Urbanistica

L’Olivetti di Ivrea sarà Patrimonio Unesco

Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1908 per ripercorrere la storia del complesso immobiliare che ha visto nascere e fiorire l’Olivetti. Circa 40mila metri quadrati distribuiti tra 27 edifici, tra cui il primo nato la Fabbrica di mattoni rossi. Un’imponente opera architettonica che si è formata tra il 1908 e il 1957 in quattro ampliamenti voluti da Adriano Olivetti, figlio del fondatore Camillo.

La proprietà sta passando di mano - è stato firmato il compromesso - da Dea Capital del gruppo De Agostini (il complesso fa parte del portafoglio Atlantic 2 - Berenice) a un gruppo di imprenditori locali riuniti sotto il nome di Icona che hanno pagato in tutto 1,9 milioni di euro.

Il complesso, che si appresta a diventare Patrimonio Unesco a giugno , dopo che nel 2016 è stata avanzata la candidatura, si estende su un’area di 70mila ettari.

Plusvalue, società specializzata in finanza di impatto fondata da Filippo Addari e Fiorenza Lipparini, è in questo momento incaricata a valutare contenuti per il futuro contenitore. Insieme all’architetto Pier Massimo Cinquetti di Base engineering, la società sta analizzando i temi dai quali identificare il contenuto, tale da avere un impatto importante sul territorio, e poi procedere a un progetto architettonico.

Dei totali 40mila mq oggi Vodafone (che ha già dato disdetta per lasciare gli spazi nel 2019) ne usa 9mila mentre Manutencoop ne occupa mille.

Si tratta di una metratura importante che in un contesto come quello di Ivrea non è riposizionabile se non con idee forti. Il team incaricato sta quindi ragionando su tre temi. Il primo legato alle tecnologie, e in particolare alla blockchain.

Il complesso potrebbe quindi ospitare società dedicate a questo settore. Il secondo filone è legato al “data art and science”, progetto in collaborazione con l’Università di Zurigo e dedicato appunto ad arte e tecnologia. Il terzo fronte sul quale si sta lavorando è quello di educazione e formazione.

Una volta scelto il contenuto tornano in campo architettura e design per fare rinascere il complesso senza rivoluzionarlo. Intanto il progetto è stato chiamato Icona (Ingegner Camillo Olivetti nuovo ampliamento).

La riconversione della Fabbrica di mattoni rossi è stata il primo esperimento a cura di Dante Benini. Rimasta intatta esternamente, già all’avanguardia all’epoca perché fatta realizzare da Camillo Olivetti con cemento armato e una pelle esterna in mattoni rossi per non stravolgere l’immagine dell’azienda dei primi del Novecento.

Per presentare la riconversione verrà organizzato un Workshop a inizio luglio, a porte chiuse. Promotore è l’architetto Antonio Scarponi dell’Università di Zurigo promotore con architetto concettuale che organizza nell'università. 2/3 giorni e dovrà portare all'esterno forti messaggi di quello che ci siamo detti.

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