Urbanistica

Doccia fredda per Webuild in Australia: sfuma l'acquisizione di Clough

In Italia avanzano i lavori del Terzo valico: superato l'82% del totale degli scavi

di Marco Morino

Doccia fredda per Webuild in Australia. Sfuma l’acquisizione, da parte del gruppo ex Salini Impregilo, della società di ingegneria e costruzioni australiane Clough. La società, con sede a Perth, è interamente controllata da Murray & Roberts, gruppo quotato alla Borsa di Johannesburg. Lo scorso 8 novembre, Webuild aveva annunciato la sottoscrizione di un accordo condizionato con Murray & Roberts per acquisire l’intero capitale sociale di Clough. L’operazione era subordinata all’esito dell’attività di due diligence, che evidentemente non ha fornito i risultati richiesti. Ora, attraverso una nota, Webuild comunica che le parti hanno congiuntamente determinato e convenuto che non vi sono ragionevoli prospettive per consentire il completamento dell’acquisizione. Le parti hanno concordato di risolvere incondizionatamente l’accordo con effetto immediato.

La battuta d’arresto non frena però i piani di Webuild in Australia, dove l’azienda italiana è impegnata nella costruzione di una serie di grandi opere. Attualmente, l’Australia è il secondo più grande mercato di riferimento per Webuild dopo l’Italia, con 8,9 miliardi di euro di portafoglio ordini, al 30 giugno 2022, inclusi progetti per i quali Webuild è risultata miglior offerente al 30 ottobre 2022. In Australia, Webuild è attiva in particolare nel settore idroelettrico e nella mobilità sostenibile. Nello scorso mese di ottobre, Webuild ha consegnato la linea ferroviaria che collega Perth al suo aeroporto, del valore complessivo di circa 800 milioni di euro. Sempre in Australia, Webuild è impegnata nella realizzazione di Snowy 2.0, il più grande progetto idroelettrico mai costruito nella storia del Paese, con investimenti per 3,4 miliardi di euro.

Sul fronte interno, cioè in Italia, sono 27 le grandi opere che il gruppo Webuild sta realizzando in collaborazione con una filiera di 8mila imprese. Progetti che, sulla scia del modello Genova (ricostruzione dell’ex ponte Morandi), contribuiranno a dare un volto nuovo alla nazione, dal Brennero alla Sicilia e a renderla più connessa, veloce e sostenibile. La popolazione Webuild in Italia si compone oggi di circa 16mila lavoratori, diretti e di terzi, di cui circa 9mila concentrati al Nord e circa 7mila al Centro e Sud Italia, isole comprese. Al Nord, nei cantieri ferroviari del Terzo valico dei Giovi-nodo di Genova, progetto che coinvolge più di 2.300 imprese, è stato superato l’82% del totale degli scavi. La galleria del Terzo valico è a sua volta un ponte virtuale tra il porto di Genova e l’Europa. Quando sarà interamente in funzione, nel 2026, la nuova linea ferroviaria per il trasporto passeggeri e merci impatterà sulla capacità del porto ligure di attirare flussi commerciali e si unirà a un’altra opera, che Webuild avvierà a breve con lo stesso obiettivo, la nuova diga foranea del porto di Genova, fondamentale per il potenziamento della logistica ligure e di tutta l’economia italiana.

Infine, lo scorso 26 novembre a Milano, è entrata in funzione la prima tratta della nuova metropolitana M4: sei fermate, dall’aeroporto di Linate a Dateo, in centro città, che i treni percorrono in soli 9 minuti. Una storia di lavoro, di persone, di impegno, all’interno dei cantieri dove Webuild è da anni all’opera per consegnare un’infrastruttura complessa, costruita proprio nel centro della città e capace di passare a pochi metri dagli edifici storici di Milano.

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