Amministratori

Roma pulita, da Gualtieri un piano da 1,4 miliardi

L’obiettivo è allineare la città al resto d’Europa con la realizzazione di cinque impianti tra cui un inceneritore da 600mila tonnellate

di Jacopo Giliberto

Cinque pilastri, quattro obiettivi e 1,4 miliardi per chiudere la grande voragine dei rifiuti di Roma. Ieri mattina il sindaco Roberto Gualtieri ha indossato i panni del commissario straordinario di Governo per il Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025 e ha presentato il nuovo piano rifiuti di Roma. Non è il primo piano rifiuti della città ma il primo che affronta il tema finora evitato con cura da legioni di assessori: dotare Roma di un sistema impiantistico simile a quello di tutte le altre città d’Europa e dell’Alta Italia, compreso un termovalorizzatore, cioè un inceneritore, cioè un “impianto a tecnologia complessa”.

I pilastri su cui si basa il piano rifiuti sono «cinque strutture principali», ha detto ieri mattina Gualtieri nel presentare il progetto. «Due impianti di biodigestione anaerobica per l’organico da 100mila tonnellate annue ciascuno; due impianti di selezione delle frazioni secche, carta e plastica, da 100mila tonnellate ciascuno; un termovalorizzatore da 600mila tonnellate».

Il cuore del piano: la logistica

L’attenzione dei romani si concentra sul grande impianto (termovalorizzatore categoria R1 di ricupero, apprezzato dall’Europa, invece di un inceneritore stupido di categoria D10, odiato dall’Europa). Tutti guarderanno verso la ciminiera da costruire forse a Santa Palomba o forse un’altra fra due località meno probabili; sulla localizzazione Gualtieri ha sorvolato a quota altissima. Ma mentre l’attenzione sarà rivolta al “dove”, il vero nodo del piano rifiuti pensato dalla squadra di esperti coordinata da Simonetta Tunési sta nel “come”, nell’organizzazione. Il cuore sta in quel 30% di cassonetti che non hanno a fianco il bidone per l’umido e così l’organico si mescola a tutto il resto; nella logistica lisergica che sposta la spazzatura in un minuetto di camion fra decine di destinazioni; nel fatto che i rifiuti non domestici, come quelli dei ristoranti e degli artigiani, finiscono mescolati insieme con l’immondizia delle famiglie; in quell’Ama Spa che è fornace di consensi elettorali, di sprechi babilonesi, di cordate sindacali e di ambiguità enormi.

I dettagli del piano rifiuti

Il piano rifiuti di Roma ha tre orizzonti. Il primo è quello a breve, legato al Giubileo. La logistica e gli impianti devono essere pronti entro il 2025, con le macchine in produzione entro l’estate 2026. A medio termine, l’intero piano deve esplicarsi in tutti gli aspetti entro il 2030, usando anche il flusso di cassa degli impianti e della tariffa rifiuti. Entro il 2035 dovranno completarsi i piani economici di rientro.

Gli obiettivi del piano al 2030 sono la raccolta differenziata al 65%, ridurre dell’8% i rifiuti prodotto dai romani, avere l’impiantistica in piena attività e ridurre le emissioni di CO2 e gas serra, sommando anche i fumi dell’inceneritore.

I costi stimati su 1,4 miliardi saranno divisi in parti simili fra Pnrr (impianti di trasferenza, biodigestori, impianti di ricupero di carta e plastica) e impianti a mercato (inceneritore).

Il termovalorizzatore sarà messo a gara; sarà finanziato da chi lo costruirà e gestirà attraverso gli incassi della tariffa applicata per lo smaltimento. Con ogni probabilità, vedremo in gara le maggiori aziende ambientali padane, una delle quali conosce a fondo la spazzatura da trattare perché già oggi smaltisce a distanza gran parte dei rifiuti di Roma.

L’impianto produrrà elettricità, fornirà teleriscaldamento nei quartieri adiacenti e avrà un sistema per catturare e bloccare la CO2 , con una riduzione netta delle emissioni come afferma anche lo studio di ciclo di vita Lca che accompagnerà il progetto.

Il 12 agosto, ha annunciato il sindaco Gualtieri, sarà avviata la procedura di valutazione ambientale strategica con lo studio di Lca; fondamentale sarà il piano industriale che l’Ama presenterà in ottobre, il quale come un lego dovrà combaciare con gli incastri del piano rifiuti.

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