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Pnrr, primo sì alla governance e rispunta il decreto assunzioni

Ok in commissione al Dl Pnrr-3, in Aula al Senato il 12. Tra le ultime novità stabilizzazioni negli enti del Sud e tagli ai bonus dei Soprintendenti che ritardano i pareri. Niente semplificazioni per Regis

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Dopo l’ultimo giro di ritocchi il decreto Pnrr-3 chiude finalmente il passaggio in commissione Bilancio al Senato e si apre la strada per l’Aula dove approderà il 12 aprile. Il testo, in ogni caso, non dovrebbe più subire variazioni ed essere licenziato il giorno stesso per la Camera, dove ci sarà solo il tempo per la ratifica, ormai di rito. Intanto rispunta nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi il decreto Pa che si presenterà però in forma pesantemente alleggerita rispetto alle bozze dei giorni scorsi.

Tra le ultime novità inserite nel provvedimento si registra la possibilità per le Pa di utilizzare anche personale in somministrazione dalle agenzie del lavoro e, negli enti del Sud, di stabilizzare dopo 24 mesi i circa 800 tecnici assunti per la gestione dei fondi strutturali, con un percorso parallelo a quello già previsto dal Dl per i contratti a termine dell’Agenzia per la coesione. Nel rush finale dei riformulati spunta un disincentivo ai ritardi dei Soprintendenti: se non rilasceranno i pareri nei tempi previsti dalla disciplina Pnrr, si vedranno sforbiciati i bonus.

La dottrina dei vasi comunicanti, centrale nella strategia di revisione del Pnrr a cui lavora il ministro Raffaele Fitto, fa poi capolino in un emendamento che permetterà di caricare integralmente sul Piano nazionale complementare i progetti oggi in coabitazione con il Pnrr, con un meccanismo che potrebbe rivelarsi utile anche nel caso di contestazioni comunitarie come accaduto per lo stadio di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia.

Il Demanio viene nuovamente chiamato in soccorso per individuare gli immobili da destinare ad alloggi universitari e impianti sportivi, altri due target che faticano a tenere il ritmo del cronoprogramma del Pnrr. Un’altra modifica blinda l’iter per la realizzazione in Sardegna dell’Einstein Telescope, l’interferometro sotterraneo per la ricerca di onde gravitazionali che avrà una corsia preferenziale rispetto agli altri progetti già autorizzati sull’area. Corposo, poi, il pacchetto di semplificazioni per accelerare i cantieri nella Capitale in vista del Giubileo 2025. Con un emendamento targato Lotito è stato inoltre previsto un piano da 1 milione di euro per collocare nel 2024 totem con defibrillatori teleconnessi al 118 per soccorrere i pellegrini.

Il Gse potrà supportare il ministero dell’Ambiente per gli investimenti della Missione 2 (transizione ecologica) del Piano e, sempre in fatto di energia, viene confermato la ricca serie semplificazioni per gli impianti da fonti rinnovabili. La stessa sorte non tocca invece al Regis, il cervellone telematico del Pnrr, al centro di preoccupazioni crescenti da parte dei soggetti attuatori: per facilitarne la gestione i tecnici avevano lavorato a un elenco di misure di alleggerimento degli adempimenti, che però non sono salite sul treno dei correttivi.

Questo continuo lavorìo sui correttivi ha lasciato sostanzialmente immuni i primi articoli del provvedimento, cioè quelli più pesanti in cui si ridisegna la governance del Piano, assegnando i nuovi poteri a Palazzo Chigi con una Struttura di missione ad hoc, rafforzando la squadra tecnica al Mef per la gestione finanziaria e sbloccando lo spoils system nelle unità di missione ministeriali. Nonostante questo, come confermato ieri mattina da Fitto in un incontro con gli studenti della Luiss, le nomine della nuova prima linea nella gestione del Pnrr arriveranno a fine aprile, dopo la conversione definitiva del decreto. Solo successivamente, almeno nelle intenzioni del Governo, arriverà la proposta di revisione del Piano a cui sta lavorando Fitto.

Il ridisegno, e soprattutto il capitolo aggiuntivo di RepowerEU, ha spiegato il ministro, correrà su due direttrici principali. La prima è il coinvolgimento delle grandi partecipate dell’energia come «Eni, Enel, Snam e Terna» per «realizzare progetti per l’autonomia strategica del nostro Paese» e costruire davvero quell’hub energetico nel Mediterraneo previsto dal cosiddetto “piano Mattei”. L’altro filone guarda, invece, al rilancio degli «incentivi per imprese e famiglie», a partire dai crediti d’imposta automatici che fin qui, del resto, sono l’unico capitolo del Pnrr che si è fatto sentire anche sul piano della realizzazione finanziaria.

Per far correre anche il resto del Piano, resta l’esigenza di rafforzare la Pubblica amministrazione; ecco perché il Governo ha deciso di portare oggi in Cdm il decreto sulle assunzioni, che però perderà per strada tutte le norme più controverse: a rischiare sono in particolare la revisione dei tetti di spesa per gli enti locali, la possibilità per i politici di farsi pagare contratti negli uffici di staff dei loro colleghi e le richieste più pesanti in termini di assunzioni avanzate dai ministeri.

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