Urbanistica

Prevenzione/2. Fascicolo del fabbricato, professionisti in pressing per renderlo obbligatorio

di Giuseppe Latour

Bene il piano di prevenzione del Governo, ma bisogna puntare anche sul fascicolo del fabbricato. La Rete delle professioni tecniche (Rpr) interviene a commentare gli ultimi annunci dell'esecutivo. Sottolineando la soddisfazione per l'approccio con il quale è stata affrontata in queste prime fasi la tragedia del terremoto che ha sconvolto il Centro Italia. Anche se resta, adesso, l'incognita della prevenzione. Qui i professionisti chiedono garanzie precise.

«Prendiamo atto ed esprimiamo apprezzamento per l'impegno assunto dal governo di avviare subito un piano di prevenzione del rischio sismico che interessa l'intero paese, così come richiesto in numerose occasioni e con specifici accurati documenti dalla Rete delle professioni tecniche». Così Armando Zambrano, coordinatore della Rete e presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, commenta le iniziative proposte dal governo a seguito del Consiglio dei ministri del 25 agosto. «È però evidente che un piano di tale importanza e che rappresenta la più importante infrastruttura di cui ha bisogno l'Italia - continua - ha necessità inevitabilmente di una conoscenza più precisa dello stato di sicurezza dei fabbricati, anche per poter programmare seriamente modalità e tempi di esecuzione nonché le inevitabili priorità di intervento. Per questo è fondamentale prevedere il fascicolo del fabbricato, che contiene tutte le informazioni necessarie sugli aspetti che riguardano la stabilità e la sicurezza ai fini della protezione, soprattutto, dagli eventi sismici».

Su questo tema le professioni tecniche hanno già avviato studi e approfondimenti. «Pensiamo che un sistema informativo territoriale – interviene Andrea Sisti, segretario della Rete e presidente degli agronomi italiani - sia essenziale per un paese che non continui ad avere emergenze su tanti fronti. Il catasto dei fabbricati, come il catasto dei boschi, dei suoli e delle aree esondabili fanno parte di quel bagaglio culturale che consente di programmare e pianificare gli interventi e di monitorare i fenomeni naturali». Un ragionamento simile a quello di Francesco Peduto, presidente dei geologi: «Affinché si possa progettare davvero in modo ottimale e in sicurezza ovvero adeguare sismicamente gli edifici, è prioritario indagare e conoscere dettagliatamente i terreni su cui poggiano, perché spesso la differenza tra ciò che crolla e ciò che resiste è data proprio dalle caratteristiche e dal diverso e disomogeneo comportamento dei terreni di fondazione e dalla loro capacità di non amplificare l'accelerazione sismica».

Per il presidente dei periti industriali Giampiero Giovannetti, «con lo strumento del fascicolo del fabbricato, potremmo in tempi assai rapidi arrivare ad una definizione completa del sistema di certificazione relativo alla sicurezza degli immobili. Il lavoro svolto dai periti industriali, in collaborazione con il Politecnico di Milano, contempla un sistema standardizzato di analisi che consente di determinare l'attribuzione di indici di efficienza, con metodi oggettivi e comparati, e di avere quindi un quadro immediato della situazione di ciascun immobile con particolare riferimento agli aspetti di sicurezza». Mentre il presidente dei geometri, Maurizio Savoncelli si sofferma sul piano nazionale di prevenzione, che dovrà essere «strumento caratterizzato da una spiccata azione interdisciplinare, dovrà essere approntato con un ruolo attivo dei cittadini, supportati dai loro professionisti tecnici, adeguatamente reso praticabile da misure economiche che lo rendano attuabile e sostenibile. Inoltre con strumenti operativi che prevedano non burocrazia ma sussidiarietà, non esasperanti passaggi autorizzativi ma concreti contenuti con diretta assunzione di responsabilità, norme semplici e prontamente applicabili, chiari indirizzi di programmazione ed infine rigorosi controlli».

Infine, il presidente degli architetti Giuseppe Cappochin conclude spiegando: «Che si possa immaginare si sia alla vigilia di una stagione nuova nelle modalità di approccio alle conseguenze che derivano da un terremoto devastante come questo è anche testimoniato da quanto emerso dall'incontro tra il premier Renzi e l'architetto e senatore a vita Renzo Piano: intervenire sul rammendo del tessuto fisico e sociale ma anche predisporre strumenti concreti come il bonus-casa. Gli architetti da sempre propongono un approccio soft, rispettoso del dolore e della sofferenza di quanti hanno perduto tutto, accompagnato dall'uso di materiali tradizionali, come il legno, più vicini alla cultura e alla storia di quei borghi e di quelle valli di cui non deve assolutamente essere persa l'identità».

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