Urbanistica

Superbonus, sblocco in vista nel decreto Aiuti quater per i crediti sotto sequestro

Dialogo tra maggioranza e Governo per una norma in soccorso di chi ha acquistato. Forza Italia insiste per rinviare le Cilas a fine anno

di Giuseppe Latour e Giovanni Parente

Prende forma un’operazione di salvataggio per quei soggetti che hanno acquistato crediti fiscali collegati a frodi che, per questo motivo, sono finiti nel mirino dei sequestri. La soluzione potrebbe passare dalla legge di conversione al decreto Aiuti quater, in discussione in commissione Bilancio al Senato: sul tavolo al momento ci sono due emendamenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, che il Governo sta valutando in queste ore. Nei prossimi giorni potrebbe fare una sintesi e decidere di inserire le novità nel decreto.

Intanto, va avanti il pressing di Forza Italia, che continua a chiedere una riapertura dei termini per la presentazione delle Cilas, che consentono di salvare il 110% anche nel 2023. «Siamo già al lavoro per mettere a punto una soluzione di buonsenso, che vada incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori di questo comparto strategico, in primo luogo sbloccando i crediti fiscali e, al contempo, prorogando il termine al 31 dicembre», ha spiega il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Alessandro Cattaneo.

Continuano a emergere, insomma, voci contrastanti nella maggioranza: solo lunedì, infatti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari aveva chiuso alla possibilità di prorogare le attuali scadenze programmate per il superbonus. Aprendo, invece, a correzioni sulla cessione dei crediti.

Tornando alla modifica, questa interviene per sterilizzare gli effetti un recente filone di sentenze della Cassazione. In almeno sette pronunce i giudici hanno stabilito il principio per il quale i sequestri di crediti fiscali legati a frodi possono travolgere anche coloro che li hanno acquistati in buona fede. Un orientamento che ha, da subito, messo in allarme soggetti come banche e Poste, rafforzando lo stallo del mercato. Tanto che Abi, proprio nel corso dell’audizione all’Aiuti quater, ha invocato una riflessione sugli effetti di queste sentenze.

I due emendamenti agiscono attraverso una norma interpretativa che, per sua natura, ha valore retroattivo e si applicherebbe, in caso di approvazione, anche alle operazioni già chiuse, semplificando di molto la vita di chi ha comprato questi crediti.

Il concetto chiave della novità è tutto in passaggio: i crediti fiscali «sono da considerare come attribuiti al fornitore che ha applicato lo sconto sul corrispettivo e ai cessionari a titolo originario ed indipendentemente dalla spettanza della detrazione di imposta a favore del relativo beneficiario e che gli stessi vanno sempre considerati come esistenti, pienamente spettanti e legittimamente compensabili» da parte del fornitore e dei cessionari.

In sostanza, con questa ipotesi di modifica, il destino del credito di imposta viene separato da quello della detrazione. Anche in caso di problemi legati all’operazione originaria messa in piedi dal committente dei lavori, chi compra i crediti non avrà problemi. Quindi, seguendo questa impostazione, anche i sequestri destinati alla detrazione non potrebbero colpire i crediti di imposta, soprattutto se acquistati in piena buona fede.

La proposta, che fa proprie le ragioni dei ricorsi avanzati dai cessionari contro i sequestri preventivi arrivati fino in Cassazione, lascia solo uno spazio di responsabilità per chi compra questi crediti. La responsabilità, cioè, resta ferma soltanto in caso di utilizzo del credito in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito di imposta ricevuto.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©