Fisco e contabilità

Vertici Fitto-ministri sui target di giugno

Incontri con Giorgetti, Salvini Piantedosi e Valditara su terza rata e revisioni

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Per stringere sul Pnrr il ministro Raffaele Fitto mette in programma per oggi un serrato giro di bilaterali con i colleghi più impegnati sulle urgenze del Piano: Matteo Salvini (Infrastrutture), Giancarlo Giorgetti (Economia), Giuseppe Valditara (Istruzione) e Matteo Piantedosi (Interno). Sul tavolo due dossier: la chiusura del negoziato con Bruxelles sullo sblocco della terza rata per chiudere le questioni aperte su concessioni portuali, piani urbani integrati, teleriscaldamento e settore idrico e un primo check-up sulle scadenze al 30 giugno. Una deadline che incrocia il cantiere per la revisione del Pnrr e la sua integrazione con il RepowerEu, ma anche la nuova governance definita dal decreto Pnrr-ter che, dopo la conversione in legge, farà finalmente partire la macchina delle nomine.

Sui 19 miliardi legati al 2022, come anticipato ieri sul Sole 24 Ore, il quadro è ormai in via di definizione, ma lo stesso non si può dire per le prossime tappe. Perché sulle modifiche del Piano Fitto si attendono risposte chiare che fin qui non sono arrivate.

La nebbia che circonda questo tema preoccupa anche le imprese, a partire da quelle dell’edilizia direttamente coinvolte dal programma di investimenti pubblici. Non a caso, nella cabina di regia di ieri a Palazzo Chigi con le parti sociali - una maratona di cinque ore e sei tavoli, con ben 32 sigle delle associazioni datoriali, da Confindustria ad Ance, da Confcommercio a Coldiretti, e dei sindacati - Fitto ha voluto dispensare rassicurazioni su tutti i fronti. Il termine per rivedere il Pnrr è «la fine di agosto, come prevede il regolamento» europeo, ha sottolineato, ma «lavoriamo per raggiungere questo risultato il prima possibile» nell’ottica dei «vasi comunicanti» tra risorse Pnrr e fondi della coesione. Fitto ha anche garantito la massima apertura al confronto, sia sul RepowerEu sia sulla revisione del Piano. Assicurando che il Dl appena convertito non rallenterà l’attuazione del Pnrr, ma anzi permetterà «un’accelerazione» e una nuova iniezione di semplificazioni.

Imprese e sindacati, a partire da Cgil, Cisl e Uil, hanno snocciolato suggerimenti e riserve. «L’attuazione del Pnrr rimane cruciale», è la posizione di Confindustria. «Non abbiamo preclusioni rispetto alle rimodulazioni, purché non riguardino le riforme, siano puntuali e legate a situazioni oggettive, si evitino interventi a pioggia e si punti su quelli a più alto valore aggiunto per le imprese. RepowerEu, su cui abbiamo fatto proposte precise, è l’occasione per effettuare le rimodulazioni e aggiungere un capitolo al Piano italiano. Anche la riprogrammazione dei Fondi di coesione è un’opportunità, ma da utilizzare in modo preciso; in particolare, rispetto alla programmazione 2014-2020, la nostra proposta è di contabilizzare le spese già effettuate per le misure contro il caro energia, per liberare spazi di bilancio funzionali a prorogarne la durata».

I costruttori dell’Ance hanno sottolineato l’importanza di una fotografia precisa dello stato dell’arte e per questo hanno sollecitato «ulteriori semplificazioni soprattutto di accesso alla piattaforma Regis che stanno utilizzando tutte le stazioni appaltanti». Confcommercio ha dal canto suo evidenziato la necessità di rafforzare la capacità amministrativa a livello centrale e locale, ma anche di utilizzare come «criterio selettivo del riassortimento del Piano» la spinta dei progetti «all’allineamento del tasso di crescita potenziale del Pil italiano almeno a quello dell’Eurozona».

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