Amministratori

Pnrr, cambia la governance: ok ai provvedimenti anche senza l'accordo con gli enti locali

Nel Dl atteso oggi in preconsiglio cambio radicale nella governance. Tutti i ministeri potranno sostituire le unità di missione. Ok ai provvedimenti del governo anche senza intesa con Regioni e Comuni

di Marco Mobili e Gianni Trovati

La cabina di regia del Pnrr a Palazzo Chigi cambia pelle. Vanno in archivio la Segreteria tecnica alla presidenza del consiglio e il Servizio centrale al Mef, sostituiti rispettivamente da un'Unità di missione e da un Ispettorato generale, e tutti i ministeri potranno riorganizzare le loro strutture dedicate al Piano che il decreto sulla governance del 2021 aveva messo al riparo dallo spoils system. Un taglio del 50% agisce a tutto campo sulle scadenze per intese e pareri con gli enti locali, ricorsi (che vengono convogliati al Tar di Roma) ed espropri, e si prova ad aiutare il rafforzamento degli organici con una stabilizzazione anticipata dal 2023 dei 500 tecnici del Pnrr e un allargamento degli spazi per assunzioni e premi in busta paga negli enti locali. Oggi nella riunione tecnica che precede il consiglio dei ministri di giovedì andrà sotto esame il terzo della serie dei decreti sul Pnrr. Che però è soprattutto il primo elaborato dal governo Meloni. E infatti negli articoli iniziali, tenuti sotto embargo fino a ieri mentre era in corso il confronto con Bruxelles, si procede a un cambio radicale della governance.

Al di là dei nominalismi, il senso è chiaro: viene rafforzata profondamente la struttura di controllo e monitoraggio a Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia, e si permette ai ministri di sostituire le loro strutture dedicate al Piano, cancellando la blindatura dallo spoils system che era stata pensata nel 2021. La governance del Pnrr targata Draghi, in sostanza, viene ripensata alla radice.Nel livello del coordinamento politico, scompare il tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale. Il ruolo di amministratori territoriali e parti sociali però viene integrato direttamente in cabina di regia, cioè nella sala di comando del Piano. Quando in discussione ci saranno temi che li riguardano, in cabina di regia siederanno Massimiliano Fedriga (presidente della conferenza delle Regioni), Michele de Pascale (presidente Upi), Antonio Decaro (presidente Anci) e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.Al centro della macchina viene poi collocata la «Struttura di missione Pnrr» di Palazzo Chigi, che sarà l'architrave tecnica per il lavoro del premier Meloni e del ministro Raffaele Fitto che ha la delega al Piano.

La Struttura, che sostituisce la vecchia Segreteria tecnica ora guidata da Chiara Goretti, sarà anche l'interfaccia per il confronto con la commissione Ue sull'andamento di riforme e investimenti e il cuore delle verifiche in tempo reale sullo stato di attuazione del Piano. Il rafforzamento degli uffici di Palazzo Chigi, realizzato anche con la previsione di 50 dipendenti e tre dirigenti generali in più, va però di pari passo con un'operazione analoga al ministero dell'Economia. Dove l'attuale Servizio centrale per il Pnrr, guidato oggi da Carmine Di Nuzzo, cederà il passo a un nuovo Ispettorato generale, cioè una struttura di vertice come quelle che oggi si occupano di finanza pubblica, personale delle Pa o affari economici. L'Ispettorato per il Pnrr si occuperà del coordinamento operativo, della gestione finanziaria e della rendicontazione economica a Bruxelles, sarà articolato in 8 uffici di livello dirigenziale (non generale) e potrà avere il supporto delle partecipate del Tesoro. Una riorganizzazione a tutto campo è poi prevista per gli altri ministeri, che potranno modificare con la procedura semplificata introdotta dal Dl 173/2022 con cui è stata rivista la struttura del governo.

Il nuovo sistema di monitoraggio pensato per il Pnrr e il Fondo complementare si estenderà a tutti i finanziamenti europei, su cui l'Italia ha ritardi strutturali. Fra questi ci sono i fondi di coesione, la cui viuene accentrata a Palazzo Chigi che succederà «a titolo universale» all'Agenzia della Coesione territoriale, destinata quindi a sparire come ente autonomo. Sui fondi di Coesione Fitto porterà in cdm una prima relazione giovedì.Ma per far correre il Pnrr a ritmi più rassicuranti di quelli raggiunti fin qui sul terreno della spesa effettiva, il decreto conferma il dimezzamento ad ampio raggio dei termini delle procedure anticipato nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore. Quando sono in gioco investimenti del Pnrr, si riducono da 30 a 15 giorni i termini dell'intimazione ad adempiere realizzata con i poteri sostitutivi che scattano quando un ente territoriale si rende responsabile di ritardi tali da mettere a rischio un obiettivo del Piano.

A far scattare i poteri sostitutivi, spiega poi la bozza, sarà direttamente l'autorità politica responsabile del progetto, e non più la segreteria tecnica di Palazzo Chigi.Sotto esame finiscono anche i passaggi necessari per le intese e i pareri nelle Conferenze con Regioni, Province e Comuni: nell'ultima versione il testo prevede la possibilità per il governo di emanare i provvedimenti quando il via libera degli amministratori non arriva nei termini. Tra le novità spuntate nelle bozze delle settimane scorse, invece, non sembrano trovare spazio nel testo finale la proroga a dicembre dello scudo erariale, contro cui si è scagliata la Corte dei conti, e il dimezzamento dei tempi per i ricorsi al Tar con l'accentramento dei contenziosi a Roma.

