La lotteria della burocrazia finisce nella coda digitale
A fine novembre Amazon celebra il Black Friday, la giornata di sconti in vista del Natale, un paio di settimane prima Alibaba ha il suo Singles’ Day, iniziativa analoga riservata al mercato cinese: in un giorno il colosso Usa ha venduto l’anno scorso prodotti per 6 miliardi di dollari nel mondo (in Italia ha gestito 37 ordini al secondo), il rivale cinese è andato ben oltre con 38,4 miliardi. Tutti ordini elaborati e consegnati nel giro di pochi giorni. D’altra parte i colossi di internet sanno che la loro forza è la semplicità e la rapidità. Poi si può discutere sulle modalità.
Ma non è senz’altro questa la cultura della Pubblica amministrazione italiana che ieri ha costretto centinaia di migliaia di persone a perdere ore davanti allo schermo, tra procedure complesse e burocratiche per accedere a un massimo di 500 euro, il miraggio del bonus per la mobilità sostenibile cui ambiva - a pieno titolo - forse un milione di persone. Il percorso è stato costellato di ostacoli tra una piattaforma che funzionava a singhiozzo, informazioni carenti e richieste ridondanti, una lunghissima lista di attesa. E alla fine il sito di Poste ID andato in tilt. Il click day si è rivelato così un atto di fede più che un esempio di semplificazione digitale. Con il risultato di trasformare un’opportunità in grande rabbia serpeggiata sul web con la sensazione di continuare a essere trattati nello stesso modo: da sudditi che si devono mettere in coda davanti allo sportello della Pubblica amministrazione anche se hanno un diritto.
Figuriamoci poi se il diritto è qualcosa di ben più rilevante: il diritto alla salute dei cittadini in tempi di Covid-19. Ieri era click day anche per le vaccinazioni antinfluenzali per i bambini lombardi fino a 6 anni, compresi quelli a rischio. Il sito si è bloccato per ore e anche quando è ripartito non c’erano più disponibilità, almeno per il momento. Questa non è digitalizzazione! Se insistiamo a considerare il computer come un dispensatore di numerini in una enorme sala d’attesa virtuale, meglio tenersi quella fisica… si perde lo stesso tempo, ma non c’è rischio di ingolfamenti informatici.
La soluzione vera è digitalizzare la mentalità, soprattutto per la Pubblica amministrazione. E di conseguenza i processi. Non possiamo credere che la Regione Lombardia non abbia a disposizione i dati di tutti i bambini o dei pazienti affetti da patologie che richiedano il vaccino: basterebbe estrarli e contattarli. Come peraltro ha fatto la regione Veneto. Così il ministero avrebbe potuto ordinare i rimborsi per le bici sulla base della data d’acquisto, senza nessuna corsa al click.
Allora sì che il digitale diventa una soluzione potente che semplifica le cose: perché la tecnologia serve per semplificare e risolvere problemi. Non a complicare e creare difficoltà come è successo. Ma il cambio di mentalità non è semplice e ci si ferma alla più classica delle giustificazioni: «Il click day? Lo abbiamo sempre fatto così». E quindi non si può cambiare. Difficile dirlo alle centinaia di migliaia di ragazzi – millennials, generazione Z o Y che dir si voglia – che si sono collegati e si sono trovati di fronte una percorso virtuale esattamente opposto rispetto a quelli che trovano su Amazon, Facebook, Google. Loro sanno essere digitali dentro.