Appalti

Corruzione, dall'Anac i dati per individuare i territori a più rischio comune per comune

Presentato il portale dell'Autorità basato su 70 indici oggettivi. Busia: prevenire conviene, da noi uno strumento a disposizione dei cittadini e dei decisori politici

di Mauro Salerno

«Prevenire e combattere la corruzione conviene». È sulla base di questo assunto, ricordato oggi dal presidente Giuseppe Busia, che l'Autorità Anticorruzione ha presentato oggi un «portale» dedicato a misurare il rischio di corruzione in Italia. Uno strumento telematico basato sull'incrocio di 70 indicatori scientifici che permettono di misurare il pericolo di malversazioni, provincia per provincia, e in alcuni casi addirittura comune per comune in Italia. Il portale, accessibile dal sito internet dell'Anac, «è frutto di un lavoro scientifico di anni portato avanti con Università e Istat- ha spiegato Busia - ed è una piccola rivoluzione copernicana: oggi ci sono strumenti basati sulla percezione della corruzione, noi invece proponiamo un sistema basato su elementi oggettivi e scientifici».

Alla base del progetto ci sono 70 indicatori scientifici, una sorta di "red flag", che riguardano dati di contesto. Sono stati presi in esame quattro elementi: criminalità, istruzione, capitale sociale (da intendere come grado di coscienza civile che il territorio considerato esprime) , economia del territorio e fenomeni ad essi collegati: scioglimento per mafia del comune; reddito pro-capite e ricorso frequente ai contract splitting (cioè la suddivisione dei contratti). Utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati, a cominciare dalla banca dati Anac sugli appalti (60 milioni di contratti censiti negli ultimi dieci anni), l'Autorità ha individuato questa serie di "indicatori di rischio corruzione", che rilevano e segnalano le anomalie.

Gli indicatori possono essere considerati come dei campanelli d'allarme, che segnalano situazioni potenzialmente problematiche di un'area. «Non sono un giudizio, né una condanna spiegano all'Anac -. Indicano il quadro di contesti territoriali più o meno esposti a fenomeni corruttivi sui quali investire in termini di prevenzione e/o di indagine, ma anche di orientare l'attenzione dei watchdog della società civile, di attirare l'attenzione e la partecipazione civica».

Tra gli obiettivi del progetto, c«'è l'idea di fornire strumenti alle amministrazioni e alla politica per operare con maggiore precisione nei territori per prevenire e combattere la corruzione» segnala Busia, ma anche quello di fornire un'immagine corretta del nostro Paese nel mondo, e permettere agli investitori stranieri o di altre regioni d'Italia di valutare le caratteristiche del territorio d'insediamento di nuove attività produttive.

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