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Passepartout digitale: arriva lo Spid degli under 18

Si allarga la platea degli utilizzatori di credenziali sicure: delega anche per anziani e persone incapaci

di Antonello Cherchi e Bianca Lucia Mazzei

Spid per tutti, dai minori agli anziani poco avvezzi ad usare le tecnologie digitali. L’estensione, cui stanno lavorando ministero dell’Innovazione e Agenzia per l’Italia digitale (Agid), gioca su un doppio fronte: l’attribuzione dell’identità digitale agli under 18, possibile probabilmente da fine luglio, e la creazione di un sistema di deleghe che permetta l’utilizzo di Spid o Cie (carta di identità elettronica) per conto di terzi.

Spid ai minori

La novità dovrebbe vedere la luce entro luglio. Oggi si chiude, infatti, il periodo di consultazione delle linee guida messe a punto da Agid per consentire anche ai minorenni di dotarsi di Spid, attualmente accessibile solo a chi ha compiuto 18 anni. Sulla base delle indicazioni arrivate (comprese quelle del Garante della privacy) l’Agenzia per l’Italia digitale ha già modificato le linee guida. «Lo abbiamo fatto - spiega Andrea Spallacci membro del gruppo di lavoro di Agid - per renderle più chiare. Ora le sottoporremo al Garante privacy e alla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di una materia delicata in cui va prestata particolare attenzione a sicurezza e controllo dei genitori».

L’idea di allargare il raggio d’azione di Spid anche ai minori è nata dopo il tragico episodio del gennaio scorso di una ragazzina di dieci anni deceduta per soffocamento per aver partecipato a un gioco estremo su TikTok. Subito dopo si è pensato di introdurre un filtro più severo per impedire a chi ha meno di 13 anni - l’età minima indicata dal regolamento europeo sulla privacy (il cosiddetto Gdpr) per consentire ai ragazzi di iscriversi sui social - di accedere alle piattaforme senza consenso dei genitori. Questa ipotesi è stata però abbandonata perché si è scontrata con problemi di applicabilità, a partire dalla fattibilità di imporre ai social l’accesso con Spid. È rimasta però in piedi l’opportunità di dotare anche i più giovani dell’identità digitale. Tuttavia, fra gli obiettivi indicati dalle linee guida restano sia quello di impedire ai minori di accedere ai servizi in rete a loro non destinati sia di consentire la selezione dei fruitori dei servizi internet in base all’età.

Come funzionerà lo Spid per i ragazzi? Sarà il genitore a fare la richiesta per il proprio figlio, che lo potrà utilizzare in maniera autonoma, anche se rimarrà un potere di controllo, sospensione o revoca da parte dell’adulto. In sede di rilascio dell’identità digitale, i quattordicenni potranno dare il consenso al trattamento dei dati personali - perché così prevede la normativa privacy italiana - mentre per chi ha meno di 14 anni saranno i genitori a farlo.

Una volta ottenuto Spid, per consentire al minore di accedere ai servizi internet sarà necessaria l’autorizzazione del genitore, da fornire al gestore dell’identità digitale quando il ragazzo tenta di accedere al servizio. Il genitore riceverà un messaggio (una notifica push) ed egli potrà decidere se dare l’autorizzazione ogni volta per quello specifico servizio o concederla per un periodo di tempo, fino a un massimo di un anno. Il nullaosta dell’adulto non sarà previsto per i servizi di tutela del minore, per i quali è importante che il ragazzo acceda senza che il genitore lo sappia. Sarà il fornitore del servizio (ad esempio, la Asl o il Comune) a decidere se non prevedere l’autorizzazione.

Spid per delega

La possibilità di delegare l’identità digitale dovrebbe diventare realtà dal primo ottobre. La finalità è permettere a chi ha meno dimestichezza con i computer - come ad esempio gli anziani, ma anche le persone incapaci sottoposte ad amministrazione di sostegno e tutela - di utilizzare i sistemi digitalizzati della Pa e consentire a chiunque di delegare a una persona fidata qualsiasi servizio per un tempo determinato.

In quest’ottica è stato pensato dal recente decreto legge Semplificazioni il Sistema di gestione delle deleghe (Sdg), che consentirà a chiunque di individuare un “delegato” a cui chiedere di accedere con la propria identità digitale ai servizi della Pa a nome di chi lo ha delegato. Dunque, non sarà rilasciata una nuova identità, ma a quella posseduta saranno aggiunte informazioni sul tipo di delega - che potrà essere semplice o generale (quest’ultima è quella riservata a tutori, curatori e amministratori di sostegno) - e sui servizi accessibili. Il meccanismo potrà però essere utilizzato anche da chi ha Spid o Cie ma intende delegare un compito specifico o alcuni servizi per un determinato arco temporale. «Anche per 24 ore - spiega Stefano Arbia, del Poligrafico dello Stato, ente chiamato a realizzare il sistema Sdg -. Potranno essere conferite deleghe a persone diverse e chi delega potrà visualizzare la situazione attraverso un portale e, se vuole, ricevere una notifica quando il delegato entra nel servizio».

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