Fisco e contabilità

Decreto Aiuti, piano di risanamento con super-addizionali nei capoluoghi con i bilanci in rosso

Sostegno anche a titolari di reddito di cittadinanza e stagionali. A luglio i 200 euro per dipendenti e pensionati, gli oneri superano i 6 miliardi

di Marco Rogari e Gianni Trovati

Il decreto Aiuti cambia con il consiglio dei ministri-bis di ieri dopo la prima approvazione di lunedì. Sulla spinta dei Cinque Stelle, appoggiata anche dal ministro del Lavoro Orlando, il bonus anti-inflazione si allarga anche ai circa 2,5 milioni di titolari di reddito di cittadinanza. E il Mef è chiamato a trovare nuove coperture.

Proprio gli affinamenti al bonus anti-inflazione sono la prima ragione del ritorno del decreto in consiglio dei ministri. Nel testo di entrata a Palazzo Chigi era specificato che l’aiuto da 200 euro arriverà a luglio a lavoratori dipendenti e pensionati. Mentre per quello destinato agli autonomi, anche questo pensato da 200 euro, servirà un decreto attuativo entro un mese. Ma numeri e meccanismi devono ora essere rivisti alla luce della platea che si allarga anche ai lavoratori stagionali e ai collaboratori domestici non previsti nelle prime bozze circolate nei giorni scorsi.

Un ritocco alle semplificazioni per l’avvio di impianti rinnovabili cancella la partecipazione delle regioni ai consigli dei ministri chiamati a decidere sulle nuove infrastrutture. La crisi Ucraina, poi, allarga la deroga che permette di attribuire aiuti di Stato alle imprese che abbiano ricevuto sostegni giudicati illegittimi.

Ma il decreto, cresciuto a 59 articoli nelle ultime bozze circolate ieri, è complesso sul piano tecnico e sull’impianto delle coperture. Tanto che avrà bisogno di altro lavoro tecnico e finanziario prima dell’arrivo in Gazzetta Ufficiale.

Nella nuova versione in corso di costruzione dopo le indicazioni del cdm il bonus anti-inflazione è destinato a sfondare quota 6 miliardi di euro per raggiungere una platea che supererà i 30 milioni di persone. Per dipendenti e pensionati la nuova versione della norma fissa l’appuntamento con l’una tantum per luglio. E costruisce il meccanismo di recupero, da effettuare a conguaglio, per i casi in cui l’aiuto andrà a finire a lavoratori che a fine anno supereranno i 35mila euro lordi di reddito. In quel caso, il recupero avverrà prima di tutto tramite compensazione e, se resterà da riassorbire una cifra superiore ai 60 euro, si prevederà un meccanismo di restituzione rateale.

Ma i 200 euro una tantum contro il carovita non esauriscono il panorama dei bonus disegnato dal nuovo decreto. Che introduce anche un aiuto da 60 euro per l’acquisto di un abbonamento al trasporto pubblico locale o nazionale per le persone che hanno un reddito fino a 35mila euro. Sempre in fatto di trasporto locale, viene ulteriormente rinforzato il fondo per compensare le aziende alle prese con il calo dei ricavi da pandemia.

Nel ventaglio degli aiuti aumenta poi a 450 milioni in quattro anni (100 sul 2022) il Fondo del Mise che finanzia i progetti di interesse comunitario delle imprese (Ipcei), e arriva un credito d’imposta del 40% per i gestori di sale cinematografiche con un incentivo in più per gli esercenti nei Comuni fino a 15mila abitanti. Nel Dl dovrebbe entrare anche una norma per accelerare i cantieri per la banda ultralarga. L’intervento consentirebbe a Open Fiber di utilizzare la manodopera incrementale derivante dal consorzio costituito con Aspi nei lavori in concessione per la copertura delle aree a fallimento di mercato. Dovrebbe poi cambiare lo sblocca-investimenti previsto dall’articolo 30. Secondo l'ultima versione, non sarà più il Mise ma la presidenza del Consiglio, «anche su richiesta» del ministero, a esercitare poteri sostitutivi negli investimenti produttivi di oltre 50 milioni fermi per mancate autorizzazioni. Il fondo per imprese danneggiate da guerra scende a 150 milioni di cui 130 gestite da Mise e 20 per le imprese agricole

Tra le novità prende poi forma l’estensione del salva-bilanci, anticipata dal Sole 24 Ore di mercoledì. In pratica, tutti i Comuni capoluogo di Provincia che hanno un disavanzo di almeno 500 euro ad abitante potranno scrivere con il governo un Patto per il risanamento sul modello di quello già firmato dal premier Draghi con i sindaci di Napoli e Torino.

Nel pacchetto di misure per ricostruire i conti, accanto ai consueti obiettivi di spesa e di rilancio della capacità di riscossione e alle misure di valorizzazione di partecipazioni e patrimonio immobiliare entra anche l’aumento dell’addizionale Irpef di almeno il 2 per mille, in deroga al tetto nazionale che impedisce alle aliquote locali di superare l’8 per mille. Al meccanismo potranno accedere anche i Comuni sede di città metropolitana e i capoluoghi di Provincia con debito superiore a mille euro ad abitante.

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