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Città italiane, piani di rinascita con i fondi Ue

Decaro (Anci): dalla rigenerazione alla banda ultralarga abbiamo proposto dieci temi di sviluppo per le linee guida del Recovery Plan

di Alessandro Arona

L’indagine Sole 24 Ore su qualità della vita e benessere nelle province italiane (si vedano le 16 pagine sul Sole 24 Ore del lunedì di ieri e con dati ancora scaricabili online), è quest’anno “un film” molto più che una fotografia.

Un film che racconta l’Italia travolta dalla pandemia, l’Italia che resiste, e l’Italia che deve reinventare modelli di sviluppo, servizi e stili di vita, anche sulla base di esigenze e domande dei cittadini che puntano sempre di più su qualità della vita, servizi digitali, sanità di base, spazi urbani a misura d’uomo.

L'indagine misura, con 25 nuovi parametri, l’impatto del Covid (contagi per abitanti, mortalità, e la capacità dei servizi sanitari di reagire); misura il Pil pro capite non in valore assoluto (come nelle 30 precedenti edizioni) ma come “variazione” rispetto al 2019; due terzi dei parametri sono aggiornati al 2020, fino a novembre.

Il risultato è che l’area metropolitana di Milano, vincitrice delle ultime due edizioni, perde 11 posizioni, penalizzata dal crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche da alcuni indicatori nuovi come lo spazio abitativo medio a disposizione, mentre smart working e Dad fanno crescere l’esigenza di spazi. Peggiorano anche le altre province lombarde, a eccezione di Sondrio e Mantova: nessuna è nelle prime dieci, e perdono oltre 20 posizioni Bergamo, Cremona e Monza-Brianza. Scala, invece, 13 posizioni e balza in testa la provincia di Bologna, spinta da “ricchezza e consumi” (1° posto nella graduatoria settoriale), ambiente e servizi (2a), affari e lavoro (4a), cultura e tempo libero (3a). Nella Top 25 altre cinque province dell’Emilia Romagna: Parma (8°, +2 posizioni), Forlì-Cesena, Modena, Reggio Emilia. In generale, perdono posizioni nell’anno del Covid le grandi città, soprattutto quelle turistiche come Venezia (33a, in calo di 24 posizioni), Roma (32a, -14), Firenze (27a, -12) e Napoli (92a, -11). Non cambiano - nella classifica Sole 24 Ore su benessere e qualità della vita - le gerarchie consolidate tra Nord e Sud: la prima provincia meridionale è Campobasso al 54° posto, seguita da Sassari e Nuoro al 62° e 63° posto, e sono tutti al Sud gli ultimi 22 posti in graduatoria.

Ma la pandemia sta ponendo sfide, sul tema benessere e qualità della vita, che impongono a tutti i territori di progettare il proprio futuro di cui si è discusso nel convegno online «Il futuro delle città oltre la pandemia» organizzato ieri dal Sole 24 Ore, aperto da un intervento del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini.

«Abbiamo proposto al governo – ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari, al convegno web di ieri, che ha avuto oltre 2.200 iscritti – un Piano in 10 temi da inserire nel Recovery Plan: dobbiamo puntare ancora di più, ad esempio, sulla mobilità sostenibile, e cioè anche piste ciclabili, micromobility, sharing mobility, mezzi elettrici; un rifinanziamento del Piano periferie (per una ricucitura urbanistica e sociale delle nostre città); un Piano cultura che punti a rilanciare l’attrattività turistica di piccoli centri e aree interne; e un’Agenda digitale per banda ultralarga e servizi della Pa informatizzati». «Per il recovery Plan – aggiunge Decaro - non chiediamo risorse da gestire noi come Comuni, proponiamo delle idee, e vogliamo entrare nella Cabina di regia per dare un contributo costante, di chi sta ogni giorno sui territori e vicino ai cittadini».

«Al netto della crisi economica e dell’impatto su imprese e famiglie – ha spiegato Antonio Noto, illustrando un sondaggio condotto per Il Sole 24 Ore sulle aspettative per il post-Covid - la maggioranza degli italiani sta vivendo questa fase come opportunità di cambiamento. E cresce l’importanza data alla qualità della vita. La metà di chi vive nelle grandi città sta pensando di trasferirsi in centri più piccoli». «Quest’anno ci si è resi conto – ha spiegato Gianni Dominici, direttore del Forum Pa – che gli enti pubblici che avevano avviato processi di trasformazione digitale sono quelli che meglio hanno saputo reagire alla pandemia, offrendo servizi efficienti. Ci sono anche segnali positivi dal Sud». Al convegno hanno dato il loro contributo anche Francesca Bria, Stefano Capolongo, Maurizio Carta e Nicola Lanzetta. Nel quadro complessivo che emerge dalla ricerca del Sole 24 Ore restano tutti i punti di forza delle aree del centro-nord più dinamiche. Ora la sfida è saper rispondere alle nuove esigenze post-pandemia. Alla domanda di smart working e di digitale e alla necessità di costruire modelli sostenibili.

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