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Telecomunicazioni, la concessione per lo scavo non va subordinata a pagamenti non previsti dalla legge

Illegittimo il regolamento comunale che impone il deposito di una cauzione e di una polizza assicurativa

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di Pietro Verna

È illegittimo il regolamento comunale che subordina al previo deposito di una cauzione e di una polizza assicurativa il rilascio dell’autorizzazione all’esecuzione di lavori di scavo sul suolo pubblico per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica. Milita in tal senso:

  • l’articolo 93, comma 2, del codice delle comunicazioni elettroniche, come modificato dal decreto legislativo n. 207 del 2021, secondo cui «le Pubbliche Amministrazioni, le Regioni, le Province ed i Comuni […] non possono imporre per l’impianto di reti o per l’esercizio dei servizi di comunicazione elettronica, oneri o canoni ulteriori a quelli stabiliti nel presente decreto, fatta salva l’applicazione del canone previsto dall’articolo 1, comma 816, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, come modificato dalla legge 30 dicembre 2020 n.178»;
  • l’articolo 12, comma 3, del decreto legislativo n. 33 del 2016, recante le misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, là dove sancisce che il suddetto articolo 93, comma 2, «si interpreta nel senso che gli operatori che forniscono reti di comunicazione elettronica possono essere soggetti soltanto alle prestazioni e alle tasse o canoni [ivi] previsti».

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza n. 1574 del 2024) che ha annullato la sentenza del Tar Puglia n. 811 del 2021, che aveva ritenuto valido il provvedimento con cui un Comune, a fronte di un’ istanza di autorizzazione...