LE NOVITÀ IN ARRIVO
1/Appalti e semplificazioni
Si allenta il vincolo archeologico
Nella bozza del nuovo decreto Pnrr si stabilisce che la conclusione della conferenza di servizi varrà come acquisizione di tutti i pareri e i nulla osta necessari a far partire i cantieri. Anche le procedure di svolgimento della verifica preventiva di interesse archeologico dell'area interessata dalle opere vengono semplificate, con termini che dovranno concludersi entro quello previsto per l'avvio dei lavori. Più in generale, il Dl punta a snellire tanto le procedure di autorizzazione - si potrà chiedere in casi eccezionali l'esclusione della Via, su proposta del ministro competente rivolta al titolare dell'Ambiente - quanto gli appalti veri e propri: le opere del Pnrr potranno beneficiare per altri sei mesi, dunque fino a fine anno, delle deroghe al Codice previste dal decreto Semplificazioni del 2020.

2/Torna il bollo sui certificati online
Digitale, acquisti più facili
Procedure semplificate per gli acquisti di beni e servizi informatici, con l'addio ai pareri Agid quando si tratta di affidamenti ritenuti strategici per gli obiettivi di trasformazione digitale previsti dal Pnrr. Anche i lavori per lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultralarga si velocizzano, così come per quelle di comunicazione elettronica. Nella bozza di decreto, si sopprime inoltre la norma del Codice dell'amministrazione digitale che impediva ai dati su ordine e sicurezza, difesa, polizia giudiziaria ed economico-finanziaria di confluire nella Piattaforma nazionale dati. Per i cittadini, finisce l'esenzione dell'imposta di bollo sui certificati online scaricati dal sito Anpr: il beneficio varrà soltanto fino a maggio 2023, il tempo di collegare la piattaforma con PagoPa.

3/Protezione civile
Sprint anti-rischio idrogeologico
Per accelerare gli interventi di messa in sicurezza del territorio, la bozza del Dl Pnrr prevede che si applichi la disciplina prevista dall'ordinanza del capo Dipartimento della Protezione civile n. 558 del 15 novembre 2018, emanata per fronteggiare gli eventi metereologici avversi che hanno interessato la Lombardia tra il 27 e il 30 ottobre di cinque anni fa. Fino al 31 dicembre 2026 i presidenti delle Regioni e delle Province autonome sono autorizzati ad aprire apposite contabilità speciali, su cui affluiranno le risorse loro assegnate. Si proroga di un anno - fino a fine 2024 - la facoltà di rimodulare il Dpcm con lo stanziamento e il riparto degli 800 milioni di euro della missione 2, componente 4, del Pnrr, destinati all'attuazione degli interventi contro il rischio di alluvioni e frane.

4/Scuola
Equipe per le digitalizzazioni
Per aiutare a centrare gli obiettivi Pnrr sulla digitalizzazione delle scuole, per il 2023/24 e 2024/25, il ministero dell'Istruzione e del merito individua equipe formative territoriali costituite da 20 docenti da porre in posizione di comando presso gli Usr e presso il dicastero stesso, e un numero massimo di 100 docenti da porre in esonero dall'esercizio delle attività didattiche. Arrivano anche norme di semplificazione sull'edilizia scolastica per aiutare gli enti locali: si prevede che gli amministratori locali, in analogia alle facoltà consentite ai commissari straordinari, possano avvalersi di supporto tecnico specialistico; iter più veloce anche sugli interventi di riqualificazione, e si potrà procedere ad affidamento diretto per servizi e forniture di importo inferiore a 215mila euro.

5/Borse di dottorato
Imprese, esonero fino a 7.500 euro
Arriva un esonero contributivo fino a 7.500 euro per le imprese che partecipano al finanziamento delle borse di dottorato innovativo che assumono personale in possesso del titolo di dottore di ricerca formatosi con borse Pnrr. Ciascuna impresa può far richiesta del beneficio nel limite di due posizioni attivate a tempo indeterminato per ciascuna borsa di dottorato finanziata e comunque nel rispetto delle previsioni in materia di regime de minimis. Si prevede poi l'esclusione dal tetto di spesa individuato per l'attivazione dei contratti di ricerca le posizioni a valere sui fondi Pnrr. Spazio anche a una serie di interventi per coordinare gli interventi Pnrr e in materia di housing sociale, le cui risorse possono essere destinate anche a interventi promossi dalle province autonome di Trento e Bolzano

6/Le norme per l'anno santo
Giubileo 2025, si accelera
La società Giubileo 2025 potrà essere affiancata da altre stazioni appaltanti per i progetti dell'investimento "Caput Mundi", che vale 500 milioni per 335 interventi a Roma su 283 siti. Lo prevede la bozza di Dl Pnrr, assieme ad altre norme per accelerare le opere per l'Anno Santo. Per consentire la prima fruizione della "Città dello sport", l'Agenzia del Demanio potrà affidare i lavori con procedura negoziata senza bando di gara. La stessa facoltà di procedere senza gara è assegnata a tutti i soggetti attuatori, d'intesa con il commissario straordinario (il sindaco), per le opere maggiori, come il Sottovia di Piazza Pia. A Roma Capitale, infine, potranno andare nel 2023-2025 110 milioni dei fondi stanziati con Dpcm per «la realizzazione degli interventi connessi alle attività giubilari».

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