Amministratori

Autonomia, nasce la commissione tecnica

Entro i primi sei mesi (30 giugno) dovrà occuparsi e fare ordine sulle materie

di Ettore Jorio

Eppur si muove. Le disposizioni della legge di bilancio per il 2023 - complementari all'attuazione dell'articolo 116, comma 3, della Costituzione, quindi al Ddl Calderoli - prendono corpo. Lo fanno con la celere nomina, effettuata dal Governo, della Cabina di regia, prevista nell'articolo 1, comma 792, della legge 197/2022, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ne fanno parte - oltre ai ministri degli affari regionali e le autonomie, degli affari europei, delle riforme istituzionali e semplificazione normativa, dell'economia e delle finanze e tutti quelli impegnati nel trattare le materie rivendicabili dalle Regioni - la Presidente del Consiglio, i presidenti della Conferenza Stato-Regioni, dell'Upi e dell'Anci.

Il ruolo dei tecnici
Di importante peso scientifico, i trentotto componenti tecnici designati, fondamentali per svolgere celermente il ruolo cui la Cabina di regia è segnatamente chiamata. Al riguardo, dovrà, entro i primi sei mesi (30 giugno):
• dare ordine per singola materia sottoposta alla legislazione concorrente, oltre a quelle di esclusiva statale di cui, prevalentemente, alle lettere n) e s) dell'articolo 117.2 della Costituzione, effettuando una attenta ricognizione della normativa statale e regionale esistente e, ovviamente, delle pronunce della Consulta in tale senso;
• acquisire, per ognuna delle anzidette materie, i valori economici permanenti di spesa storica sostenuta dallo Stato destinata ad assicurare per ciascuna di esse le prestazioni e i servizi riferibili, di cui si sono rese beneficiarie negli ultimi tre anni le collettività regionali;
• individuare per ogni materia, per quanto esigibili nella siffatta modalità, i livelli essenziali delle prestazioni erogabili, tenuto conto delle «ipotesi tecniche inerenti alla determinazione quantitativa dei costi e fabbisogni standard» elaborate dalla apposita Commissione di cui al successivo comma 794 della legge per il bilancio 2023.
Nei successivi sei mesi (31 dicembre), la Cabina di regia dovrà, pena un commissariamento ad acta, predisporre degli schemi di Dpcm di definizione dei Lep con i costi e i fabbisogni standard.

Le materie esigibili per Lep
Complicato il compito di individuazione delle materie esigibili per Lep. Innanzitutto dovranno essere quelle afferenti ai diritti civili e sociali. Poi dovranno essere determinate attraverso un difficile processo di analisi scompositiva delle attribuzioni che le caratterizzano. Sulla base delle prerogative emerse, saranno individuate le prestazioni essenziali, sul piano quali-quantitativo, da assicurare uniformemente alla Nazione. Di certo, dovrà essere fatto meglio di quanto si fece nel 2001, con il Dpcm del 29 novembre, con l'individuazione dei Lep nella versione specializzata dei Lea, riguardanti la sanità, che hanno francamente lasciato tanto a desiderare.

Qualche dubbio
La previsione contenuta nel comma 792, lettera b), riguardante la ricognizione della spesa storica dell'ultimo trienni da assumere a riferimento nella determinazione quali-quantitativa dei Lep, appare tuttavia inadeguata per un verso. Ciò in quanto, in alcune delle materie suscettibili di rivendicazione regionale, è dato registrare, proprio nell'ultimo triennio, un dato per nulla attendibile, stante la intervenuta caduta della domanda della collettività a decorre dal 2020. Un fenomeno negativo che certamente genererà un pericoloso vulnus nelle materie concorrenti più sensibili in tale senso, quali nella sanità, il trasporto pubblico locale, l'alimentazione, l'ordinamento sportivo e della comunicazione. Ma anche in quelle oggi di competenza esclusiva dello Stato, prioritariamente afferenti all'istruzione, quanto a norme generali, ai beni culturali e alla tutela dell'ambiente, specie nella parte che è più trasversale alla salute e all'ambiente.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©