Amministratori

Pnrr, rinvio su asili nido e infanzia per non far naufragare 4,6 miliardi

Vertice Valditara-Anci: slitta a maggio il termine per aggiudicare i lavori

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di Gianni Trovati e Claudio Tucci

Il governo corre ai ripari sui ritardi che complicano la sorte degli investimenti Pnrr su asili nido e scuole dell’infanzia. E per non far naufragare i progetti rimette in discussione il cronoprogramma: slitta di due mesi, dal 31 marzo al 31 maggio 2023, la scadenza italiana per l’aggiudicazione dei lavori. Ma siccome nella catena delle scadenze uno slittamento produce inevitabilmente un effetto domino, si è deciso che si proverà a ridiscutere anche la milestone europea che prevede l’avvio dei lavori entro il 30 giugno prossimo. Il tutto, naturalmente, cercando la via dell’intesa con le istituzioni comunitarie.

La novità è il frutto del vertice all’Istruzione che ieri pomeriggio ha visto il confronto fra il ministro Giuseppe Valditara e il presidente dell’Anci Antonio Decaro. Gli intoppi accumulati nei mesi scorsi hanno reso una delle eredità più problematiche del Pnrr quella toccata in sorte a Valditara, che già la scorsa settimana nella prima cabina di regia sul Piano convocata dal governo Meloni aveva mostrato tutte le sue preoccupazioni e annunciato la richiesta di un incontro urgente con i sindaci poi avvenuto ieri. Il ministro dell’Istruzione ha poi riportato il tema alla nuova cabina di regia che si è riunita ieri con il coordinamento del ministro per gli Affari europei e il Pnrr Raffaele Fitto.

Il problema è quello raccontato sul Sole 24 Ore del 3 novembre, ed è reso spinoso dal fatto che in bilico c’è uno dei filoni cruciali del Pnrr dei Comuni, chiamato a far raggiungere all’Italia la media Ue che garantisce un posto al nido ogni tre bambini della fascia 0-3 anni. Il filone vale 4,6 miliardi e finanzia 2.189 interventi finanziati dalle graduatorie pubblicate il 16 agosto scorso (333 scuole dell’infanzia e 1.857 fra asili nido e poli) e altri 381 progetti coperti dai 700 milioni con risorse nazionali. Il punto è che dopo la pubblicazione delle graduatorie c’è stata una lunga stasi, fatta di attese burocratiche (c’era in ballo la registrazione in Corte dei conti) e supplementi di istruttoria, e superata parzialmente solo nella seconda metà di ottobre quando sono arrivate ai Comuni le proposte per gli accordi di concessione: proposte che molti amministratori esitano a firmare per il ricchissimo cotè di obblighi e responsabilità che le caratterizza.

L’incontro di ieri è servito prima di tutto a rasserenare il clima. «Siamo fiduciosi che si sia intrapresa la strada giusta», ha commentato Decaro. Mentre Valditara sottolinea soprattutto che non sono a rischio le scadenze del 2022. «Sul dimensionamento e sull’incentivazione delle competenze Stem si agirà con norma primaria - spiega -; sull’orientamento completeremo le linee guida che saranno alla base del decreto, con un’attenzione particolare per dispersione scolastica e prevenzione del fenomeno dei Neet».

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