Amministratori

Niente piano anticorruzione, sanzioni pecuniarie personali per il Cda dell'azienda territoriale

L'organo di indirizzo politico è responsabile in quanto la legge gli riconosce l'obbligo di controllo generalizzato

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di Manuela Sodini

L'omessa adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione ha comportato l'irrogazione di una sanzione pecuniaria complessiva pari a 5.000 euro per gli amministratori e responsabili di un'Azienda territoriale per l'edilizia, sanzione che dovrà essere saldata personalmente dagli stessi amministratori.

Nel caso di specie, oggetto della delibera n. 124/2022 di Anac, il Piano triennale è stato approvato dal Cda dell'ente solo in data successiva all'avvio da parte dell'Autorità del procedimento sanzionatorio, con un anno di ritardo rispetto alle scadenze di legge.

Il Piano anticorruzione e trasparenza 2021-2023 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 25 febbraio 2022, in data successiva all'avvio del procedimento sanzionatorio (25 gennaio 2022) con quasi un anno di ritardo rispetto alle scadenze di legge (31 marzo 2021 - comunicato del Presidente Anac del 2.12.2020).

Nella delibera di Anac si afferma che il Consiglio di Amministrazione subentrato ha una responsabilità per culpa in vigilando, avendo omesso di verificare la realizzazione degli adempimenti che la legge assegna al Responsabile anticorruzione e trasparenza.

Anac evidenzia come l'organo di indirizzo politico non può esimersi dalle proprie responsabilità, in quanto la legge gli riconosce l'obbligo di controllo generalizzato affinché le disposizioni normative e regolamentari siano attuate.

L'Autorità sottolinea come il Piano sia un atto programmatorio, non un insieme astratto di previsioni e misure, è uno strumento dinamico che si evolve insieme alla struttura cui pertiene, e in relazione al progredire della strategia di prevenzione, il ritardo nell'adozione non appare scusabile.

Dunque, essendo il Piano di natura programmatica, perde la sua finalità se viene redatto quando il periodo di riferimento è già concluso.

Quanto alle ragioni del ritardo nell'approvazione del Piano, da ricondurre a un numero ridotto del personale rispetto alle incombenze, oltre al subentro di un nuovo Consiglio di Amministrazione, seppur comprensibili, appaiono per Anac insufficienti a giustificare l'inadempienza in relazione ai principali obblighi sanciti dalla normativa vigente in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza.

Sempre dalla delibera risulta che l'ultimo Piano predisposto dall' Azienda in materia di anticorruzione risulta del 2019-2021, rilevando così una totale noncuranza degli obblighi di cui alla legge 190/2012 e delle scansioni temporali degli adempimenti normativi.

Conclude la delibera evidenziando che la mancata adozione del Piano 2021-2023 è da considerarsi rilevante in quanto da imputarsi a un comportamento caratterizzato da inosservanza dei doveri di diligenza, pertanto sono da ritenere sanzionabili il comportamento del Responsabile anticorruzione e trasparenza pro tempore, del Presidente, nella qualità di Commissario Straordinario (fino al 30.04.2021), e dei membri del Consiglio di Amministrazione in carica, per non aver tenuto in debito conto la rilevanza dell'attività di prevenzione della corruzione.

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