Urbanistica

Autostrada Asti-Cuneo, in vista i primi cantieri dopo 30 anni di attesa

In arrivo però solo opere propedeutiche, per i lavori definitivi manca ancora l'ok del ministero al progetto esecutivo

di Filomena Greco

Un tratto di autostrada per collegare le due province più a Sud del Piemonte, Asti e Cuneo. Ad oggi è ancora un troncone che si interrompe nei campi. Alle spalle ci sono anni di proteste, con il mondo industriale in prima linea a denunciare l’isolamento di una delle province più ricche della regione, e un iter burocratico infinito che ha segnato – almeno si spera – l’ultima tappa con la registrazione, da parte della Corte dei Conti, del Decreto interministeriale (Mit e Mef) che approva gli Atti aggiuntivi alle Convenzioni di concessione per la Asti-Cuneo e per il Tronco A4 Torino – Milano.

A riaprire il dibattito amaro su una delle opere incompiute del Nord Italia è la visita del viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli in provincia di Cuneo per fare il punto anche sul Colle del Tenda, bloccato da mesi per i danni provocati dall’ultima alluvione e in attesa della nomina di un commissario. «Ricordo soltanto che, secondo il cronoprogramma sottoscritto nel 2000 dal Governo Amato, avremmo dovuto viaggiare sull’Asti-Cuneo completata già da quasi un paio di lustri. Non credo servano altri commenti» sottolinea Mauro Gola il presidente degli industriali di Cuneo.

Il completamento dell’A33

Due lotti, uno dei quali ancora in fase di progettazione, 9,8 chilometri di tracciato, da Alba a Cherasco, con la previsione di quattro anni di lavori per un valore complessivo di 350 milioni. Quella per la Asti-Cuneo è stata una gestazione lunga, lunghissima. Passata attraverso una modifica radicale del progetto originario – che prevedeva un tunnel all’altezza di Verduno – e una trafila a Bruxelles per ottenere l’ok sul modello di cross financing che finanzia l’opera. Per chiudere definitivamente il cerchio sul primo lotto di lavori manca l’approvazione del Mit al progetto esecutivo. Intanto la società concessionaria – Asti-Cuneo Spa, controllata da ASTM in capo al Gruppo Gavio - ha avviato le opere propedeutiche e ha iniziato ad allestire il campo base che dovrà ospitare le maestranze durante i lavori realizzati da Itinera. A regime saranno 150 gli addetti impegnati per il collegamento – in totale cinque chilometri – tra la tangenziale di Alba e Verduno previsti nel Lotto 2.6B. Contestualmente ai lavori per il primo lotto – 30 mesi – sarà avviata la progettazione del secondo lotto, che prevede il collegamento tra Verduno e Cherasco, con la prospettiva del progetto esecutivo tra 16 mesi.

La storia

Del collegamento Asti-Cuneo si parla da almeno trent’anni. Risale infatti al 1991 la prima concessione a Satap. Dopo un lungo dibattito e numerose “false partenze” la vicenda si è riaperta nel 2015, con una forte presa di posizione del territorio e degli industriali guidati allora dal presidente Alberto Biraghi.

In quel momento comincia a prendere piede una doppia ipotesi: da un lato la possibilità di abbandonare il vecchio progetto a favore di un tracciato semplificato, che rinunciasse al tunnel all’altezza di Verduno e puntasse invece sulla realizzazione di una bretella in superficie, senza passaggi in galleria; dall’altro l’ipotesi del cross financing per finanziare l’opera con i proventi di un collegamento autostradale con flussi di traffico più ampi come la Torino-Milano.

Da quel momento la politica ha preso molti impegni per garantire la ripresa dei lavori, ultimo in ordine di tempo l’ex premier Giuseppe Conte e il ministro Danilo Toninelli, nel marzo del 2019, con la promessa di aprire i cantieri di lì a pochi mesi. Sono passati due anni e solo ora qualcosa comincia a muoversi. «È una buona notizia, senza dubbio» evidenzia Mauro Gola, che oltre a Confindustria presiede anche la Camera di commercio, riferendosi ai lavori per il primo lotto. Sul proseguo dei lavori però Gola aggiunge: «c’è attesa, forse un pochino preoccupata, per i restanti 4 chilometri, fino al moncone di Cherasco, il viadotto che dà sul nulla purtroppo diventato famoso a livello nazionale». Bisognerà chiarire il tracciato e andare avanti in fretta. Il punto ora, aggiunge Gola, «è sollecitare una decisione che consenta davvero di concretizzare in tempi certi l’impegno della politica a finalmente completare l’autostrada».

Dal punto di vista economico, a finanziare il completamento dell’A33 sono i proventi dei pedaggi della A4 Torino-Milano, mentre il progetto di cross financing prevede un valore di subentro allo scadere delle due concessioni – nel 2026 per l’A4 e nel 2031 per l’A33 – pari a circa 1,2 miliardi. Formalmente, Satap, concessionaria della A4, si accolla un debito dello Stato e ripaga l’opera attraverso le risorse generate dalla Torino-Milano, che ha volumi di traffico che lo consentono.

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