Fisco e contabilità

Come contabilizzare le risorse del Pnrr, un capitolo di entrata e di spesa per ogni codice unico di progetto

All'interno del piano esecutivo di gestione o del bilancio finanziario gestionale

di Alessandro Festa ed Elena Masini

Nel complesso delle norme che regolano l'utilizzo delle risorse del Pnrr, un'attenzione particolare deve essere posta a quelle che disciplinano la loro classificazione in bilancio. In particolare, l'articolo 3, comma 3, del Dm Economia e finanze 11 ottobre 2021 prevede che le risorse del Pnrr dedicate a specifici progetti devono essere gestite mediante appositi capitoli all'interno del piano esecutivo di gestione o del bilancio finanziario gestionale, «al fine di garantire l'individuazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento specifico» Come devono operare gli enti a tale proposito?

Individuazione dei capitoli vincolati
Per una corretta gestione dei vincoli, è consigliato che l'ente intesti un singolo capitolo ad ogni singolo Cup (Codice Unico di Progetto) che individua l'investimento pubblico. Ciò significa, ad esempio, che se a fronte di una singola linea di finanziamento quale quella della rigenerazione urbana, del Pinqua o dei contributi per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio l'ente ha ottenuto il finanziamento di più progetti (e quindi di più Cup), a ogni progetto (e quindi a ogni Cup) sarà dedicato un singolo capitolo di entrata e di spesa.

Classificazione secondo il piano dei conti
Altrettanto importante è capire quale sia il corretto piano finanziario da attribuire ai capitoli del Peg. Se è vero, infatti, che i fondi del Pnrr sono di provenienza comunitaria e che gli stessi vengono anticipati dal ministero attraverso il Fondo di rotazione Next Generation Eu istituito dalla legge 178/2020, è altrettanto vero che le stesse devono essere contabilizzate dalle amministrazioni destinatarie come trasferimenti e non come anticipazioni di fondi. Nel fare ciò, occorre tenere presente la regola del cosiddetto «primo beneficiario» da applicare nella scelta del piano finanziario da attribuire sia al capitolo di entrata che al capitolo di spesa. Questa regola, esplicitata nel glossario Siope, prevede che il trasferimento in entrata sia «classificato in considerazione del soggetto dal quale l'ente ha effettivamente ricevuto il trasferimento, ovvero l'ultimo soggetto erogatore, senza tenere conto del primo soggetto che ha trasferito le risorse o la finalità delle stesse». Allo stesso modo si deve operare in spesa: il capitolo di uscita andrà codificato in base al soggetto destinatario delle risorse (ovvero il soggetto a cui viene intestato il mandato di pagamento).

Come codificare la transazione elementare
La provenienza comunitaria delle risorse del Pnrr non è idonea ad attribuire ai capitoli di entrata la codifica dei contributi agli investimenti dall'Unione europea (E.4.02.05.99.999), dovendo piuttosto attribuire la codifica del soggetto che eroga le risorse. Tuttavia, essa incide sulla codifica della transazione elementare, disciplinata dagli articoli 5 e 6 del Dlgs 118/2011. L'allegato 7 al Dlgs 118/2011 definisce la codifica della transazione elementare, che al suo interno deve contenere un codice identificativo delle transazioni riguardanti risorse dell'Unione europea. Pertanto l'ente dovrà utilizzare:
■ per l'entrata:
• il codice 1 relativo alle entrate da trasferimenti destinati al finanziamento dei progetti comunitari;
■ per la spesa:
• il codice 4, relativo alle spese finanziate da trasferimenti statati correlati ai finanziamenti dell'Unione europea. Ciò anche nel caso in cui le risorse transitino per il bilancio regionale o provinciale;
• il codice 7 relativo alle spese correlate ai finanziamenti dell'Unione europea finanziati.

I vincoli di cassa
Come esplicitato nel comma 4 del decreto, i trasferimenti connessi a risorse del Pnrr avverranno su apposite contabilità speciali aperte in Tesoreria unica, ovvero su appositi conti vincolati presso Banca d'Italia. Ogni ente, quindi, dovrà procedere ad aprire appositi conti vincolati nel sistema di tesoreria unica, tramite il proprio tesoriere.
La domanda da porsi in questo senso è: «Quanti conti vincolati?». La risposta non è affatto scontata perché da un lato va considerata la necessità di monitoraggio e rendicontazione periodica che, alla luce delle vigenti normative, riguarderà il raggiungimento dei milestone e la rendicontazione delle spese e che, quindi, farebbe propendere per un conto vincolato per ogni singolo Cup. Dall'altro lato va tenuta presente la difficoltà di gestione della cassa vincolata, soprattutto in fattispecie come quelle del Pnrr, nelle quali il fenomeno dell'anticipazione delle risorse è un'ipotesi tutt'altro che remota, e che quindi farebbe propendere per un unico conto vincolato. Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di aprire un conto vincolato per singola linea di finanziamento (ovvero per singolo bando come ad esempio il Pinqua, la rigenerazione urbana eccetera), anche se questa finanzia più Cup. Tale soluzione garantisce un buon livello di monitoraggio e semplicità nella rendicontazione e, parallelamente, consente di limitare il fenomeno dell'anticipazione che, soprattutto per gli enti con frequenti tensioni di liquidità, può rappresentare un problema di difficile gestione.

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