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Trasporti locali, Milano e Roma alleano Atm e Atac per il rilancio

Napoli apre allo schema di cooperazione ma deve rivedere l’assetto societario

di Sara Monaci

È questione di pochi giorni e Arrigo Giana, direttore generale dell’azienda del trasporto pubblico milanese Atm, verrà nominato nel cda dell’azienda romana Atac (dove verrà confermato l’attuale presidente Giovanni Mottura e nominata Francesca Di Donato). Giana avrà così contemporaneamente due incarichi nelle due principali società italiane del tpl, a suggellarne l’alleanza. Inoltre si è aperta la selezione per il dg di Atac, e probabilmente il nome che darà maggiori garanzie è quello di Alberto Zorzan, direttore Operations di Atm. Anche lui, se le voci su una sua nomina verranno confermate la prossima settimana, manterrà entrambi i ruoli, uno nell’azienda milanese e uno ai vertici dell’azienda romana.

Questo è il primo concreto passo nel percorso di collaborazione tra le grandi società del trasporto urbano. Un asse che parte da Milano, passa da Roma e arriva fino a Napoli, con l’obiettivo immediato di investire i fondi del Pnrr in progetti concreti per la “svolta green”, ma che in prospettiva potrebbe estendersi anche ad una sorta di gestione “allargata” del tpl locale.

A rendere possibile questa sinergia è stata prima di tutto la sintonia politica tra le città, oggi governate da sindaci di centrosinistria, ma anche una certa sintonia fra management, soprattutto fra Atm e Atac.

Potrebbe unirsi a questo progetto anche Torino, con cui è stato avviato un dialogo. Ma al momento non ci sono accordi.

La svolta green

Il consorzio Full green per ora comprende appunto queste tre città: Milano, Roma e Napoli. Milano è la capofila, in quanto ha già avviato il percorso del cosiddetto “full electric”, un cambio completo della flotta con mezzi elettrici da realizzare entro il 2030. Il progetto vale 1,2 miliardi. Il Pnrr darà a queste tre città 730 milioni, meno di quanto atteso inizialmente ma comunque una fetta importante del piano. Circa 290 milioni andranno a Roma, 260 a Milano (che entreranno a far parte di quel 1,2 miliardi già pianificati), il resto a Napoli. Milano aiuterà a realizzare la parte tecnica dei capitolati, con tanto di studi già realizzati, visto che i progetti dovranno essere redatti in tempi brevi, entro il 2026.

Per i sindaci di queste città comunque la cifra non è sufficiente, perché ritengono che la ripartizione dei finanziamenti penalizzi le città metropolitane. Per questo una settimana fa il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Giuseppe Sala, di Torino Stefano Lo Russo e di Napoli Gaetano Manfredi hanno scritto insieme una lettera indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri, per sottolineare lo squilibrio tra quanto riceveranno le grandi città e il resto dei territori regionali.

La situazione finanziaria

La società Atm, che pure ha generalmente bilanci in utile, ha chiuso due anni difficili a causa della pandemia, con circa 70 milioni di perdite sia nel 2020 che nel 2021. Quest’anno proseguirà con la ricerca di gare all’estero, per controbilanciare le perdite. Potrebbe dunque tentare la gestione del tpl soprattutto in Francia e in Spagna. Gli investimenti pianificati anni fa proseguono secondo la tabella di marcia, e verranno a questo punto sostenuti proprio dal Pnrr.

Diversa la situazione di Atac, dove il piano concordatario prevede un risanamento finanziario entro fine anno. I primi 180 milioni verranno restituiti direttamente ai debitori attraverso la valorizzazione di immobili, incassi e accantonamenti. Una fetta più grande del debito, pari a circa 600 milioni, verrà compensata attraverso strumenti finanziari partecipativi: i creditori potranno ricevere nel tempo utili, legati ovviamente all’andamento della società.

Per quanto riguarda infine Napoli, che già fa parte del consorzio Full electric, ci sarà prima da redimere la questione dell’assetto societario. Nel capoluogo campano infatti la principale società, Atn, si sovrappone a quella della città metropolitana e a quella regionale. La Regione Campania spinge per realizzare un’unica azienda. Si dovrà quindi trovare una soluzione societaria prima di avviare gli altri progetti. Verosimilmente avrà la meglio la Regione, che ha maggiori disponibilità finanziarie.

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