Amministratori

La scuola aperta resiste al Covid: 500 patti con enti e associazioni

Iniziative d’intesa con musei, parrocchie, Comuni e biblioteche per aumentare gli spazi didattici

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Quando a marzo 2020 è scattato il primo lockdown e le scuole italiane sono passate dalla sera alla mattina dalle vecchie lezioni frontali alla nuova (per l’epoca) didattica a distanza alcune ci sono riuscite solo grazie all’aiuto di enti locali, parrocchie, musei. È il caso dell’Istituto comprensivo di Capraia e Limite, nell’empolese, che ha ovviato alla scarsa dimestichezza tecnologica dei prof più anziani - come racconta la dirigente scolastica, Angela Di Donato - utilizzando per i collegamenti via web le archeologhe del Museo Remiero per la cantieristica navale con cui aveva siglato un patto di comunità. E, da allora, lo stesso hanno fatto tante altre istituzioni scolastiche sparse lungo la Penisola. Forti del doppio imprimatur arrivato, nel 2020/21, dall’allora ministra Lucia Azzolina e rilanciato, nel 2021/22, dal suo successore all’Istruzione, Patrizio Bianchi. Tant’è che sono oltre 500 gli “accordi” di collaborazione tra le scuole e il territorio censiti da Indire Piccole scuole in collaborazione con gli Usr.

La mappa dei patti educativi

Dalla ricognizione di Indire Piccole scuole - che andrà ad alimentare l’Osservatorio nazionale dei patti educativi territoriali appena avviata insieme a Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) - risultano 459 iniziative finanziate con fondi ministeriali e gestite dagli Usr. A cui se ne aggiungono altre 71 realizzate nell’ambito di accordi nati con il supporto degli enti e associazioni presenti nei vari territori. Pur avendo rivestito un ruolo cruciale nella riapertura in sicurezza di tanti istituti delle grandi città, fornendo ad esempio spazi alternativi per le lezioni in presenza, è nei centri minori che i patti educativi sono stati fondamentali per garantire il diritto all’istruzione.

Pensiamo all’entroterra ligure e all’Istituto comprensivo Valle Stura dove la «pluriclasse di Tiglieto è la ragione di esistenza del paese stesso», come racconta la preside Ivana Ottonello. Una vallata che risente - aggiunge - della situazione drammatica in cui versa l’autostrada A26: «Da area interna siamo diventati area disastrata». Allacciare un rapporto stretto con i 4 Comuni di riferimento, i musei, le biblioteche e l’ente parco del Beigua consentirà ai suoi piccoli studenti che un giorno magari andranno via di «portare fuori dalla Valle Stura i valori sperimentati sul piccolo territorio».

Le esperienze sul territorio

La stessa osmosi la troviamo pure all’Istituto comprensivo «Carlo Porta» di Lurago D’Erba (Co). «Siamo bandiera verde eco school - sottolinea la vice preside, Luisella Ciceri -. I nostri 1.250 alunni sono impegnati in iniziative su tematiche ambientali. Grazie alla Camera di commercio di Como abbiamo un frutteto, 10 piante, che i ragazzi curano, e si impegnano anche in attività di pulizia. Grazie poi a un accordo di rete con Comune e associazioni ed enti del territorio, coinvolgiamo gli alunni in spettacoli teatrali, sempre su temi green, facciamo un corso di robotica per i ragazzi di seconda e terza media, di psicomotricità all’infanzia, scacchi e ludoteca.

Dalla Lombardia alla Sicilia. Ad Acireale (Ct), l’istituto comprensivo «Giovanni XXIII», 650 studenti dislocati in sette plessi, si è accordato con il Comune per creare una “nuova sede distaccata” presso il giardino della città e la nuova biblioteca civica dei ragazzi. «Tra alberi e libri speciali - evidenzia la preside Alfina Bertè - proseguiamo l’iniziativa, già “collaudata” con il piano estate, con i ragazzi della primaria. Dalle 8 alle 16, per chi fa il tempo pieno, altrimenti 13.30, si farà scuola a tutti gli effetti, con letture anche animate. Non sarà una gita occasionale, bensì attività didattica strutturale».

Lo stesso clima che si respira sull’Appennino piacentino. Qui l’Istituto omnicomprensivo Bobbio collabora con i 7 comuni del territorio. Riuscendo così - rileva il dirigente scolastico Luigi Garioni - a mantenere vivo il legame tra le generazioni: «I giovani della scuola superiore di Bobbio - racconta - fanno tutoring agli anziani per l’uso del Pc e dello Spid». Oppure di rilanciare il turismo sostenibile, attraverso il ritracciamento dei sentieri della via Francigena con la cartellonistica realizzata dagli studenti». O, ancora, lo sport. «Riusciamo a non far pagare alle famiglie la piscina, il tennis, lo sci, la mountain bike. Anche così - conclude - si fa inclusione».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©