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Hotel di lusso «vista mare», parte la caccia ai privati per regalare una seconda vita a 11 fari dismessi dallo Stato

di Mau.S.

Hotel di lusso nei vecchi fari. Con la pubblicazione dei bandi (clicca qui per l'avviso in Gazzetta Ufficiale, qui per i documenti di gara sul sito del Demanio) parte l'operazione per trasformare i valorizzare i vecchi punti di avvistamento di proprietà dello Stato.

Il piano riguarda la concessione da 6 a 50 anni di 11 fari di proprietà della Stato, di cui 7 in gestione all'Agenzia del Demanio e 4 al Ministero della Difesa. I bandi, saranno disponibili per 3 mesi da oggi, fino al 12 gennaio 2016. Nell'elenco delle strutture da valorizzare figurano il Faro di Brucoli ad Augusta (Sr), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (Sr), il Faro di Capo Grosso nell'Isola di Levanzo - Favignana (Tp), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (Pa), il Faro di Capo d'Orso a Maiori (Sa), il Faro di Punta Imperatore a Forio d'Ischia (Na), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (Fg) e dei quattro proposti dal Ministero della Difesa il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso sull'Isola del Giglio (Gr), il Faro Formiche di Grosseto e il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (Kr).

Lanciando l'operazione a giugno, il Demanio, ha stimato in circa 2mila euro a metro quadro, il costo necessario a convertire le strutture arrivando a calcolare che, per mettere a nuovo un faro, possono servire circa due milioni di euro.. Quindi, nella prima tranche di valorizzazioni dovrebbero mobilitarsi risorse per una ventina di milioni di investimenti. Quanto ai canoni di concessione la valutazione è di riuscire a strappare una cifra di circa 800-900 mila euro all'anno dall'assegnazione dei fari messi in gara.

I bandi saranno gestiti dall'Agenzia del Demanio e dal Ministero della Difesa/Difesa Servizi parallelamente, ma con alcune differenze dovute alle peculiarità dei diversi fari. Per partecipare alla gara, sarà necessario presentare la documentazione amministrativa, la proposta progettuale e l'offerta economica libera. La proposta progettuale dovrà essere coerente con gli indirizzi e le linee guida del progetto «Valore Paese - Fari». In particolare i fari potranno accogliere iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale, sportivo e per la scoperta del territorio insieme ad attività turistiche, ricettive, ristorative, ricreative, didattiche e promozionali.

Gli elementi premianti
Criterio di valutazione sarà l'offerta «economicamente più vantaggiosa», data dalla proposta progettuale,valutata con punteggio pari al 60% del totale,e dalla proposta economica, a cui può essere assegnato un punteggio massimo pari al 40 per cento. Gli elementi qualitativi dell'offerta devono essere valutati sulla base delle soluzioni di recupero del faro (15 punti), la manutenzione della struttura ordinaria e straordinaria (attività, tempistiche, prestazioni attese) e il piano di monitoraggio (frequenze di controllo, verifica prestazioni, etc.) della struttura, anche attraverso il ricorso a tecnologie e sistemi innovativi (altri 15 punti). Per guadagnare punti i privati autori della proposta dovranno anche considerare l'accessibilità e fruibilità pubblica del faro e delle aree esterne di pertinenza: permanente o temporanea, in determinati periodi o fasce orarie, in occasione di eventi o attività culturali, ricreative, sportive, sociali e di scoperta del territorio che tengano conto del contesto e dei fabbisogni locali. Questo criterio permetterà di ottenere 10 punti così come il piano dei privati mirati a innescare un processo duraturo di sviluppo locale volto a migliorare la visibilità del contesto in cui il faro è inserito e ad attivare iniziative che favoriscano la destagionalizzazione dell'offerta turistica.

I requisiti speciali per le imprese
Le imprese, singole o in raggruppamento, dovranno garantire il possesso di requisiti specifici per intervenire sui beni sottoposti a tutela. In questo caso, alle imprese che eseguiranno gli interventi edilizi, è richiesto il possesso dell’attestazione Soa per la categoria generale OG2 (Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela) e, se è il caso, della categoria generale OS2-A (Superfici decorate di beni immobili del patrimonio culturale e beni culturali mobili di interesse storico, artistico, archeologico ed etnoantropologico). In caso di intervento su strutture e superfici sottoposte a tutela, «sarà di rilevante attenzione la valutazione delle caratteristiche dei materiali utilizzabili nel restauro (ed in particolare i nuovi materiali), anche in relazione ai loro comportamenti nel tempo».

Il networking
La valutazione della proposta progettuale terrà conto, infine, della possibilità di creare un network tra più strutture, attraverso una rete di servizi e attività condivise (ultimi 10 punti). Nell'ambito della procedure di gara c'è la possibilità di effettuare sopralluoghi presso i fari entro il 16 dicembre 2015. L'apertura delle buste con l'avvio delle operazioni di gara avverrà il 14 gennaio 2016.

Intervento «light» e reversibile
L’intervento deve essere il meno invasivo possibile nei confronti di strutture e superfici. Il principio del «minimo intervento» è affermato e ribadito in tutti i file che riguardano ciascun faro oggetto di bando. Interventi il più possibile light, dunque, seguendo i criteri di reversibilità ed eco-sostenibilità. Il progetto dovrà porre attenzione alla «conservazione delle superfici, delle strutture in genere o delle singole unità edilizie, nel rispetto dell’organicità del complesso; salvaguardia del contesto naturale in cui il bene è inserito».
Il Demanio raccomanda inoltre di considerare «i principi di minimo intervento, compatibilità, reversibilità ed eco-sostenibilità, anche in vista dell’efficientamento delle caratteristiche prestazionali e dell’adeguamento di accessibilità e visitabilità dell’edificio». Vietata la produzione di spazi aggiuntivi: «l’approccio progettuale mirerà a garantire la conservazione dell’impianto originario: non saranno previste la realizzazione di nuove volumetrie, né l’alterazione dei prospetti». Il massimo rispetto per l’esistente deve essere assicurato anche nella scelta delle tecniche d'intervento, sia tradizionali sia innovative, dove «andrà comunque privilegiata la meno invasiva, la più reversibile e maggiormente compatibile con i valori storici paesaggistici e ambientali, tenendo conto dei requisiti di sicurezza, durabilità e compatibilità». Ancora. «Quando possibile - si legge in tutti gli “information memorandum” di ciascun faro - sarà utile optare per interventi che possano essere rimossi e sostituiti con eventuali misure alternative, ritenute più opportune, alla luce di nuove conoscenze acquisite in materia di innovazione tecnologica».

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