Fisco e contabilità

Pnrr, dalla Corte dei conti Emilia Romagna una prima fotografia dei problemi di gestione nei Comuni

Il quadro degli impieghi di fondi è molto diversificata a seconda della dimensione dell'ente

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di Alberto Scheda

La Corte dei conti dell'Emilia Romagna ha svolto la prima indagine a campione sulla gestione dei fondi Pnrr da parte dei Comuni. La deliberazione n. 108/2022 ha per scopo la verifica dell'attuazione delle misure di razionalizzazione della spesa pubblica degli enti territoriali (spending review), in base all'articolo 6, comma 3, del Dl 174/2012 su un campione di Comuni. Nella stessa ricerca viene rappresentato anche un primo quadro molto interessante delle problematiche di gestione dei fondi Pnrr erogati ai Comuni. L'esito dell'indagine muove dai nuovi criteri di analisi della spesa individuati dalla Corte dei conti Sezione delle Autonomie che, con le delibere nn. 20/SEZAUT/2019/INPR e 14/SEZAUT/2021/FRG, utilizza anche fattori qualitativi quali i dati sui fabbisogni standard riportati sul portale Opencivitas. La Sezione Autonomie in quest'ultima delibera riferisce al Parlamento sulla qualità della spesa dei Comuni su tre funzioni: Servizi di amministrazione generale, polizia locale e rifiuti. Il metodo è rilevante in quanto la Corte per la prima volta, riprendendo i principi europei del Pnrr che misura "target" e "milestone", passa a valutare anche aspetti relativi all'efficacia della spesa.

La Sezione Emilia-Romagna, con la deliberazione n. 242/2021 aveva ripreso questi principi nel questionario inviato ai comuni rilevando aspetti legati alla consapevolezza della propria performance attinente alla funzione Amministrazione generale, ma soprattutto, misura i primi passi del processo amministrativo, finanziario e contabile dei progetti del Pnrr. Proprio da questa sezione esce un quadro, che seppur limitato dal campione, anticipa quelle che saranno le principali problematiche dei Comuni nella gestione dei fondi. La delibera riporta in schemi sintetici la rappresentazione di aspetti quali il peso percentuale dei trasferimenti Pnrr rispetto alla spesa corrente, le tipologie di intervento, e la proporzione con il totale dell'investimento.

La fotografia degli impieghi di fondi è molto diversificata a seconda della dimensione dell'ente. Si va dal piccolo Comune con meno di 3.000 abitanti, che non ha ancora partecipato a bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, fino al capoluogo di provincia che ha già accertato e impiegato somme significative su molti finanziamenti del Piano. Emergono piccoli Comuni che sono assegnatari di risorse fino al 152% della spesa corrente, una proporzione davvero rilevante che potrà generare forti tensioni di cassa se non prontamente supportati da anticipi. Nella maggior parte dei casi ovviamente i fondi coprono solo una parte degli interventi generati, necessitando quindi di un apposito coordinamento con le risorse proprie del Comune. Elemento strategico da valutare è quello relativo alle opere, quale ad esempio il recupero di immobili per la creazione di nuovi servizi pubblici, che porteranno con sé nuova spesa corrente.

La Corte ricorda che «l'ente è chiamato a verificare che ove si realizzi nuova spesa corrente indotta, essa sia effettivamente assorbibile dal bilancio: in particolare, laddove vi sia un importante apporto di risorse proprie è necessario premurarsi che tali risorse siano concretamente disponibili, anche in termini di cassa, già al momento dell'impegno della spesa onde evitare problematiche attinenti all'effettivo, successivo, soddisfacimento delle obbligazioni sottostanti». Interessante anche l'intreccio fra comune ed enti attuatori, spesso sono ulteriori soggetti come società del gruppo municipale o Unioni di Comuni, coloro che effettivamente realizzeranno l'intervento. Da qui la necessità di redigere correttamente le relative convenzioni che saranno l'elemento chiave della catena di raccordo fra ente e soggetti esecutori. Emerge trasversalmente il tema dolente dell'assenza di cronoprogrammi o della loro coerenza con il bilancio. La rilevazione fa emergere evidenti discrasie tra cronoprogrammi ed accertamenti e impegni con scostamenti che arrivano fino al 40% dei pertinenti fondi Pnrr.

La delibera della Corte mostra un approccio innovativo nel metodo di analisi della spesa, coniugando fattori di salute finanziaria con elementi sulla qualità della spesa. Per i fondi del Pnrr è una prima efficace rappresentazione delle principali criticità che gli enti locali dovranno affrontare. Ritorna la necessità di utilizzare gli strumenti di programmazione e controllo e attuare tutte quelle politiche di risk management volte alla mitigazione dei rischi finanziari che ne possono derivare.

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