imprese hanno la possibilità di denunciare, anche alla stessa Anas, per paura di effetti ritorsivi sugli affidamenti futuri. Ma l’Anas sapeva perfettamente, per questo ora chiediamo all’Anas di procedere in base al Codice al pagamento diretto delle Pmi sub-affidatarie».

Il Comitato ha sollecitato l'intervento delle nove Prefetture dell'Isola e ha incontrato l'assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, perché - scrivono nel comunicato - «non si possono attendere i tempi lunghi di qualsiasi procedura amministrativa, giudiziale, concorsuale o fallimentare cui potrà andare incontro il general contractor», e denunciano «una gravissima condizione finanziaria che porterà le imprese impegnate con Cmc a chiudere se non riceveranno al più presto le somme dovute, con la conseguente perdita del lavoro per circa 2mila dipendenti. Una crisi industriale due volte superiore a quella dell'ex Fiat di Termini Imerese».

I CANTIERI DI CMC IN SICILIA
Cmc ha in corso con Anas tre grossi lavori, per un valore delle opere di 1,255 miliardi di euro: si tratta di cantieri in fase avanzata di realizzazione, importanti soprattutto per il contenzioso su Sal non pagati e riserve per extracosti (110 milioni di “petitum” di cui 50 pagati), piuttosto che per la quota residua da realizzare, che vale solo 136 milioni di euro. Per la funzionalità delle opere, naturalmente, anche una quota residua da realizzare incide sulla possibilità di una piena fruizione dell’infrastruttura.
Due contratti sono per la superstrada Agrigento-Caltanissetta, e su questi si sono registrate le maggiori tensioni con Anas per il riconoscimento dei Sal e il relativo pagamento: il lotto Empedocle 1 è praticamente finito, al 99,9% di avanzamento, con valore contrattuale per Cmc di 354 milioni (0,4 milioni residui), il lotto Empedocle 2 è al 90% e vale 669 milioni per Cmc (66,2 milioni residui).
Sempre in Sicilia la Palermo-Lercara Friddi (Palermo-Agrigento), 231 milioni per la coop e avanzamento 72% (valore residuo per Cmc 65,8 milioni).

Due cantieri di Cmc in Sicilia sono poi con la Ferrovia Circumetnea, entrambi per la tratta metropolitana nella zona di Catania, entrambi con Cmc al 100%: il lotto Nesima-Catania , 81,2 milioni di euro, completato al 94%, e il lotto Stesicoro-Catania, 58,9 milioni, realizzato al 50%.

LA NOTA DI CMC
In riferimento alle dichiarazioni contenute nella nota firmata dal «Comitato delle imprese creditrici del Gruppo CMC di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia» - nel quale il Comitato ha denunciato ieri mancati pagamenti di Cmc Ravenna a 70 imprese siciliane (fornitori e subappaltatori della coop), per un valore di 50 milioni di euro, la stessa Cm Ravenna in un comunicato «ritiene doveroso evidenziare che la società è all'interno di una procedura di concordato preventivo con riserva, ai sensi dell'art. 161, sesto comma l.fall., che prevede una gestione straordinaria anche in ordine alla capacità di espletare il pagamento dei fornitori». «I vertici di Cmc Ravenna - aggiunge la nota - incontreranno al Mise i sindacati, l'Anas e la Regione Sicilia, per rappresentare al meglio la situazione societaria attuale e illustrare i prossimi passi della procedura in corso».

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