Urbanistica

Manutenzione stradale: ponti e viadotti, sbloccati 1,15 miliardi

Firmato da Giovannini e Franco il decreto che ripartisce i fondi per i piani provinciali 2021-2023

di Giorgio Santilli

Via libera ai piani triennali delle Province e delle Città metropolitane per il monitoraggio e la manutenzione di ponti e viadotti stradali e per la sostituzione di quelli considerati ad alto rischio sotto il profilo dei «problemi strutturali di sicurezza». I ministri Enrico Giovannini (Infrastrutture) e Daniele Franco (Economia) hanno firmato il decreto interministeriale che ripartisce 1,15 miliardi su base triennale 2021-23. Il decreto - dopo la bollinatura della Ragioneria che ha richiesto un paio di mesi - è stato inviato alla registrazione della Corte dei conti.Le risorse erano state stanziate dal decreto legge 104 del 14 agosto 2020 e dalla legge di bilancio 2021. I fondi seguono altri piani di manutenzione delle strade già avviati negli anni e nei mesi scorsi (il primo stanziamento fu voluto da Graziano Delrio nel 2017): quello principale, 2.763 milioni da spendere fino al 2024, è stato già ripartito, come quello per la manutenzione straordinaria dei ponti sul Po da 225 milioni. Con le risorse in corso di distribuzione ora si arriva a un totale di 4.138 milioni disponibili per essere investiti.

Del piano fanno parte altri 3.058 milioni che aspettano di essere assegnati (perché riguardano gli esercizi successivi al 2024) e che portano il complesso delle risorse per la manutenzione straordinaria della rete viaria a 7.196,8 milioni di euro. La ripartizione delle risorse del decreto interministeriale appena firmato è riportata, su scala regionale, nella mappa d'Italia pubblicata a fianco e risponde a criteri che tengono conto della vulnerabilità del territorio rispetto ad azioni naturali oltre che dei dati statistici più classici sulla consistenza della rete viaria e del parco veicolare.Su scala provinciale le risorse più consistenti vanno alla città metropolitana di Torino (23,359 milioni), alla provincia di Salerno (20,307 milioni) e alla città metropolitana di Firenze (17,892 milioni).Gli interventi devono essere pianificati con un programma triennale 2021-23. Ma il decreto interministeriale Giovannini-Franco cerca di dare sistematicità all'intervento di manutenzione sul territorio, come dimostrano gli articoli 6 e 7: il primo dispone che «qualora si rendano disponibili ulteriori risorse per la stessa finalità» si seguiranno gli stessi coefficienti di distribuzione «previa presentazione di un programma integrativo di interventi»; il secondo affida alla struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili il costante e puntuale monitoraggio degli interventi.

D'altra parte, le somme distribuiti finanzieranno anche, per una quota massima del 25% della prima annualità, analisi finalizzate alla conoscenza delle «caratteristiche geometriche» e dello stato dell'infrastruttura, del traffico, della vulnerabilità territoriale, della situazione esistente delle infrastrutture e dei territori e della «previsione dell'evoluzione». È sulla base di questa analisi che si progetteranno gli interventi di manutenzione straordinaria, di adeguamento alle norme, di ricostruzione. Come accade per il cosiddetto «modello spagnolo», gli interventi finanziati sono soggetti a revoca delle risorse qualora non sia certificata, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di riferimento del programma, l'avvenuta realizzazione dei lavori.

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