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Spazi per il riciclo, test di competitività per case e città

di G.Sa.

Cambia la casa (in particolare la cucina) con elettrodomestici e soluzioni innovative che anticipano alla scala domestica l'estrazione di valore dai rifiuti prodotti. Nel piano cottura polivalente compaiono crusher, il trituratore, il compattatore e il compostatore. E cambia la città per fare spazio a soluzioni di economia circolare dei rifiuti che riducano i disagi dei cittadini in termini di decoro, igiene, disturbo acustico, per esempio con i sistemi pneumatici di movimentazione dei rifiuti nei condomini o con i sistemi di raccolta a scomparsa, i chioschi automatizzati e le ecostazioni nei quartieri. Si chiama Atlas, un po' atlante di nuove pratiche per la gestione dei rifiuti, un po' manuale per standardizzare prestazioni e comportamenti. Nasce dalla collaborazione fra Comieco, consorzio per il riciclo della carta, e lo studio Stefano Boeri Architetti, che ha svolto la ricerca.

È stato presentato con Symbola, la fondazione per le qualità italiane presieduta da Ermete Realacci. La scommessa comune è che gli spazi urbani e abitativi destinati all'economia circolare diano competitività alle nostre città nella sfida globale.«Ogni italiano spende due minuti al giorno per la raccolta differenziata, un tempo forse piccolo ma costante», dice Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, che raccoglie 3,3 milioni di tonnellate di carta l'anno. «La carta - continua - è il materiale presente nella raccolta differenziata con la percentuale più alta (22%) dopo l'organico. Se si sono fatti passi da gigante nel riciclo degli imballaggi cellulosi (siamo all'80%) possiamo ancora migliorare l'intera gestione dei rifiuti nelle città, per esempio trovando soluzioni a 150 milioni di pacchi di acquisti online». Il lavoro di Stefano Boeri confronta Milano (458 chili di rifiuti pro capite con tasso di riciclo del 54,3%) con modelli internazionali di successo.

ATLAS, LE SLIDE DELLA PRESENTAZIONE

Oslo è capitale europea del riciclo, con tasso dell'80%, 366 chili prodotti, tre frazioni di rifiuti (organico, plastica, indifferenziato) e un sistema di riconoscimento ottico attraverso borse di plastica colorata (Optibag) e separazione meccanica a fine ciclo. Stesso tasso per la «capitale mondiale» San Francisco, 570 chili pro capite, con tre soli megafrazionamenti: riciclo, discarica, compost. Tokyo sceglie un modello diverso con tasso di riciclo fermo a 20,6%, ma regole ferree e 30 sottocategorie di rifiuti da differenziare. «Green economy ed economia circolare - dice Realacci - sono necessarie per affrontare le sfide ambientali ma costituiscono anche una straordinaria occasione di sviluppo. Oggi l'Italia ricicla il 76,9% di tutti i rifiuti contro il 36,2% di media Ue e il 42,7% della Germania. Il recupero di materiali ci fa risparmiare ogni anno 21 milioni di Tep e comporta riduzione di 58 milioni di tonnellate di emissioni di Co2. La progettazione di materiali finalizzati al loro recupero e una corretta gestione dei rifiuti che parta dalle mura di casa contribuiscono a rendere più efficiente e competitiva la nostra economia».

Atlas, le slide della presentazione

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