Urbanistica

Aree ferroviarie/3. Il caso più virtuoso resta Torino: tre sindaci dal 1993, un solo progetto

di Maria Chiara Voci

Da vent'anni a guidare la trasformazione urbana a Torino è la riconversione delle aree ferroviarie e la possibilità, attraverso la realizzazione del Passante e l'interramento dei binari, di rimettere in dialogo porzioni di territorio vicinissime, ma separate dalle linee dei treni. Oggi, come allora, i terreni di proprietà delle Ferrovie sono al centro del futuro immaginato per il capoluogo piemontese.

In ballo, anche se con stadi di avanzamento molto differenti, ci sono ancora oltre 517mila metri quadrati di superficie territoriale per una Slp di oltre 335mila metri quadrati. Le zone della città coinvolte sono dislocate in punti diversi, dal centro alle periferie: dalle Spine (le zone di trasformazione che corrono lungo lo sviluppo del Passante ferroviario) all'area di Lingotto, intorno al grattacielo firmato da Fuksas per la nuova sede della Regione Piemonte, dallo scalo Vallino di via Nizza alla seconda torre, vicina a quella costruita da Intesa Sanpaolo a Porta Susa e progettata da Renzo Piano, fino alle aree di corso Brunelleschi e del quartiere San Paolo.

«I terreni delle ferrovie – commenta Stefano Lorusso, assessore all'Urbanistica del Comune di Torino – sono stati l'asse su cui si è innestata la riconversione del tessuto urbano del capoluogo piemontese. E, ancora oggi, rappresentano lo scheletro portante dell'attività di recupero e rilancio degli spazi dismessi e in cerca di nuova vocazione».

Fra le trasformazioni già tracciate e più vicine al traguardo, in termini di tempo, spicca quella di Scalo Vallino, 5.300 mq di superficie territoriale e 6mila mq di Slp (concentrati in uno stabile dei primi del Novecento) su via e piazza Nizza, a due passi dalla fermata del metrò linea Uno. «E' qui che atterrerà presto il raddoppio della facoltà di Biotecnologie», racconta l'assessore Lorusso. Accanto a una trasformazione che prevede un mix funzionale fra commercio, residenza e servizi. I terreni sono in via di dismissione da parte di Sistemi Urbani, che li ha messi all'asta: ad aggiudicarseli una cordata guidata da Novacoop e da un gruppo di imprenditori locali. L'atto definitivo di vendita sarà sottoscritto di fronte al notaio entro l'anno. «La variante urbanistica è già approvata – conclude Lorusso – e non appena saranno pronti i progetti edilizi procederemo con i permessi. L'operazione rappresenta un caso felice di collaborazione fra diverse realtà per la costruzione di un progetto che porta valore al quartiere in cui atterra».

In fieri, anche la trasformazione delle aree intorno alla nuova sede della Regione Piemonte (Lingotto): 317mila mq complessivi (solo in parte di Fs, per circa 41mila mq) dove atterrerà il futuro Parco della Salute di Torino, l'evoluzione dell'attuale ospedale delle Molinette con annessa facoltà di Medicina. La cabina di regia, fra Comune, Regione e Università, per un progetto da oltre 800 milioni di euro di investimenti, sta lavorando ed entro il 21 dicembre sarà inviato al Ministero della Salute il dossier per la richiesta di finanziamento. «Dal punto di vista strettamente urbanistico – spiega l'assessore torinese – sull'area erano previste, approvate con accordo di programma, un mix di funzioni, fra cui una prevalenza di residenziale, che dovranno essere modificate, non appena l'iter di trasformazione sarà meglio definito».

Accanto alla stazione di Porta Susa (Spina 2, lotto Torre), si lavora invece per la realizzazione di una seconda torre hi-tech di 150 metri di altezza e 48mila mq di Slp, già previsti da piano regolatore, accanto al grattacielo costruito e già inaugurato, come headquarters della banca, dal gruppo Intesa Sanpaolo. I diritti edificatori sono rimasti in pancia alle Ferrovie, che non sono mai riuscite a cederli, nonostante il progetto elaborato da Silvio D'Ascia, insieme a quello della stazione dell'alta velocità, per la realizzazione di un moderno edificio hi-tech. Ora Sistemi Urbani sta svolgendo uno studio di approfondimento sull'area, da presentare in Comune per una migliore definizione delle destinazioni d'uso. Tenuto conto anche del fatto che, per lo sviluppo del grattacielo, si è parlato del recupero del progetto presentato, a suo tempo, dallo studio Libeskind e secondo classificato al concorso privato indetto da Intesa Sanpaolo per la propria sede (affidata a Renzo Piano).

Sempre a Porta Susa (Spina 2, Lotto piazza) le Ferrovie sono anche proprietarie del fabbricato in cui era ospitata la stazione storica. L'edificio, che affaccia su piazza XVIII Dicembre, è stato di recente ceduto in uso temporaneo, con un contratto di locazione, all'imprenditore Andrea Rasca, che a Milano è stato fra gli ideatori durante il periodo di Expo del Mercato Metropolitano nei magazzini ferroviari di Porta Genova. Gli scaffali e le bancarelle con frutta, verdura e prodotti di qualità animano gli spazi dell'ex scalo dallo scorso fine settimana.

Più incerto e posizionato avanti nel tempo il futuro di altre aree ferroviarie. In corso Brunelleschi , ad esempio, la riconversione dell'area Poligono del Genio Ferrovieri è, invece, ancora tutta da pensare così come zona San Paolo, ai margini del quartiere Santa Rita, dove si pensa a un mix di destinazioni dal residenziale al terziario.

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