Urbanistica

Corridoio Adriatico e Marsiglia-Livorno entrano nella mappa delle priorità dell'Ue

Una delegazione della commissione Ue e una del ministero delle Infrastrutture italiano si incontreranno per chiudere la partita dei nuovi corridoi infrastrutturali

di Giorgio Santilli

Il round finale sarà domani: una delegazione della commissione Ue e una del ministero delle Infrastrutture italiano si incontreranno per chiudere la partita dei nuovi corridoi infrastrutturali europei in Italia. È la revisione della mappa dei Ten-T cui Bruxelles sta lavorando da oltre un anno. Prima, con l’approvazione del regolamento del 7 luglio 2021 che ha già modificato l’assetto del 2013 - quello che ha diviso le linee, gli hub e le reti in core (da realizzare entro il 2030) e comprehensive (da finire entro il 2050) - e ha introdotto per l’Italia i tratti Ravenna-Ancona nel corridoio Baltico-Adriatico e la Marsiglia-Genova-La Spezia come diramazione Sud del corridoio Mediterraneo (di cui a Nord fa parte la Torino-Lione-Venezia). Poi, con la mappa definitiva della nuova rete dei Ten-T che dovrà vedere la luce prima della fine dell’anno: per questo la commissione sta completando gli incontri con tutti i Paesi. Un annuncio definitivo potrebbe arrivare a novembre.

Per l’Italia sul tavolo ci sono quattro proposte principali in discussione:

1 la prosecuzione a sud di Ancona del corridoio adriatico con la linea Ancona-Foggia che aggancerebbe la Bari-Taranto , completando l’intero percorso;

2 la consacrazione del corridoio Marsiglia-Genova-Livorno (già inserito per pezzi nella revisione finita a luglio), con una scelta definitiva sull’adeguamento del tratto più delicato di questo percorso, quello fra Genova e Ventimiglia che richiede investimenti costosi e complessi (in galleria) per adeguarsi agli standard europei;

3 l’inserimento nella rete core (la priorità assoluta per la Ue) del porto di Civitavecchia;

4 l’inserimento nella rete core dell’aeroporto di Catania.

La ridefinizione della mappa non comporta solo l’ingresso di queste opere nella serie A delle infrastrutture europee, con tutto quello che questo significa in termini di priorità, di prestigio, ma anche di controlli strettissimi su tempi e sui costi da parte di Bruxelles e di adeguamento (certamente impegnativo) agli standard dei Ten-T (in particolare le pendenze per l’Av non possono essere superiori al 12 per mille e le sagome delle gallerie vanno adeguate ai requisiti top).

L’ingresso nella serie A delle infrastrutture europee significa anche incassare una priorità nell’assegnazione delle risorse previste dai bandi Cef (Connecting Europe Facility): per i trasporti ci sono 25 miliardi (su un totale di 32) in palio per il periodo 2021-2027 e un primo bando per circa 6 miliardi dovrebbe essere pubblicato entro pochi giorni, comunque a settembre.

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, sta seguendo ovviamente la partita con grande impegno: è nota l’attenzione alla visione strategica di medio lungo periodo del ministro ed è evidente che l’allargamento della rete italiana dei Ten-T contribuirà - insieme ai molti investimenti del Pnrr - anche agli obiettivi di sostenibilità infrastrutturale complessiva. Anche per Bruxelles, d’altra parte, la sostenibilità è, sempre più, l’obiettivo da raggiungere con il potenziamento della rete ferroviaria.

Anche dopo l’incontro di domani dovrebbe restare congelata la partita del Ponte sullo Stretto. I documenti scambiati fra Roma e Bruxelles finora si limitano, infatti, a fare la fotografia dello stato dell’arte delle decisioni sul collegamento fra Reggio e Messina: le scelte già fatte per il potenziamento del servizio traghetti, con la riduzione della durata del percorso da due ore a una, e l’avvio dello studio di fattibilità tecnica ed economica che sarà la base su cui verranno poi prese le decisioni finali: se ed eventualmente come fare il collegamento stabile.

«L’Italia terrà costantemente aggiornata l’Unione europea sull’evoluzione di questo progetto», afferma l’ultimo documento scambiato fra Roma e Bruxelles. Su questo fronte, quindi, non dovrebbero esserci novità o accelerazioni rispetto al percorso già individuato da Giovannini.

Con l’operazione in corso, l’Unione europea torna a rivedere la mappa dei Ten-T, uno strumento - dice un recente rapporto di Bruxelles - che ha raggiunto tutti gli obiettivi che si poneva in termini di politica dei trasporti, migliorando lo stato delle infrastrutture prioritarie europee e contribuendo in maniera sostanziale alla creazione di una rete infrastrutturale europea con standard omogenei. Un’azione decisiva per la costruzione del mercato unico.

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